JPMorgan Chase batte le attese. La più grande banca americana per patrimonio, guidata da Jamie Dimon ha superato le stime per quanto riguarda i ricavi e gli utili del quarto trimestre. Ma non solo. Gli AuM, gli assets under management, ovvero gli asset gestiti dal colosso toccano i 4.000 miliardi di dollari.
I risultati della divisione wealth management
Scorrendo la trimestrale del colosso bancario emerge che la divisione asset e wealth management di JPMorgan Chase ha registrato un patrimonio in gestione di 4.000 miliardi di dollari al 31 dicembre, con un aumento del 18% su base annua rispetto ai 3.420 miliardi di dollari dell’anno precedente e in lieve incremento rispetto ai 3.900 miliardi di dollari del terzo trimestre precedente.
Secondo il comunicato stampa che ha accompagnato la trimestrale, l’azienda ha attribuito l’aumento a “continui afflussi netti e a livelli di mercato più elevati”.
Jamie Dimon ha sottolineato nel comunicato che nella divisione asset e wealth management la raccolta netta dei clienti è stata di 486 miliardi di dollari nel 2024, per una raccolta netta cumulativa negli ultimi due anni di 976 miliardi di dollari. Nel quarto trimestre del 2024, i prodotti azionari hanno registrato 41 miliardi di dollari di afflussi netti, seguiti dai prodotti a reddito fisso con 18 miliardi di dollari, dai prodotti multiasset con 14 miliardi di dollari e dagli alternativi con 3 miliardi di dollari, secondo il comunicato integrativo sugli utili. I prodotti di liquidità hanno registrato una raccolta netta di 94 miliardi di dollari nel quarto trimestre.
L’andamento dei mercati e altri fattori hanno contribuito a far defluire 29 miliardi di dollari di asset in gestione nel quarto trimestre, secondo il supplemento.
JP Morgan batte le attese: focus sull’investment banking
Guardando agli altri dati emersi dalla trimestrale, l’utile netto di JPMorgan è salito del 50% a 14 miliardi di dollari nel trimestre, grazie al calo del 7% delle spese non legate agli interessi rispetto all’anno precedente. I ricavi invece sono saliti del 10% a 43,74 miliardi di dollari, grazie ad un reddito netto da interessi migliore del previsto, pari a 23,47 miliardi di dollari, superando le stime di StreetAccount che prevedevano circa 400 milioni di dollari.
Ma non solo. Il mese scorso, il cda del gruppo ha dichiarato che i ricavi dell’investment banking sarebbero aumentati del 45% nel quarto trimestre e che i ricavi da trading sarebbero aumentati di circa il 15%. Ebbene, la trimestrale appena pubblicata prevede che i ricavi dell’Investment Banking sono andati oltre le previsioni della stessa banca d’affari, segnando 2,6 miliardi di dollari, un aumento del 46%. Le commissioni di Investment Banking invece sono aumentate del 49%, trainate da commissioni più elevate su tutti i prodotti.
Le banche hanno chiuso l’anno con diversi motivi per essere ottimiste: l’attività di Wall Street si è ripresa mentre i consumatori resistono, sullo sfondo la vittoria elettorale di Donald Trump che ha fatto sperare in un alleggerimento normativo.
Jamie Dimon: “Condizioni più pericolose della II guerra mondiale”
E’ positiva la view per il 2025 con la banca che stima di registrare un margine di interesse di 94 miliardi, a fronte dei 91 previsti dal consensus tra gli analisti.
Nella nota che ha accompagnato la trimestrale, il CEO Jamie Dimon, uno dei banchieri più importanti a livello globale, ha espresso le sue opinioni sul contesto economico attuale e futura.
L’economia statunitense è stata resiliente. La disoccupazione rimane relativamente bassa e la spesa dei consumatori è rimasta sana, anche durante le festività. Le aziende sono più ottimiste sull’economia e sono incoraggiate dalle aspettative per un programma più favorevole alla crescita e una migliore collaborazione tra governo e aziende. Tuttavia, rimangono due rischi significativi. I requisiti di spesa in corso e futuri saranno probabilmente inflazionistici e, pertanto, l’inflazione potrebbe persistere per un po’ di tempo. Inoltre, le condizioni geopolitiche rimangono le più pericolose e complicate dalla seconda guerra mondiale. Come sempre, speriamo nel meglio, ma prepariamo la società per un’ampia gamma di scenari”.
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