Reggio Emilia «Passi una vita a servire i cittadini lavorando coi loro figli a scuola come docente, dando alle persone e alle imprese risposte negli uffici comunali, difendendo la salute della gente in ospedale. Lavori per decenni e poi scopri che stipendio, liquidazione e conteggio della pensione sono da rivedere. Perché? Perché non si è tenuto conto dell’adeguamento del tuo contratto». Chi parla è Domenico Pacchioni, segretario generale di Fnp Cisl Emilia Centrale, la categoria che tra Modena e Reggio Emilia lavora pancia a terra a favore di oltre 45.000 pensionati iscritti. Categoria che, per la prima volta, nel 2024 ha avviato uno screening sperimentale che ha permesso di scoprire e dato assistenza a 238 casi di ex dipendenti pubblici (169 a Modena, 70 a Reggio) che sono andati in pensione tra il febbraio 2019 e il dicembre 2023, ai quali non erano stati applicati gli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale del 2019.
Le storie
Per dirla, letteralmente, in soldoni: un docente che è andato in pensione nel settembre del 2021 ha scoperto di aver diritto a 5.000 euro aggiuntivi per la sua liquidazione. Un altro ex insegnante, ritiratosi nel 2022, aveva diritto a 1.960 euro (lordi) di arretrati che non erano stati conteggiati nel suo stipendio, nonostante fossero trascorsi tre anni dall’entrata in vigore degli aumenti stabiliti. E di conseguenza andrà ricalcolata la pensione di questo docente.
Numeri in crescita
«Queste storie sono solo una goccia nel mare e continuano a crescere, il 2025 sarà molto, molto impegnativo, complice il fatto che la stessa situazione si sta replicando per il rinnovo contrattuale 2022-2024. Abbiamo già situazioni di lavoratori del pubblico impiego che non solo non hanno ottenuto questi aumenti, ma nemmeno sono stati pagati loro i soldi del 2019-2021 – prosegue Pacchioni –. Allora, concordo tantissimo con chi chiede servizi pubblici più efficienti, più vicini a chi lavora e alle famiglie, ma allo stesso tempo credo che la qualità di un servizio pubblico si misuri anche nel modo in cui vengono gestiti i diritti dei suoi lavoratori. Se scatta un aumento, dovrebbe essere percepito senza problemi mentre per molti è una battaglia. Ricordo che parliamo di persone che dopo una vita di sacrifici, con stipendi non certo da nababbi, potranno ricevere la loro liquidazione solo dopo 15 o 27 mesi, a seconda dei casi. Un ritardo che è una cronica vergogna italiana». Un problema che è diventato panico per oltre 30 ex dipendenti che anche dopo questo termine lunghissimo non avevano visto il becco di un quattrino. L’intervento del sindacato nel 2024 ha risolto il 100% di questi casi.
Lo screening
L’attività di Fnp si è articolata su tre fasi. Primo: il check sugli arretrati che dovevano essere presenti in busta paga. È stata la cosa più semplice, gran parte degli Enti pubblici datori di lavoro (Comuni, Ausl, Ministero) avevano fatto il loro dovere. Solo un 10% delle verifiche hanno dato esito negativo e in questi casi il sindacato ha inviato un’istanza che ha interrotto la prescrizione dei termini. Secondo step: il controllo sul corretto importo della liquidazione. È qui che è emerso il guaio più rilevante, specialmente tra gli ex dipendenti della scuola. Il lavoro del sindacato con i singoli Istituti scolastici e con l’ufficio scolastico provinciale (il provveditorato, come si diceva una volta) ha dato i suoi frutti, costruendo una buona collaborazione territoriale. La palla è passata, all’Inps, sulla quale prosegue il pressing di Fnp, affinché venga pagata agli ex dipendenti la liquidazione o venga ri-liquidata per gli importi mancanti. Terzo controllo: la rivalutazione della pensione. Aver scoperto che si aveva diritto ad uno stipendio maggiore (lo ricordiamo: per effetto degli adeguamenti contrattuali) ha comportato la richiesta di ricalcolo delle pensioni. Attività che compete all’Inps, ancora una volta, verso la quale Fnp Cisl ha trasmesso una istanza per ogni lavoratore interessato da questa situazione.
Proteggetevi Pacchioni si dice «orgoglioso del lavoro condotto dallo staff Fnp, che ci ha portati dentro ad una giungla dove spesso la prima causa del problema è la mancanza di personale nelle segreterie delle scuole, nel provveditorato, in alcuni Comuni. Invito tutti i lavoratori del pubblico impiego che sono andati in pensione tra il febbraio 2019 e lo scorso anno ad effettuare un controllo. Come abbiamo visto, spesso parliamo di parecchi soldi in ballo». Per contattare gli uffici Fnp di Modena e Reggio Emilia basta chiamare il numero 059.890846 (riferimento: Manuela) o scrivere alla mail fnp.emiliacentrale@cisl.it l
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