Consiglio regionale e comunale uniti oggi, martedì 14 gennaio, nel chiedere lo stop dei pedaggi autostradali soprattutto dopo gli ultimi aumenti di inizio anno e dopo l’ultima sfilza di disagi con code chilometriche durante il periodo festivo. Con qualche differenza: se in Regione, infatti, si è arrivati a questa richiesta all’unanimità, a Tursi a smarcarsi è stato Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione, in polemica con le altre forze politiche.
Regione, Bucci: “Giunto il momento di far sentire la nostra voce”
In consiglio regionale, come raccontiamo in questo articolo, inizialmente era stato presentato un ordine del giorno di Roberto Arboscello (Pd) che parlava della A6. Poi con un emendamento di Lilli Lauro (FdI) si è allargato a tutti i tratti autostradali interessati dai lavori in Liguria.
Il documento è stato approvato all’unanimità e il presidente della Regione Marco Bucci, sulla scia dello stop dell’aumento tariffario delle ferrovie, si è reso disponibile a fare quanto necessario per “far sentire la nostra voce anche per quel che riguarda le autostrade. Se il sistema non funziona non è corretto chiedere il pedaggio. Sono certo che una posizione chiara del consiglio regionale aiuterà presidente e giunta nella negoziazione con i concessionari autostradali”.
Autostrade: in Regione voto unanime per chiedere stop pedaggi
In consiglio comunale quasi tutti d’accordo
In consiglio comunale, nel pomeriggio, un ordine del giorno simile è stato portato da Cristina Lodi (Azione) e firmato da tutti i gruppi tranne Uniti per la Costituzione e Forza Italia. Per quanto riguarda il partito fondato da Silvio Berlusconi, il capogruppo non ha voluto firmare ma il documento è stato votato favorevolmente dai consiglieri azzurri presenti in aula.
Alla fine, dunque, l’ordine del giorno è stato approvato con 32 voti favorevoli e uno contrario, quello di Crucioli. Obiettivo, chiedere a sindaco e giunta di attivarsi perché venga “avviata un’urgente interlocuzione tra Comune di Genova, Regione Liguria, Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Aspi” per rivedere l’accordo in vigore, visti tutti i disagi causati dai cantieri. Fine ultimo è “la non applicazione dei rincari, il ritorno alla gratuità dei pedaggi nella tratta autostradale genovese come previsto inizialmente fino a fine disagi e indennizzi a copertura dei danni economico sociali che gravano sui cittadini”.
“Genova è difficilmente raggiungibile – ha commentato Lodi – e altrettanto difficilmente si può lasciare tra lavori che vanno avanti ormai da anni e causano molti disagi. Si può valutare di tornare alla gratuità che doveva esserci fino al 2031 in seguito al crollo del ponte Morandi, poi fermata al 2022 in attesa delle opere (casello di Multedo, tunnel Fontanabuona e tunnel subportuale, ndr) che però hanno tempi di realizzazione molto lunghi”. Altro tema sono i danni causati ai cittadini che si sono visti rimuovere le barriere antirumore vicino alle finestre di casa, per cui Lodi ha parlato di indennizzi.
Scintille tra Crucioli e i partiti, e tra centrodestra e progressisti
A non votare il documento, unico in tutto il consiglio comunale, è stato Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione: “Non ho voluto mettere la mia firma insieme a quella degli esponenti dei partiti che, tutti insieme, dopo il crollo del ponte Morandi hanno portato a far sì che la concessione autostradale non venisse rimossa e ad accettare spiccioli al posto dei risarcimenti. La premessa della consigliera Lodi è monca, ha omesso le colpe politiche dei governi”.
“La revisione dell’accordo post crollo Morandi – ha puntualizzato Davide Patrone, capogruppo Pd – che ha barattato la gratuità dei pedaggi fino al 2031 con la realizzazione di tre opere, era stata firmata dal sindaco Marco Bucci, dal presidente della Regione Giovanni Toti, dal presidente dell’Autorità di sistema portuale Signorini e da Aspi. Oggi paghiamo i pedaggi per responsabilità politica di quella destra, il Pd votò contro, e adesso siamo fermi anche con le opere”.
“Non si può dire che sia tutto fermo – ha replicato Federico Bertorello, Lega – ci sono dei problemi, ma sono opere che nessuno ha mai provato a fare a Genova. Quando toccherà a voi vedremo se sarete più bravi”.
Filippo Bruzzone, lista Rossoverde, ha stuzzicato Forza Italia: “La maggioranza di governo di questa città non esiste più. Siamo tornati a pagare il pedaggio ma non abbiamo visto altri vantaggi. E il tunnel subportuale in parte ce lo dovremo pagare noi, e l’accordo è stato sottoscritto da Toti e Bucci”. La consigliera azzurra Tiziana Notarnicola ha replicato: “Voterò favorevolmente, la situazione delle autostrade non ci permette di riuscire a spostarci in tempi accettabili”.
Ancora scintille tra M5s e Liguria al Centro: “Il modello Genova tanto sbandierato da voi non è il vostro – ha detto Fabio Ceraudo, consigliere pentastellato – vostri sono i sorrisi insieme a Castellucci (ex ad di Aspi, ndr)”. “Siamo riusciti nell’impresa di avere il nuovo ponte di San Giorgio in due anni, è stato fatto un lavoro eccezionale in primis dal commissario Bucci che ha fatto sì che la città non finisse al collasso” ha replicato Nicholas Gandolfo, Liguria al Centro.
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