Scudo penale, Nordio nega e frena la norma: «Non sarà nel ddl Sicurezza»

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“Scudo penale” per le forze dell’ordine? Il governo si tira indietro e lascia la palla «al parlamento sovrano», almeno secondo quanto assicurato ieri dai ministri Nordio e Piantedosi cui si deve, insieme a Crosetto, la prima stesura del ddl Sicurezza attualmente in esame al Senato. Ma nel frattempo i Fratelli di Giorgia Meloni lavorano in competizione con l’agguerrita Lega per aggiudicarsi il primato di partito più vicino a polizia e carabinieri, arrivando addirittura ieri a lanciare una raccolta firme «a sostegno degli uomini e delle donne in divisa» per giustificare alcune delle norme del pacchetto Sicurezza più criticate e maggiormente a rischio di incostituzionalità, come indicato dal presidente della Repubblica. A Mattarella il governo ha promesso di correggere cinque punti, anche se la Lega sta facendo di tutto per evitare un nuovo passaggio alla Camera in terza lettura.

«NON SI È MAI PARLATO di scudo penale per forze di polizia inteso come impunità», ha chiarito ieri il titolare di via Arenula ricevendo per questo il plauso di Forza Italia. «Ci sono problemi tecnici del processo penale che si sono rivelati pieni di criticità e stiamo studiando la possibilità di intervenire a vari livelli. C’è una distonia tra l’istituzione dell’informazione di garanzia e del registro degli indagati che dovrebbe servire a garantire la difesa di chi è sottoposto ad un’indagine e che invece si è trasformato in un marchio d’infamia, di condanna anticipata e talvolta addirittura in una preclusione all’assunzione di cariche pubbliche», ha spiegato Carlo Nordio assicurando che comunque la norma su cui si sta discutendo anche con toni aspri a Palazzo Chigi «sarà messa in un provvedimento a parte, sicuramente non adesso nel ddl Sicurezza».

Più dubbioso il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, a chi gli chiede se lo “scudo penale” possa trovare spazio nel ddl Sicurezza, ribatte: «Dovete chiedere al Parlamento, che è libero e sovrano». D’altronde per il titolare del Viminale il ddl di iniziativa governativa su cui stanno lavorando le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato già contiene norme che possono «ulteriormente rafforzare le forze di polizia e la magistratura».

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COSÌ, MENTRE le due forze di estrema destra del governo litigano e si contendono un pezzetto di elettorato, il portavoce nazionale di FI Raffaele Nevi si rallegra della decisione di Nordio e sulla nuova norma mette un punto fermo: «Non deve assolutamente essere un provvedimento che permette l’impunità a chi commette reati, anche se appartengono alle forze dell’ordine». Mentre Maurizio Lupi (Noi moderati), incoraggia «il centrodestra» a trovare un accordo «nel rispetto delle diverse sensibilità e dei principi costituzionali», sia per lo “scudo penale” che per «il ddl Sicurezza che si può migliorare ulteriormente in tempi brevissimi al Senato per poi essere approvato rapidamente».

Non si è mai parlato di scudo penale per forze di polizia inteso come impunità. Stiamo studiando la possibilità di intervenire a vari livelli. Carlo Nordio

COME DETTO, cinque sono i punti da modificare nel testo perché in evidente contrasto con i diritti costituzionali, secondo le indicazioni del Colle che naturalmente si esprimerà a tempo debito sull’eventuale “scudo penale”: il divieto di vendita di carte telefoniche Sim ai migranti privi di permesso di soggiorno (articolo 32), l’eliminazione dell’obbligo di differimento pena per le donne incinte o con bambini piccoli (art.15), le aggravanti per violenza minaccia e resistenza a un pubblico ufficiale che surclassano le circostanze attenuanti (art. 19), il nuovo reato di rivolta in carcere e nei Cpr quando si realizza tramite resistenza passiva a un ordine (art. 26), e le aggravanti per chi protesta contro le opere strategiche (art. 19). In più, secondo i tecnici del Quirinale, l’elenco delle opere contro le quali sarebbe vietato manifestare dovrebbe essere contenuto in un ddl parlamentare e non in un decreto ministeriale.

Lo nuova norma a difesa dell’operato delle forze dell’ordine sarà inserita nel ddl Sicurezza? Dovete chiedere al Parlamento, che è libero e sovrano. Matteo Piantedosi

A QUESTO PUNTO Giorgia Meloni si trova nella delicata situazione di inseguire un aplomb istituzionale cercando di non tradire la sua vocazione barricadera. Ecco perché proprio ieri il suo partito ha lanciato una raccolta firme al grido «Basta aggressioni contro le forze dell’ordine» che, come spiega il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli, «sostiene le proposte di Fratelli d’Italia per l’inasprimento delle pene per resistenza, violenza, minaccia e lesioni al pubblico ufficiale, per la creazione del reato di rivolta in carcere e per l’implementazione degli strumenti di difesa e di tutela legale».

LA PROTESTA si solleva in coro da tutte le forze di opposizione. «Non si usa il codice penale per inviare segnali», ammonisce Riccardo Magi (+Europa). Per Nicola Fratoianni (Avs) lo “scudo penale” è una «bestialità istituzionale». «Fortemente contrario» il Pd di Elly Schlein perché «la legge è uguale per tutti e tanto più lo deve essere per chi ha il potere di farla rispettare. Sarebbe pericoloso un quadro in cui si creasse un’impunità generalizzata».

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