Le 12 misure del governo contro la crisi abitativa

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Le 12 misure del governo contro la crisi abitativa

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha preso la parola oggi a Madrid, al Museo Ferroviario, per chiudere il forum intitolato “L’abitazione: quinto pilastro dello Stato sociale”. Nel suo intervento, ha affrontato la profonda crisi abitativa che colpisce la Spagna, avvertendo che “l’Occidente si trova di fronte a una sfida cruciale”: evitare di trasformarsi in una società divisa in due classi, quella dei “ricchi proprietari” e quella dei “poveri inquilini”.

Sánchez ha denunciato la mancanza, da oltre un decennio, di una vera politica di edilizia pubblica in Spagna, e ha esortato “l’intera società, con le istituzioni pubbliche in prima linea,” a rispondere a questa emergenza.

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Facendo riferimento a “dati che rivelano una tendenza allarmante”, diffusa non solo in Spagna ma in tutto il blocco europeo, Sánchez ha sottolineato che “negli ultimi dieci anni, i prezzi medi delle abitazioni in Europa sono aumentati del 48%”.

Accesso alla casa: “La sfida più grande per le classi medie lavoratrici”

“L’accesso alla casa è diventato il problema più grande per le classi medie e lavoratrici in Europa e in Spagna, rappresentando un ostacolo significativo all’emancipazione dei giovani, che nel nostro Paese avviene a un’età allarmante rispetto alla media europea,” ha dichiarato Pedro Sánchez. Ha sottolineato come questa difficoltà sia legata principalmente alla crescente “disuguaglianza della ricchezza”.

“Siamo di fronte a una questione seria, gravissima, che richiede una risposta decisa da parte dell’intera società, con le istituzioni pubbliche in prima linea,” ha aggiunto.

Sánchez ha spiegato che questa situazione è determinata da diversi fattori. Tra questi, ha elencato: “l’aumento della domanda di abitazioni dovuto alla crescita della popolazione e al maggior numero di persone che vivono da sole; la concentrazione nelle grandi città; la scarsità di terreni disponibili; l’incremento dei costi di produzione nel settore edilizio; le difficoltà di accesso ai mutui ipotecari,” e, inoltre, l’impatto degli alloggi destinati al turismo.

“Questi fenomeni,” ha proseguito, “sono in parte condivisi con altri Paesi europei, ma la specificità della Spagna risiede in un ulteriore aggravante: per un decennio non è stata attuata alcuna politica di edilizia pubblica. Una visione ideologica neoliberista ha guidato le scelte politiche, causando conseguenze disastrose sul piano sociale ed economico, i cui effetti si avvertono ancora oggi.”

Le misure del governo per affrontare la crisi immobiliare

“La situazione è critica e richiede un impegno maggiore e misure decise da parte dell’Amministrazione statale,” ha dichiarato, precisando che saranno attuate 12 misure senza precedenti, articolate intorno a tre obiettivi principali: aumentare la disponibilità di alloggi, migliorare la regolamentazione e potenziare gli aiuti.

“Iniziamo da un dato che mette in evidenza l’entità della sfida. Durante il boom immobiliare in Spagna, si formavano ogni anno 400.000 nuclei abitativi e venivano costruite oltre 600.000 abitazioni. Oggi, nel nostro Paese, si formano 300.000 nuovi nuclei abitativi, ma si costruiscono solo 90.000 case all’anno: una casa ogni tre nuovi nuclei abitativi,” ha osservato, sottolineando “l’ampiezza del problema che dobbiamo affrontare.”

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“È evidente che dobbiamo riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta. Per farlo, è necessario costruire più abitazioni, sia private che protette. Solo così potremo garantire l’accesso alla casa e stabilizzare i prezzi nel medio-lungo periodo,” ha aggiunto.

Negli anni ’80, la Spagna costruiva oltre 100.000 case protette all’anno, accumulando fino a 2,3 milioni di alloggi protetti entro il 2012. “Oggi queste rappresentano solo il 9% del patrimonio immobiliare spagnolo,” ha spiegato, denunciando che molte di queste case sono finite nel mercato libero, perdendo la loro funzione sociale.

