Modello Caivano a Roma: Meloni ignora le richieste del ‘suo’ minisindaco e commissaria un altro municipio (di sinistra)

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Giorgia Meloni preferisce commissariare un territorio di centrosinistra, invece che accontentare le richieste dell’unico municipio di Roma amministrato dal centrodestra. Il governo infatti ha scelto di applicare il “modello Caivano” al quartiere Quarticciolo-Alessandrino, sottraendolo al controllo del Campidoglio e del Municipio V, amministrato dal Partito Democratico. Una decisione che ha suscitato non poche polemiche, soprattutto considerando che la richiesta di intervento era arrivata dal presidente del VI Municipio, Nicola Franco, esponente di Fratelli d’Italia.

Il malcontento tra cittadini e politica – Il Quarticciolo, pur affrontando gravi difficoltà sociali e strutturali, non aveva esplicitamente richiesto un’intervento così drastico, sollevando il malcontento tra i residenti, le associazioni locali e i partiti di maggioranza. Emanuela Droghei, coordinatrice dalla segreteria del Pd Roma, ha protestato: “Sicurezza e legalità non si costruiscono con decreti e zone rosse: così al limite si sposta solo il problema un po’ più in là, nei quartieri vicini”. Il rappresentante del comitato di quartiere, Pietro Vicari, ha dichiarato a Romatoday: “Da anni lavoriamo per aprire spazi sociali e offrire alternative alla strada ai giovani. Il rischio è che municipio o comune, silenti sul decreto, siano bypassati sui tanti progetti che abbiamo in campo”. Il comitato, impegnato nella gestione di servizi come biblioteche, doposcuola e una palestra sociale, teme che l’approccio del governo rischi di essere puramente repressivo: “Qui bisogna agire sul decoro, sul patrimonio Ater, in cui gli anziani sono ostaggi in casa perché gli ascensori non funzionano. Il pericolo è che si tratti di una mangiatoia per pochi“.

La polemica – Nel frattempo nel VI municipio la scelta di non applicare il modello Caivano a villaggio Falcone divide i partiti politici. Nicola Franco, infatti, aveva sollecitato un intervento diretto del governo, in particolare nel quartiere Villaggio Falcone, teatro di gravi episodi di cronaca, tra cui la sparatoria per strada in cui è morta Caterina Ciurleo. In una lettera indirizzata alla premier, Franco aveva descritto la drammatica situazione: “Parliamo di omicidi in pieno giorno, rapine, spaccio di droga“. La sua richiesta di includere Villaggio Falcone nel decreto Caivano si era fatta sempre più urgente, dopo anni di disinteressamento da parte del Comune di Roma come dichiarato da Franco, che aveva richiesto la riqualificazione dell’ex Heaven, unico centro sportivo della zona di proprietà del comune di Roma. Nonostante il sostegno di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, il governo ha deciso di ignorare le richieste di Franco, estendendo invece il decreto al Quarticciolo. Questa scelta ha suscitato le critiche delle opposizioni, che hanno visto nell’inclusione del Quarticciolo una mossa politica, quasi come se il governo volesse commissariare un territorio del centrosinistra. Fabrizio Compagnone, capogruppo municipale del Pd, ha commentato: “Erano mesi che si parlava della possibilità del decreto Caivano per i quartieri difficili del Municipio VI. Bene, anzi male. Il Governo ha approvato un decreto per estenderlo in altri quartieri e per Roma ha scelto il Quarticciolo, ignorando Villaggio Falcone”. Il segretario del Pd del territorio di Villaggio Falcone, Simone Cardellini, ha rincarato la dose, accusando la destra di utilizzare le periferie per fini propagandistici, senza affrontare i problemi reali. “Per mesi l’hanno fatta diventare la cantilena della giunta Franco del mettere Villaggio Falcone nel decreto Caivano e alla fine questo aiutino da parte di Meloni alla propaganda di Franco non c’è stato, probabilmente ci sono problemi interni tra loro. La questione è che l’estensione del decreto Caivano a Villaggio Falcone non avrebbe risolto alcun problema, gli interventi spot e propagandistici non risolvono i problemi reali dei territori ma questo alla destra non sembra importare, troppo impegnata a raccontare questi territori come quartieri degradati e totalmente disinteressata a risolverne i problemi, ma si sa che a destra la propaganda è tutto, non sanno fare altro a prescindere dall’istituzione che governano” ha dichiarato.

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La risposta del minisindaco – D’altra parte, la maggioranza di centrodestra ha difeso la decisione. Nicola Franco ha sottolineato, a Romatoday, che l’intervento del governo non era una manovra politica, ma un’azione mirata al ripristino della legalità. “Non si smentisce mai il PD, sempre contro i territori. Così come a livello nazionale tifa contro gli interessi nazionali, così a livello municipale gioisce per le cose che non vanno. Il problema è che il PD non conosce le cose né le sa interpretare. I democratici romani alzano una polemica con il Governo Meloni perché nel Decreto Caivano è stato inserito il Quarticciolo, nel Municipio V, e non Villaggio Falcone, come da noi richiesto. Ma cosa c’è di strano? Anzi, se il PD avesse avuto occhi per leggere, avrebbe scoperto che nella Finanziaria, grazie a un emendamento dell’On. Fabio Rampelli, Vicepresidente della Camera dei Deputati e Deputato eletto in questa circoscrizione, sono stati stanziati 500mila euro per la riqualificazione dell’ex Heaven, unico centro sportivo della zona, di proprietà di Roma Capitale”. Per Franco, l’importante è che le periferie, da sempre abbandonate dalla politica nazionale, ricevano finalmente attenzione. “Se il Governo Meloni ha scelto di inserire il Quarticciolo, noi siamo contenti. Significa che non ha fatto una scelta di partito, scegliendo l’unico Municipio ‘amico’, ma una scelta basata sul ripristino della legalità, visto che anche Quarticciolo è una grande piazza di spaccio. Siamo contenti perché anche il Quarticciolo è periferia e, visto che Tor Bella Monaca ha ricevuto grandi investimenti dal Pnrr, è giusto che anche altre periferie vengano aiutate. Noi siamo contenti quando si aiutano le periferie, non tifiamo mai contro”.



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