Il J. Paul Getty Trust e diversi partner culturali hanno lanciato un fondo d’emergenza di 12 milioni di dollari (si chiama La Arts Community Fire Relief Fund) per aiutare artisti e operatori della cultura che hanno perso le case, gli studi o i mezzi di sostentamento a causa dei massicci incendi che stanno ancora devastando Los Angeles. Una somma consistente, ma non specificata, proviene dallo stesso Getty, che grazie alla sua dotazione di 9,1 miliardi di dollari è l’organizzazione artistica più ricca del mondo.
Altre donazioni al La Arts Community Fire Relief Fund sono arrivate dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, dalla Ford Foundation e dal Mohn Art Collective (che raduna il Los Angeles County Museum of Art, il Museum of Contemporary Art e l’Hammer Museum), tra le altre organizzazioni non profit. Hanno contribuito anche le gallerie commerciali Hauser & Wirth e Gagosian, così come i Musei del Qatar e la East West Bank.
«Non si tratta di un Getty che si impone su tutto e si limita ad annunciare le proprie decisioni», afferma Jeffrey Deitch, il gallerista che ha partecipato alle prime conversazioni sull’iniziativa. «È un insieme di artisti, galleristi, musei, mecenati d’arte, aziende come la East West Bank. È un esempio di comunità che si unisce».
«Los Angeles è una comunità molto sensibile nei confronti degli artisti e sarebbe orribile perdere l’una o perdere gli altri», ha dichiarato la presidentessa del Getty Katherine Fleming. «Siamo consapevoli che ci sarà un’enorme mole di burocrazia per le vittime di questo incendio, quindi vogliamo che le pratiche siano le più rapide e indolori possibili». Le domande di sovvenzione possono essere inoltrate attraverso il Centro per l’Innovazione Culturale a partire dal 20 gennaio.
In un’altra occasione, all’inizio di marzo 2020, quando il Covid-19 imperversava negli Stati Uniti e aveva indotto tutte le istituzioni culturali di Los Angeles a chiudere, il Getty fu più lento ad agire. Nell’aprile dello stesso anno annunciò un fondo di 10 milioni di dollari per sostenere «i musei e le organizzazioni di arti visive senza scopo di lucro con sede a Los Angeles». Questa volta l’annuncio del finanziamento è arrivato solo otto giorni dopo che il Getty Villa Museum aveva dovuto dispiegare i sistemi di irrigazione e le barriere antifumo per proteggere i terreni e la collezione dall’incendio di Palisades, che si stava avvicinando rapidamente. Attualmente l’incendio, che si estende su oltre 9.300 ettari, è ancora attivo e contenuto solo al 19%.
L’urgenza e la collaborazione sono in questo caso entrambi importanti, dice Kathryn Andrews, un’artista che ha appena perso la sua casa nell’incendio di Palisades e che la scorsa settimana ha contribuito a co-fondare il fondo di soccorso popolare «Grief and Hope», «per aiutare gli artisti e i lavoratori dell’arte locali con le forniture, le necessità mediche e le esigenze abitative a breve e a lungo termine». Pur non essendo ufficialmente coinvolta nel nuovo fondo di soccorso, l’artista afferma che il suo team è stato «in regolare comunicazione con il gruppo più ampio, discutendo su come identificare le vittime, come comprendere le loro esigenze e come approfondire i modi in cui si può collaborare».
«Stiamo ancora tenendo in funzione “Grief and Hope”, che continuerà nelle prossime settimane. Siamo stati contattati da molte organizzazioni artistiche a livello nazionale che vogliono un posto dove inviare i fondi generati dalle aste d’arte e dalle raccolte di fondi». Oltre a una pagina GoFundMe, il gruppo accetta donazioni a partire da 10mila dollari attraverso il suo sponsor fiscale, il Brick.
Nel frattempo, «Grief and Hope» sta per raggiungere il suo obiettivo iniziale di 500mila dollari e sta iniziando un altro ciclo di raccolta fondi «per poter aiutare più persone».
Intanto, si stanno stilando elenchi di opere d’arte andate distrutte nei roghi. Il gallerista Ron Rivlin, per esempio, ha dichiarato a «The New York Times» di aver perso, nella distruzione della sua casa di Pacific Palisades, circa 200 opere d’arte, tra cui 30 lavori di Andy Warhol e altri di Keith Haring, Damien Hirst, John Baldessari e Kenny Scharf. Vari artisti hanno visto distrutti le loro case e i loro studi. Tra questi, Diana Thater, T. Kelly Mason, Camilla Taylor, Kelly Akashi e Paul McCarthy. Un’altra domanda legittima è: quante opere d’arte contenevano le dimore delle star hollywoodiane? Tra le celebrità delle quali è andata in fumo la casa, Jamie Lee Curtis, Anthony Hopkins, Mel Gibson, Jeff Bridges, Paris Hilton, Billy Crystal, Adam Brody, Leighton Meester e Rosie O’Donnell.
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