Accolto l’impianto accusatorio della Procura secondo la quale “è pienamente provato” il suo apporto concorsuale nell’attentato
Diventa definitiva la condanna all’ergastolo per Gilberto Cavallini, uno dei responsabili della strage di Bologna.
La decisione della Cassazione
La Prima sezione della Cassazione ha conferma quanto già stabilito nei primi due gradi di giudizio. I magistrati hanno, quindi, accolto l’impianto accusatorio prospettato dalla Procura generale per la quale “è pienamente
provato” l’apporto concorsuale di Cavallini nella strage, uno dei più gravi attentati del dopoguerra in Italia.
Il commento dell’avvocato dei parenti delle vittime
La decisione della Cassazione è stata accolta con forte emozione da parte dei parenti delle vittime presenti in aula, molti non hanno trattenuto le lacrime. “È una grande emozione avere questo esito giudiziario per una vicenda che ci ha impegnato per dieci anni. L’accusa di concorso in strage per Cavallini diventa definitiva”, commenta l’avvocato Andrea Speranzoni, uno dei legali dei parenti delle vittime.
Le condanne dei complici
Insieme agli ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari) già condannati in via definitiva, ovvero Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, Cavallini è quindi ritenuto responsabile di quanto avvenne nell’agosto di 45 anni fa, il 2 agosto del 1980, di quell’ordigno contenuto in una valigia e fatto deflagrare all’interno della stazione alle 10:25 causando il crollo dell’ala ovest dello scalo ferroviario: nell‘esplosione morirono 85 persone e altre 200 rimasero ferite. L‘ex Avanguardia nazionale Paolo Bellini è, invece, in attesa del terzo grado di giudizio dopo i due ergastoli inflitti a Bologna nei primi due gradi.
Le responsabilità della strage
Una strage che fu politica e non vide coinvolti solo i Nar, ma anche gli altri gruppi di estrema destra dell’epoca, legati ai servizi segreti deviati e manovrati dai vertici della P2.
Cavallini, l’estrema destra, la P2 e i servizi deviati
Nella requisitoria il rappresentante dell’accusa ha ricostruito quanto avvenuto in quei tragici giorni con la preparazione dell’attentato. Secondo l’accusa, nei giorni precedenti al 2 agosto Cavallini, 72enne, attualmente in semilibertà a Terni, ospitò il resto della banda (Mambro, Fioravanti e Ciavardini) in casa a Villorba di Treviso, dando così quantomeno supporto logistico al gruppo. Nella requisitoria di oltre 130 pagine il pg afferma che “è pianamente provato” l’apporto concorsuale e in particolare all’imputato si contesta di avere “fornito alloggio a Mambro, Fioravanti e Ciavardini, nella fase immediatamente precedente alla strage”, di avere falsificato con il documento intestato a Flavio Caggiula, consegnato da Ciavardini a Fioravanti, e di avere “messo a disposizione” dei sodali un’auto con la quale hanno raggiunto “il luogo della strage”. La Procura generale, inoltre, ha giudicato “del tutto inconcludenti le critiche” mosse nel ricorso presentato dalla difesa che “fanno leva sulla mancanza della prova della presenza fisica del Cavallini a Bologna” quel giorno, “della sua attività di detenzione esplosivo e di preparazione del congegno esplodente”. Censure “chiaramente inidonee a inficiare la coerente ricostruzione dei fatti compiuta nella sentenza impugnata, da cui emerge in modo inequivocabile il complesso dei contributi apportati dall’imputato all’impresa criminosa; si tratta di condotte che non restano limitate alla manifestazione dell’affectio esistente tra i sodali della banda armata, ma arrecano un preciso apporto causalmente rilevante alla realizzazione della strage di Bologna”.
Nella requisitoria, inoltre, si afferma come Cavallini “avesse quantomeno una contiguità anche con contesti di Servizi deviati e con ambienti massonici, cui pure è riconducibile la strage. Inserendosi, come già osservato, in quel micidiale e si spera irripetibile humus nel quale convergevano Servizi deviati, P2 e parte dell’eversione nera allo scopo, evidentemente comune anche se per motivi forse differenti, di destabilizzare ed infine distruggere l’assetto democratico e costituzionale dello Stato Italiano”.
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