“Ineludibili maggiori risorse agli enti locali”

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Lo scorso dicembre, il DL “Economico-fiscale” n. 155/2024 è stato convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189/2024, che ha introdotto con l’art. 6-sexies nuove “Misure relative al rafforzamento delle strutture preposte ai pagamenti delle fatture commerciali e alla riduzione dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Michele Cappadona, vicepresidente nazionale vicario AGCI

«Le nuove misure contro i ritardi nei pagamenti, che naturalmente rispondono positivamente alla lunga battaglia che la nostra centrale cooperativa combatte da anni», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia, «sono coerenti con la Riforma 1.11: “Riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie”, compresa nella milestone M1C1 del PNRR. Lo scopo della riforma è garantire che entro il primo trimestre 2025 le pubbliche amministrazioni a livello centrale, regionale e locale paghino gli operatori economici entro il termine di 30 giorni e le autorità sanitarie regionali entro il termine di 60 giorni, e che la riforma sia strutturale, cioè il rispetto dei termini sia permanente.
Le nuove norme appena introdotte – spiega Michele Cappadona -, autorizzano ministeri ed enti locali ad adottare “iniziative di formazione e riqualificazione professionale del personale e sono autorizzati ad assumere, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata non eccedente il 31 dicembre 2026”, in deroga ai limiti di spesa».

I comuni con popolazione fino a 60.000 abitanti che, alla data del 31 dicembre 2023, presentano un indicatore di ritardo annuale dei pagamenti, con delibera di giunta e previa acquisizione del parere del responsabile finanziario dell’ente, predispongono un Piano degli interventi contenente le seguenti misure:
a) creazione di una struttura preposta al pagamento dei debiti commerciali per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti e individuazione di un responsabile del pagamento dei debiti commerciali per i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;
b) sperimentazione di procedure semplificate di spesa idonee ad assicurare maggiore tempestività nei pagamenti;
c) costante verifica dei dati registrati nella piattaforma elettronica, con particolare riguardo alla verifica delle scadenze delle fatture e alla corretta gestione delle note di credito e delle sospensioni;
d) ogni altra iniziativa, anche di carattere organizzativo, necessaria per il superamento del ritardo dei pagamenti.
La realizzazione delle misure previste dal Piano degli interventi, da effettuare entro il 31 dicembre 2025, è verificata dall’organo di controllo di regolarità amministrativa e contabile.
Si rammenta che il decreto legislativo n. 231 del 2002 prevede l’applicazione automatica degli interessi di mora in caso di ritardo nei pagamenti. Per costante giurisprudenza della Corte dei conti, ciò prospetta l’ipotesi di un “danno erariale” in capo al responsabile della spesa per colpevole ritardo del pagamento, avendo accresciuto il debito dell’Amministrazione. Incidentalmente si ricorda, peraltro, che il vigente regolamento sugli incentivi tecnici, applicabile alle procedure avviate prima dell’entrata in vigore del nuovo codice, prevede in caso di ritardo ‘una decurtazione delle somme aggiuntive spettanti al RUP, ciò anche in armonia con il principio del risultato su cui è fondata la nuova disciplina.

«Le norme appena entrate in vigore sono un tassello importante nei meccanismi di tutela delle imprese fornitrici della Pubblica amministrazione, ma non l’unico», aggiunge Michele Cappadona. «Se la Regione conosce perfettamente i fabbisogni, ad esempio, relativi ai servizi di assistenza, ma assegna ai Comuni importi sempre largamente insufficienti al relativo pagamento, è direttamente responsabile di un costante grave elemento di squilibrio finanziario. È altrettanto evidente che in Sicilia i Comuni siano oppressi da oneri insostenibili per lo smaltimento dei rifiuti, materia che dipende da competenze e strategie specifiche della Regione. Squilibrio economico, predissesto e dissesto hanno conseguenti devastanti per le imprese e i cittadini. Inaccettabile, irrealistico ed iniquo pensare a soluzioni drastiche come l’aumento stratosferico di Tari, invece di interventi strutturali e definitivi. I Comuni sono le amministrazioni di prossimità, più vicine ai cittadini. Sono gli enti cui vanno assicurate autonomia e risorse per attuare i principi di corretta devoluzione. Occorre quindi – conclude Michele Cappadona – che trasferimenti economici e strumenti perequativi ai Comuni abbiano la priorità che compete al diritto dei cittadini di avere garantiti quei livelli essenziali di servizi di cui finora si è parlato in maniera assai fuorviante e mistificatoria».

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