AGI – La diplomazia deve essere al servizio della crescita del Paese, con l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export entro la fine della legislatura. È questa la convinzione espressa dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, durante la presentazione alla Farnesina del rapporto “L’Italia in 10 selfie” della Fondazione Symbola, presieduta da Ermete Realacci. “Ho deciso di trasformare le ambasciate in trampolini di lancio per la presenza dei nostri prodotti sul mercato mondiale”, ha dichiarato il ministro, aggiungendo che “la diplomazia della crescita è uno strumento fondamentale”. Lo stesso Tajani è impegnato su questo fronte: “Durante le mie recenti visite a Damasco e Beirut, ho sottolineato alle nuove autorità la presenza economica e commerciale dell’Italia”.
Inoltre, l’agenda 2025 “è ricca di eventi e opportunità” per la diplomazia commerciale, come il vertice intergovernativo in Serbia a fine mese; l’incontro con i Paesi balcanici – “una priorità strategica” – il 10 febbraio a Roma con l’Alto Rappresentante dell’UE Kaja Kallas e la Commissaria all’Allargamento Marta Kos; il padiglione italiano all’Expo di Osaka e la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che Tajani ospiterà a luglio.
L’Italia, ha detto il Ministro, “è la quarta potenza commerciale del mondo e la seconda economia per numero di categorie di beni esportati dopo la Cina, l’unico Paese che esporta più prodotti di qualità diversa di noi e siamo leader in Europa”. L’obiettivo del governo, ha detto, “è di aumentare le esportazioni dagli attuali 625 miliardi a 700 miliardi entro la fine della legislatura”. Per raggiungere questo obiettivo, il governo punta a “significativi investimenti produttivi dall’estero, in particolare nei settori innovativi” e a “promuovere gli investimenti privati”, ha proseguito.
Il Ministro ha poi elencato le tante “eccellenze italiane”, dalla moda alla gastronomia all’industria farmaceutica: “Siamo una superpotenza nell’export, grazie anche ai 4 milioni di piccole e medie imprese (PMI)”, il cui contributo è fondamentale “per consolidare la nostra leadership in tutti i settori di nicchia”. E c’è un settore su cui secondo Tajani bisogna puntare con razionalità: la green economy. “Sono convinto dell’importanza della green economy per l’Italia e per l’Unione Europea”, ha detto, ma ‘la green economy deve rappresentare un’opportunità e non un problema, con tempi e modalità giuste che favoriscano e non danneggino l’economia’.
Il Governo italiano “ha in cantiere anche iniziative in America Latina: penso a Messico, Brasile, Argentina, India e Vietnam” e “molte altre in Asia, Africa, Paesi arabi e del Golfo”, ha sottolineato il capo della diplomazia. “Nell’incontro a Damasco (il 10 gennaio) con il nuovo presidente e il capo dell’amministrazione della Repubblica siriana, ho posto grande enfasi sulla situazione economica e sulla presenza commerciale del nostro Paese”, ha riferito Tajani.
Alla presentazione erano presenti anche Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, e Mario Pozza, presidente di Assocamerestero. Giunto all’undicesima edizione, il rapporto fotografa annualmente i dieci punti di forza del nostro Paese, sulla base dei dati raccolti dalle associazioni partner e dalle banche dati nazionali e internazionali. Il dossier Symbola è realizzato in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, del ministero dell’Impresa e del Made in Italy e di vari partner. Il rapporto è stato tradotto in sette lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, cinese e giapponese) e distribuito a livello internazionale dalla rete delle ambasciate italiane all’estero e dalla rete delle camere di commercio estere.
“Il nostro Paese dà il meglio di sé quando coniuga i suoi antichi cromosomi con un modo tutto italiano di fare impresa che unisce innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere il legame con il territorio e la comunità, ma anche sostenibilità, flessibilità produttiva e competitività”, ha concluso Realacci. “Possiamo basarci su questo per affrontare non solo i nostri vecchi problemi, ma anche il futuro e le sfide che esso pone”, ha aggiunto, riferendosi al progetto Next Generation dell’Ue. L’obiettivo è quello di rispondere alle crisi “mantenendo insieme coesione, verde e transizione digitale”.
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