“Se avessimo mantenuto quella politica, oggi la Spagna disporrebbe ancora di quel 9% di alloggi protetti. Invece, a causa di cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, la percentuale è scesa al 2,5% del patrimonio immobiliare totale,” ha criticato, sottolineando che ciò colloca il Paese “agli ultimi posti in Europa per alloggi protetti.”

“Siamo molto indietro rispetto ad altri Stati membri, come la Francia,” ha dichiarato, esprimendo la necessità di invertire questa tendenza e sollecitando un cambiamento radicale nella gestione degli alloggi.

Costruzione di case popolari protette

A questo proposito, ha annunciato che “il Governo della Spagna, attraverso l’Amministrazione Generale dello Stato, ha recentemente trasferito oltre 3.300 abitazioni e quasi due milioni di metri quadrati di terreno residenziale alla nuova Società di Edilizia Pubblica.”

“Questi due milioni di metri quadrati saranno destinati alla costruzione di migliaia di case protette a canoni accessibili, pensate principalmente per le famiglie giovani e per le nuove generazioni,” ha evidenziato.

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La Società di Edilizia Pubblica e le case Sareb

Ha inoltre annunciato che “nella prima metà dell’anno, la Società di Edilizia Pubblica inizierà a integrare oltre 30.000 abitazioni di proprietà della cosiddetta ‘bad bank’, Sareb”.

“Di queste, 13.000 sono già state, o saranno presto, trasferite a questa azienda pubblica di proprietà statale”, ha dichiarato, sottolineando che “il mercato immobiliare, finanziato con risorse pubbliche per evitare il fallimento delle banche durante la gravissima crisi finanziaria del 2012, sarà ora restituito ai cittadini”.

Proprietà pubblica permanente per le case della Società di Edilizia Pubblica

In questo contesto, come terza proposta, è stato annunciato che “verrà istituito un meccanismo giuridico per garantire alla nuova Società di Edilizia Pubblica il diritto prioritario di acquisto di case e terreni. Inoltre, si stabilirà un sistema per assicurare che tutti gli alloggi costruiti dall’Amministrazione Generale dello Stato rimangano di proprietà pubblica in modo permanente”.

“Tutte le abitazioni costruite o ristrutturate con denaro pubblico, ossia con le risorse di tutti gli spagnoli, in particolare della classe media e lavoratrice che subisce maggiormente questo problema, continueranno a essere patrimonio dei cittadini spagnoli e non dei fondi speculativi,” ha dichiarato, criticando quanto avvenuto in passato con il PP.

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Riforma della legge fondiaria e crediti ICO per 25.000 nuove abitazioni

L’Esecutivo, evidenziando il suo impegno a favorire la costruzione di alloggi a prezzi accessibili attraverso collaborazioni pubblico-private, ha annunciato che promuoverà anche una riforma del diritto fondiario. A tal proposito, ha espresso l’auspicio che le Cortes Generales, questa volta, consentano di fornire “quella garanzia” e “quella certezza giuridica” richieste da tutti gli operatori del settore edilizio.

Inoltre, ha dichiarato: “Distribuiremo i 6.000 milioni di euro in crediti e garanzie ICO, lanciati lo scorso agosto, che saranno destinati alla costruzione di 25.000 nuove abitazioni”.

“PERTE per l’edilizia abitativa”: Case più rapide, economiche e sostenibili

Presentando una novità di grande rilievo, il presidente ha annunciato il lancio di un “PERTE per l’edilizia abitativa”.

“Negli anni successivi alla pandemia, grazie ai fondi europei, il Governo spagnolo ha introdotto i PERTES, Progetti Strategici finalizzati a modernizzare settori chiave del Paese. Quando si parla di PERTE, spesso si pensa all’industria automobilistica e alla transizione verso i veicoli elettrici, come dimostrano le gigafabbriche installate in regioni come l’Estremadura. Ma perché non applicare lo stesso modello al settore abitativo?” ha dichiarato, anticipando questa iniziativa.

Il nuovo PERTE sarà orientato alla modernizzazione, innovazione e industrializzazione del settore edilizio, con particolare attenzione alla costruzione modulare. L’obiettivo è realizzare abitazioni in tempi più rapidi, con costi ridotti e maggiore sostenibilità ambientale.

