“Spogliate in Questura”, sabato manifestazione a Brescia. Centri antiviolenza: “Si indaghi. Gravi violazioni dei diritti umani”

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Il caso diventa sempre più ingombrante. Dopo tre interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno Piantedosi, sabato 18 gennaio, proprio davanti alla questura di Brescia, ci sarà alle 15.30 un presidio di protesta “contro gli abusi della polizia e in solidarietà agli attivisti”. A indirlo i gruppi antagonisti, che si mobilitano contro quanto denunciato dalle manifestanti donne di Extinction Rebellion portate via dagli agenti durante il sit in davanti ai cancelli della Leonardo, e alle quali proprio in questura è stato chiesto di togliere gli slip e di fare piegamenti sulle gambe. Comportamenti da parte delle forze dell’ordine – secondo quanto riferito dalle testimonianze – su cui ora intervengono anche i centri antiviolenza: “Se confermati, questi fatti rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e un utilizzo strumentale della violenza di genere come forma di controllo sociale e repressione“, scrivono Brescia Butterfly, Casa delle Donne, Chiare Acque, Donne e Diritti, Rete di Daphne e Viva Donna. “Riteniamo urgente e indispensabile – aggiungono – l’apertura di un’indagine ufficiale per accertare quanto accaduto e garantire piena trasparenza. Ciò – continuano le associazioni – è inaccettabile in un Paese democratico che ha sottoscritto la Convenzione di Istanbul (trattato internazionale firmato da 46 Stati che ha lo scopo di prevenire la violenza sulle donne) e che si impegna, almeno formalmente, a contrastare ogni forma di violenza contro le donne. Riteniamo urgente e indispensabile l’apertura di un’indagine ufficiale per accertare quanto accaduto e garantire piena trasparenza. Chiediamo inoltre che vengano immediatamente adottati protocolli chiari e vincolanti, a partire dalla Questura di Brescia, per prevenire abusi di questo tipo”. Richiesta di chiarezza arriva anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che reputa “molto grave” quanto accaduto, specificando di avere “già depositato delle interrogazioni per fare chiarezza su questo episodio e su altri episodi analoghi. Bisogna far piena luce su questo perché non è accettabile“. Intanto per sabato sono attese centinaia di persone provenienti da altre città, e l’allerta è alta.

Al momento un’inchiesta sulle modalità delle perquisizioni effettuate dalla polizia non è stata aperta. Sul tavolo della Procura di Brescia, però, sono però arrivati tutti gli atti relativi alla protesta di lunedì. Tra gli atti c’è la ricostruzione fatta dalle manifestanti di quanto accaduto dentro gli uffici della questura di Brescia. “Sono stata umiliata. Questo trattamento è stato riservato solo a persone femminilizzate. Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e togliersi i vestiti” ha raccontato la manifestante. Circostanza che la questura di Brescia non ha negato, precisando però che “nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative”.

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L’avvocato Gilberto Pagani, difensore di alcune manifestanti, conferma che anche oggi “non è stata presentata denuncia. Stiamo valutando”, mentre la Procura deve pronunciarsi sulla convalida del materiale sequestrato: pare un pennarello e due bombolette spray usate per scrivere sull’ingresso della fabbrica Leonardo. A Brescia, però, le polemiche non si placano e sale la tensione. A proposito di un’inchiesta per un episodio simile a quello denunciato via media a Brescia da Extinction Rebellion, accaduto il 9 luglio, al termine dell’indagine la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione. La denuncia riguardava quanto successo nel giorno delle manifestazioni contro il G7 Scienza che allora si svolgeva in città. La giovane donna era stata fermata nel corso della protesta durante la quale gli attivisti avevano esposto uno striscione sulla Torre dell’Orologio. Aveva denunciato che, portata in Questura, era stata fatta spogliare e piegare in un bagno sporco. La pm Francesca Rago ha concluso che la poliziotta, indagata per perquisizione arbitraria, non era a conoscenza dei motivi per cui l’attivista era stata portata in Questura e ha svolto gli atti con le modalità previste, senza eccedere i limiti delle proprie attribuzioni. Alla luce di quanto descritto dalla stessa giovane, secondo la Procura, non ci sarebbero stati neppure comportamenti lesivi della dignità o del pudore della persona perquisita.

(immagine dal profilo Instagram di Extintion Rebellion Italia)

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