cosa sappiamo sulle violenze a Capodanno a Milano

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Le ragazze che hanno raccontato di essere state aggredite e molestate in piazza Duomo a Milano a Capodanno sono otto: gli investigatori stanno cercando di risalire ai responsabili utilizzando software di riconoscimento facciale.

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Salgono a otto le ragazze che hanno raccontato di essere state aggredite e molestate in piazza Duomo a Milano a Capodanno. Per risalire agli autori di queste violenze sono al lavoro la Procura e la polizia: fondamentali sono le telecamere di video sorveglianza della zona che avrebbero ripreso tutto e il racconto delle giovani e dei testimoni.

É stato tremendo. Un incubo. Un muro di uomini mi ha bloccato e risucchiato”, racconta una delle vittime. “Ero atterrita, sono stata travolta da un fiume di uomini“, ha raccontato invece la prima giovane che ha denunciato. Si tratta di una ragazza belga che aveva raccontato tutto a un giornale locale. Chi ha deciso di parlare e raccontare quanto ha subìto sono state tre ragazze belghe, una inglese, una donna sudamericana, una lombarda e una ventenne emiliana. Al momento sono state formalizzare tre denunce. Ma le vittime potrebbero essere molte di più. La Procura ha aperta un’inchiesta, affidata alla pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella, contro ignoti per violenza sessuale di gruppo.

“I fatti di Milano sono assolutamente inaccettabili e richiamano forte l’attenzione sul tema della violenza contro le donne e del rispetto dei diritti fondamentali e dei nostri valori costituzionali”, ha tenuto a precisare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Le ragazze vittime di taharrush gamea

Tutte le ragazze raccontano di essere state accerchiate da un gruppo di ragazzi che avrebbe iniziato a toccarle. Sarebbero state tutte vittime del taharrush gamea: si tratterebbe di un’espressione in lingua araba che rappresenta un’aggressione sessuale di massa nei confronti di una donna. Milano non è che l’ennesima città in cui avviene questo tipo di aggressione. La prima volta che è stato usato questo termine sarebbe stato nel 2015 in Egitto. Chi siano però gli aggressori di Milano non è ancora chiaro. Ci sarebbero però i video della telecamere della centralissima piazza Duomo – almeno tre dislocate in più angoli – che avrebbero ripreso quanto accaduto.

Tre anni prima lo stesso tipo di aggressione

Non è che l’ennesima aggressione nello stesso posto e in occasione degli stessi festeggiamenti. Solo tre anni prima altre ragazze sono state vittime di violenza: sono state circondate da uomini che nel giro di pochi secondi le hanno molestate. Le giovani, anche in quell’occasione, avevano potuto contare un po’ sulla folla e sulle forze dell’ordine presenti in piazza e a cui si erano rivolte. Alcuni di quei aggressori sono stati arrestati e condannati. Anche allora il metodo utilizzato era quello del taharrush gamea, che si è ripetuto 15 giorni fa. Per risalire ai responsabili gli investigatori stanno utilizzando software di riconoscimento facciale in dotazione alla polizia: l’esempio è quello dell’applicazione Sari che è capace di immortalare l’immagine dei volti delle persone presenti e confrontarle con quelle dei sospettati presenti negli archivi delle forze dell’ordine. Le indagini vanno avanti.

Le parole del ministro Piantedosi

Sull’accaduto è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha spiegato come erano stati decisi i controlli sul territorio: “Per i servizi di ordine pubblico pianificati per il Capodanno a Milano e ulteriormente rafforzati con l’istituzione delle cosiddette ‘zone rosse‘ sono stati impiegati in tutta la città 880 unità, assicurando attività di controllo e vigilanza in diverse zone cittadine, quali in particolare piazza Duomo, le stazioni ferroviarie e i luoghi della movida. Sono state controllate complessivamente 2.745 persone e di queste 50 sono state allontanate proprio per effetto delle ‘zone rosse’, mentre il primo giorno dell’anno, 2252 sono stati i soggetti controllati, con 9 allontanamenti”.

Il titolare del Viminale ha poi aggiunto: “Il dispositivo così rafforzato ha sicuramente scongiurato più diffusi accadimenti di illegalità come quelli che bande giovanili tendono a porre in essere in tali occasioni, come avvenuto in passato. Ciò nonostante si sono verificati alcuni episodi di esternazione di gravi frasi offensive nei confronti della Nazione e delle Forze di Polizia che, grazie all’attività successiva delle forze di polizia, non sono rimasti privi di conseguenze”.

E poi ha concluso: “I soggetti coinvolti sono stati, infatti identificati sia sulla base dei numerosi controlli effettuati in loco, sia attraverso l’esame accurato di foto e video diffusi anche sui social network: 14 persone sono state denunciate all’Autorità giudiziaria per i reati di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni Costituzionali e delle Forze armate e alla Nazione Italiana”.

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