Gli attacchi incendiari che la Russia dice essere provocati da truffe telefoniche

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Nella seconda metà di dicembre in varie città della Russia ci sono stati attacchi incendiari contro edifici sia pubblici che privati. Sono stati almeno 34, e secondo i media russi indipendenti c’era già stato un precedente dall’inizio della guerra in Ucraina: lo scorso agosto gli attacchi noti furono pochi di più, 37. Il regime ha punito i responsabili, cittadini russi, utilizzando le leggi antiterrorismo e ha incolpato l’Ucraina di averli reclutati.

Secondo i servizi segreti interni (FSB) non si sarebbe trattato di sabotaggi per motivi politici, ma il risultato di truffe telefoniche. In sostanza gli assalitori, molto diversi per età e professione, sarebbero stati convinti a trasferire denaro sui conti delle persone che li avevano contattati in cambio della promessa di un ritorno economico eccezionale. Poi sarebbero stati ricattati: i truffatori avrebbero detto loro che per riavere indietro i soldi dovevano incendiare un obiettivo prestabilito.

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La maggior parte degli attacchi è avvenuta nelle due principali città della Russia, Mosca (9) e San Pietroburgo (16), tra il 13 e il 22 dicembre. Il primo è stato a Yekaterinburg, nella regione degli Urali. Sono state arrestate persone di varia estrazione sociale, che per via delle leggi antiterrorismo rischiano pene detentive molto lunghe: ragazzi di 17 e 18 anni, diversi ventenni, una donna di 68 anni e un pensionato di 64. Tutte loro avevano inviato cospicue somme a chi li ha poi ricattati. Gli attacchi hanno colpito, tra gli altri, sportelli bancari, uffici postali, centri commerciali e di reclutamento dell’esercito.

Agenti di polizia con alcuni alcolici confiscati a capodanno a San Pietroburgo (AP Photo/Dmitri Lovetsky)

Dall’inizio della guerra ci sono stati in tutto 156 attacchi in Russia, secondo il giornale indipendente Mediazona. Il numero totale è probabilmente più alto: il regime ha un controllo pressoché totale sui media e gli episodi documentati sono solo quelli di cui circolano video su Telegram o di cui viene data notizia sui media russi. Inoltre gli atti di sabotaggio contro i centri di reclutamento sono aumentati da quando, nel settembre del 2022, il presidente Vladimir Putin annunciò una «mobilitazione parziale» assai impopolare.

Gli attacchi si sono intensificati dopo il 19 dicembre: sulla data ci sono alcune ipotesi. Il 19 dicembre c’è stata l’annuale conferenza stampa in cui Putin ha risposto per quattro ore e mezza alle domande di alcuni giornalisti e cittadini, ovviamente selezionate in anticipo (in quella di quest’anno si è rammaricato di non aver ordinato «prima» l’invasione dell’Ucraina). Inoltre il 20 dicembre è il cosiddetto «giorno dei cekisti», cioè una giornata di ferie riservata al personale dei servizi segreti che ricorre nel giorno in cui nel 1920 fu fondata la Čeka, la polizia segreta sovietica antenata del KGB e dell’FSB di oggi.

Vladimir Putin al telefono con una bambina, per un'iniziativa propagandistica, il 7 gennaio a Mosca

Vladimir Putin al telefono con una bambina, per un’iniziativa propagandistica, il 7 gennaio a Mosca (EPA/ALEXANDER KAZAKOV/KREMLIN)

Come detto, l’FSB accusa gli ucraini. Il governo ucraino non ha commentato pubblicamente gli attacchi: è normale e non avviene quasi mai, neppure per quelli assai più rilevanti. Alcuni funzionari dei servizi segreti ucraini sentiti dall’Economist, però, non hanno escluso un coinvolgimento di qualche tipo. Uno di loro ha attribuito l’iniziativa a imprecisati criminali che gestiscono i call center: «Riescono a manipolare le persone. Sono mossi principalmente dal denaro, ma potrebbero occasionalmente servire la patria». Un altro ha detto che sono operazioni di routine: «Puoi convincere una nonna a tirare una molotov a un ufficio militare, se il prezzo è giusto».

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Già da prima della guerra, per via del diffuso bilinguismo, call center basati in Ucraina prendevano di mira utenti russi, truffandoli. È avvenuto e avviene anche il contrario, però: con metodi simili i servizi segreti russi hanno orchestrato attacchi incendiari a veicoli militari in Ucraina. Sono stati oltre 341 solo l’anno scorso: sono state incriminate 184 persone, a cui era stato promesso del denaro in cambio dei sabotaggi.

A fine dicembre il governo russo ha preso alcune contromisure per rendere meno praticabili le truffe, di cui si era lamentato lo stesso Putin. È stata vietata la cosiddetta “telefonia IP”, cioè (semplificando) le chiamate che attraverso internet arrivano dall’estero ai telefoni delle persone, spesso con numeri contraffatti che impersonano quelli di banche o altri enti pubblici. La misura, che entrerà definitivamente in vigore a settembre, è stata raccontata come una risposta alle attività ostili ucraine.

– Leggi anche: L’Ucraina vuole scambiare i due soldati nordcoreani catturati nel Kursk

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