“L’informazione che voi rappresentate è sorgente di libertà” Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, al XVII Congresso Usigrai

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“L’informazione che voi rappresentate è sorgente di libertà” Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, al XVII Congresso Usigrai

Roma – “Trent’anni fa nasceva Libera, un’associazione di associazioni. Oggi la trovate ben presente in tutta l’America Latina, in Europa, in Africa. Il ‘noi’ è un elemento vitale per la società, per la Chiesa. Oggi più che mai è necessario unire le nostre forze per diventare una forza, nel senso del servizio per il bene comune. Se c’è bisogno di un progresso, che ci deve veramente coinvolgere tutti, questo progresso è crescere in umanità. Sentendo le voci, le testimonianze, avverto fortissimo questo bisogno di umanità che chiama in gioco ciascuno di noi e si salda ad un’altra parola fondamentale: responsabilità. L’umanità è sempre in divenire. Dunque l’augurio che faccio a tutti voi è di essere davvero solidi. Pensando all’esperienza del Gruppo Abele e a Libera, credo di poter condividere con voi, con tutti i miei limiti, un concetto: l’informazione, che voi rappresentate, è sorgente di libertà e democrazia”.

Sono le parole di don Luigi Ciotti, Presidente dell’Associazione “Libera”

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intervenuto oggi nel corso della seconda giornata del XVII Congresso Nazionale USIGRAI a Milano Marittima, con un intervento su “Cosa succede se le Comunità non hanno più notizie: l’esperienza di Libera Informazione”.

La democrazia:

“La democrazia progredisce solo se è costituita da cittadini informati, attenti – ha aggiunto don Ciotti -. Mi pare importante condividere con voi che l’informazione è importante soprattutto per la formazione delle coscienze. Voi avete una responsabilità immensa nella vostra professione. Voglio esprimere stima e affetto per quanti di voi si mettono al servizio del bene comune. Questo ruolo importante deve avere almeno tre caratteristiche. Essere un’informazione libera, essere pluralista, essere – come ci ricordava un grande amico, grande giornalista RAI, Roberto Morrione – rigorosa. Rigorosa nella ricerca della verità”.

Proteggere i giornalisti significa proteggere la democrazia

Secondo don Ciotti, “Proteggere i giornalisti significa proteggere la democrazia, che non è un dogma ma una continua ricerca di verità. Pochi giorni fa eravamo a Palermo per ricordare Libero Grassi, l’imprenditore che scrisse una lettera a chi gli chiedeva il pizzo. Disse delle parole chiare: che non avrebbe mai piegato la testa. Quel gesto trovò risonanza sui media e in televisione. Una cosa vi confido: che proprio Libero Grassi, poi ucciso da Cosa Nostra per il suo invito a mettersi in gioco, un giorno disse che lui si era affidato ai giornali perché credeva nei media”.

Il Ringraziamento ai giornalisti:

“Grazie per il lavoro che fate: l’informazione è un veicolo di cittadinanza attiva – ha sottolineato don Ciotti -. Per questo c’è bisogno di un’informazione che stimoli continuamente e aiuti a scendere in profondità nella conoscenza. Abbiamo bisogno di una sana informazione, ne abbiamo davvero tanto bisogno. Dobbiamo dire no alla superficialità, all’informazione usa e getta che non aiuta le persone a saper distinguere e scegliere. Dunque un’informazione che senta la responsabilità educativa. L’informazione, attraverso alcuni canali RAI, ci ha permesso di tenere viva la memoria, di avere documenti, di rilanciarli e condividerli. Allora l’informazione in questo senso è veramente bene comune che non può essere inquinato da interessi di parte, dalla nefasta influenza della politica. Se l’informazione non è del tutto libera, allora non è informazione”.

L’etica del racconto

“Il giornalismo – sono le parole di don Ciotti – implica sempre un’etica del racconto. Nella RAI questa responsabilità è ancora più pesante. Per questo da parte mia c’è una ragione di maggiore affetto nei vostri riguardi. Se oggi si è passati dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato, c’è una responsabilità di qualcosa che è venuta meno nel passato. Venuta meno l’attenzione, il fatto sparisce. Ma non spariscono i problemi che l’hanno generato. Le mafie e la corruzione non godono solo di sostegno attivo, ma anche di quello passivo. Si rinforzano se cresce la sottovalutazione, la rassegnazione, la delega. Abbiamo bisogno di una continuità importante per smuovere le coscienze. Oggi le Mafie sono più forti di prima. Dobbiamo aiutare la gente a prendere coscienza di questo male. Riconoscere una realtà che vede le imprese di mafia agire stabilmente insieme alle imprese che mafiose non sono: oggi c’è questa integrazione tra l’economia legale e criminale. La criminalità organizzata è in continua trasformazione e si adegua alle mutevoli condizioni dei mercati. Le reti di impresa vengono attratte dal crimine organizzate”.

Il ruolo dei cittatini

Don Ciotti ha ricordato “il ruolo dei cittadini, che sono chiamati ad essere informati. Le Mafie fanno sempre nuovi affari, nuove alleanze. Dunque, non basta tagliare la malerba in superficie. Sono anni che nel Paese, che io amo, parliamo di Mafie, nonostante l’impegno, la generosità, il sacrificio di tanti e il grande lavoro fatto. Estirpare il male alla radice è una grande sfida culturale. C’è bisogno di voi, di una RAI grande espressione del suo popolo. La ‘Ndrangheta calabrese oggi è presente in cinque continenti: tutto questo ci impoverisce. Quando diciamo mafia, diciamo droga, usura, estorsioni, ecomafie. Non dimenticate mai che in Vaticano questo Papa ha voluto ragionare insieme a Libera sui beni confiscati. Tutto questo è un segno di libertà, di dignità, di una speranza, che ci riguarda tutti”.



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