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La localizzazione di questo progetto strategico sarà nella provincia di Valencia. “Questo permetterà di contribuire alla ricostruzione del tessuto economico e imprenditoriale colpito dalla DANA, generando valore aggiunto non solo nella Comunità Valenciana ma in tutta la Spagna”, ha spiegato.

Infine, ha sottolineato che questa misura consentirà di “costruire abitazioni in modo più agile, rispondendo in maniera efficiente alle esigenze della società”.

Mobilitazione degli alloggi vuoti: più case accessibili e affitti facilitati

Pedro Sánchez ha ribadito la necessità di “mobilitare gli alloggi esistenti” per affrontare la crisi abitativa, sottolineando che è fondamentale riportare sul mercato gli appartamenti inutilizzati.

“Ci sono dati significativi che evidenziano l’attuale situazione, frutto dell’inerzia pubblica delle amministrazioni passate”, ha dichiarato. “Nel nostro Paese ci sono quasi 400.000 appartamenti vuoti e inutilizzati. Dobbiamo reintrodurli nel mercato degli affitti a prezzi accessibili, soprattutto nelle aree ad alta tensione abitativa”.

Per raggiungere questo obiettivo, Sánchez ha annunciato tre misure innovative e senza precedenti.

La prima è l’introduzione di un sistema di garanzie pubbliche, progettato per tutelare sia i proprietari che gli inquilini che aderiscono a contratti di affitto a prezzi calmierati.

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“Lo Stato metterà a disposizione risorse e garanzie per offrire sicurezza ai proprietari e facilitare l’accesso all’affitto per i cittadini, senza rischi per chi possiede le case”, ha spiegato.

Questo modello, ha sottolineato, si ispira a un sistema già sperimentato con successo in Francia e sarà adattato alla Spagna a partire da quest’anno, con un’attenzione particolare ai giovani sotto i 35 anni.

Programma di riabilitazione per case vuote destinate agli affitti accessibili

La seconda delle misure annunciate per mobilitare gli alloggi prevede l’avvio di un programma di riabilitazione delle case vuote, con l’obiettivo di destinarle agli affitti a prezzi accessibili.

Fino a oggi, ha spiegato Pedro Sánchez, il governo ha cofinanziato i lavori di ristrutturazione degli appartamenti per migliorarne l’efficienza energetica, una misura che ha avuto “grande successo e si è rivelata molto efficace”.

A partire da quest’anno, tuttavia, il governo lancerà anche un programma di incentivi per coloro che ristrutturano appartamenti e poi li mettono a disposizione per l’affitto a un prezzo accessibile per almeno cinque anni.

Esenzione IRPEF al 100% per i proprietari che affittano secondo l’indice di riferimento

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In terzo luogo, con l’obiettivo di incentivare la mobilitazione degli alloggi, Pedro Sánchez ha annunciato una delle misure più significative tra quelle presentate il 13 gennaio, che dovrà però essere approvata dalla Camera dei Deputati.

Il governo proporrà infatti al Congresso dei Deputati l’approvazione di un’esenzione totale dall’IRPEF per i proprietari che affittano la propria casa secondo l’indice di riferimento, senza che sia necessario che gli immobili si trovino nelle zone dichiarate stressate.

“Con queste tre misure fondamentali, credo che tutti ne trarranno beneficio: i proprietari avranno incentivi e supporto per mettere i loro immobili vuoti sul mercato, con maggiore sicurezza grazie al sistema di garanzie, mentre la cittadinanza beneficerà di un’offerta più ampia di affitti, soprattutto a prezzi accessibili“, ha concluso.

Garantire che le case siano destinate a uso residenziale, non commerciale

Per quanto riguarda il secondo obiettivo, ovvero il miglioramento della regolamentazione, Pedro Sánchez ha evidenziato l’importanza di “proteggere le abitazioni dagli abusi di mercato” e “garantire che le case del nostro Paese siano principalmente abitazioni e non attività commerciali”.

In una “situazione di emergenza abitativa, come quella vissuta da milioni di cittadini”, ha sottolineato che “quello che resta sono piattaforme come Airbnb, mentre le case scarseggiano”.

Pertanto, ha affermato che le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di “dare priorità all’uso residenziale degli appartamenti, evitando che l’uso speculativo si espanda incontrollatamente, a danno dei vicini”.

In questa direzione, ha annunciato tre misure. La prima consiste nel presentare al Congresso dei Deputati una “riforma fiscale per tassare gli appartamenti turistici come tali, ossia come attività commerciali”.

Ha anche precisato che promuoveranno “nel contesto della nuova direttiva IVA l’introduzione di una tassazione sugli affitti turistici che li equipari ad altre attività economiche”.

“Non è giusto che chi possiede tre, quattro o cinque appartamenti in affitto a breve termine paghi meno tasse degli alberghi o dei lavoratori”, ha concluso.

Modifiche al regime delle agevolazioni fiscali per i SOCIMI

Pedro Sánchez ha annunciato che l’Esecutivo “modificherà il regime delle agevolazioni fiscali applicate ai cosiddetti SOCIMI, affinché tali vantaggi siano riservati esclusivamente alla promozione di alloggi in affitto a prezzi accessibili”. Ha aggiunto che questa modifica servirà a “porre fine una volta per tutte all’ingiustizia di alcuni investitori che sfruttano questo strumento per pagare meno tasse rispetto ai cittadini comuni, pur acquistando le stesse abitazioni”.

Limitazione all’acquisto di abitazioni da parte di stranieri extracomunitari non residenti

Nel contesto del miglioramento delle normative esistenti, Pedro Sánchez ha annunciato la terza misura, ovvero “limitare l’acquisto di abitazioni da parte di stranieri extracomunitari non residenti”.

“Lo faremo introducendo un carico fiscale che dovranno pagare in caso di acquisto, che potrà arrivare fino al 100% del valore dell’immobile”, ha spiegato, definendo questa misura “senza precedenti nella storia del nostro Paese”, ma che è già in vigore in altre economie e democrazie, come in Danimarca o Canada.

“Riteniamo che questa misura sia assolutamente necessaria nell’attuale situazione di emergenza abitativa che stiamo vivendo in Spagna”, ha aggiunto, sottolineando che nel 2023 i non residenti provenienti da paesi extra UE hanno acquistato circa 27.000 abitazioni.

“Non lo hanno fatto per viverci o farvi vivere i propri familiari, ma principalmente per speculare e fare profitti, cosa che non possiamo permetterci nel contesto di carenza abitativa che stiamo affrontando”, ha dichiarato.

Ha poi affermato che, pur continuando ad accogliere gli investimenti esteri, l’obiettivo è che questi siano produttivi e contribuiscano a promuovere l’innovazione, l’economia e a creare nuovi posti di lavoro, non a speculare. “Le nostre case non possono essere trattate come asset finanziari o depositi bancari”, ha sottolineato.

Inasprimento delle norme contro le frodi sugli affitti stagionali

In aggiunta, ha annunciato l’introduzione di normative più severe per perseguire le frodi legate agli affitti stagionali e la creazione di un fondo per consentire ai governi regionali e locali di rafforzare i controlli.

Il governo, ha precisato, è “convinto” che queste misure contribuiranno a risolvere il problema abitativo, ma potrebbero avere un impatto più immediato se anche i governi regionali abbandoneranno il modello speculativo applicato da Aznar durante la bolla immobiliare.

Programma di aiuti del nuovo piano statale per l’edilizia abitativa per anziani, giovani e gruppi vulnerabili

Rivolgendosi direttamente al PP, Pedro Sánchez ha denunciato che il modello adottato in passato “ha lasciato migliaia di cittadini senza casa”, evidenziando la necessità di un intervento pubblico deciso.

Ha quindi fatto appello a un “sforzo maggiore” per garantire aiuti che possano affrontare le difficoltà di accesso agli alloggi nel breve periodo.

A tal proposito, ha annunciato che il governo manterrà e amplierà i programmi di supporto, che saranno inclusi nel nuovo piano statale per l’edilizia abitativa, attualmente in fase di sviluppo dal governo con il contributo del ministro competente. Questo piano sarà presentato a breve e entrerà in vigore nel 2026. Il piano si concentrerà in particolare su anziani, giovani, gruppi vulnerabili, persone con disabilità e coloro che vivono in aree degradate.






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