FareRete: Salute e Innovazione Sociale

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SALUTE E INNOVAZIONE SOCIALE – Giuseppe Assogna

13-01-2025

Introduzione

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Collaborativa e orientata all’azione. In un mondo che richiede soluzioni innovative e sostenibili, l’Associazione FareRete Innovazione BeneComune APS si distingue per il suo impegno a promuovere il bene comune attraverso progetti partecipativi. Giuseppe Assogna, uno dei soci fondatori, mette la sua profonda conoscenza del sistema sanitario e della ricerca farmaceutica al servizio della collettività, contribuendo a costruire modelli sociali capaci di generare valore per tutti. FareRete BeneComune affronta con determinazione questioni fondamentali: può esistere un’economia che unisca equità e solidarietà? Possiamo migliorare la qualità della vita promuovendo stili di vita sani e relazioni positive tra l’uomo e il suo ambiente? Questi interrogativi guidano il lavoro degli associati e alimentano una visione di salute e innovazione sociale aperta a nuove sinergie.

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In Italia, ma anche nel resto del mondo, assistiamo a una crescente domanda di salute da parte dei cittadini e questo grazie anche alla “bontà” (ancora) del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), sistema universalistico e solidaristico, che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini senza distinzioni di genere, residenza, età, reddito, lavoro.

Allo stesso tempo per gran parte delle malattie, a titolo puramente esemplicativo quelle oncologiche, assistiamo, per fortuna ad un progressivo fiorire di farmaci (antitumorali) sempre più specifici, farmaci cosiddetti innovativi, che hanno portato e porteranno un notevole guadagno in termini di sopravvivenza e di qualità di vita dei pazienti.

Tutto questo ha un costo che il SSN deve sostenere e fortunatamente ancora sostiene, ma che comporta sia un crescente onere finanziario (sostenibilità), sia la definizione di un giusto prezzo per questi farmaci, come pure l’impegno di assicurare una pronta disponibilità (accessibilità) di cura per tutti i cittadini, in tutte le Regioni del nostro Paese.

 

Le autorità (in particolare l’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco) hanno il difficile e indubbiamente complesso compito di valutare lo “spessore” scientifico di questi prodotti e definirne un “giusto” prezzo, mentre le aziende farmaceutiche hanno il bisogno di assicurare un ritorno sugli investimenti fatti, anche e soprattutto per continuare ad investire risorse nella ricerca e sviluppo di nuove sostanze.

Ed allora, come conciliare ricerca, valore scientifico prezzo ed accessibilità dei farmaci nell’interesse primario dei pazienti, per assicurare loro la migliore e più specifica terapia, ad un costo “sostenibile” per il SSN?

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È indubbio che la prima cosa che viene in mente è quella di aumentare le risorse economiche, ma è anche vero che le risorse non sono e non possono essere illimitate, ma anzi destinate oculatamente al sostegno e al trattamento di tutti i pazienti o meglio ancora di tutti i cittadini.

E’ facile comprendere, allora, la necessità di migliorare ulteriormente, quelle azioni che nel complesso contesto dell’assistenza e dell’economia sanitaria, permettano di liberare risorse per i nuovi farmaci, soprattutto per quelli cosiddetti innovativi e, al tempo stesso, possano contribuire a garantire che tutti, indipendentemente dal loro background socio-economico, abbiano accesso a cure sanitarie di qualità.

Tra queste azioni ce ne sono alcune che rivestono un ruolo primario (ho corretto il carattere)

L’articolo prosegue descrivendo in dettaglio le azioni e le soluzioni necessarie per rispondere alle sfide del nostro tempo, come delineato nell’indice. Si approfondiscono temi quali l’importanza della prevenzione e dell’educazione sanitaria, l’impatto delle nuove tecnologie, e le strategie per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema sanitario.

 

  • L’educazione sanitaria, che consiste prevalentemente nell’acquisizione (e nel fare acquisire), conoscenza e consapevolezza su quelle abitudini, atteggiamenti, stili di vita che contribuiscono a proteggere da potenziali danni alla salute. Per “educare” è ovviamente necessario utilizzare e veicolare adeguatamente l’informazione, definire altrettanto adeguati programmi di formazione, e sostenere percorsi educazionali.

Si tratta in sintesi di creare nella popolazione, a partire dalle scuole primarie, quella cultura di “attenzione” al corretto stile di vita affinché, come la definisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la salute sia “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”.

  • La prevenzione, cioè il complesso delle misure atte a prevenire la comparsa la diffusione e la progressione delle malattie. La prevenzione viene classicamente divisa in primaria (es. le vaccinazioni, non fumare), secondaria (es. screening nella popolazione femminile per i tumori della mammella e della cervice uterina) e terziaria (volta a ridurre la gravità e le complicanze della malattia e contenerne gli esiti).

In ambito oncologico, una buona percentuale dei casi di tumore potrebbe ad esempio essere evitato grazie ad uno stile di vita sano, all’implementazione dei programmi di screening, ed altro ancora.

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Infine, come riportato nel sito del Ministero della Salute: “…il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 rappresenta lo strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute da realizzare sul territorio. Esso mira a garantire sia la salute individuale e collettiva sia la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale attraverso azioni quanto più possibile basate su evidenze di efficacia, equità e sostenibilità che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi in cui vive e lavora.”

  • Una ottimizzazione della gestione ospedale territorio, delle cronicità e dell’assistenza domiciliare, anche e soprattutto dopo la “lezione” della pandemia COVID.
  • La necessità di ripensare l’organizzazione del SSN nel suo insieme sfruttando le molteplici opportunità offerte dalla tecnologia, in particolare la telemedicina, l’ecosistema dei dati sanitari, le terapie digitali, i sistemi di monitoraggio (“la casa come primo luogo di cura”) ed altro ancora.
  • Definire linee guida, per l’applicazione della medicina di precisione nella gestione della terapia farmacologica. Questo aspetto trova particolare rilevanza se si considera che l’invecchiamento della popolazione comporta l’aumento dei pazienti con più patologie croniche e, in genere, di quelli sottoposti a poliprescrizioni e conseguentemente, politerapia (molti trattamenti però si traducono poi in bassa aderenza e persistenza alle terapie, con danni alla salute dei pazienti e spreco di risorse).
  • Il persistente, se non crescente, divario di offerta di cura tra territori e una domanda di salute non pienamente soddisfatta, che da un lato evidenzia l’importanza della salute come diritto fondamentale, e, dall’altro, porta a considerare l’innovazione, come elemento fondamentale per migliorare le disuguaglianze sanitarie e l’accesso a una salute di qualità per tutti i cittadini.

 

E’ facile comprendere come questo processo complesso e delicato, non sia semplice e tantomeno realizzabile nel breve, ma la discussione su questi temi deve servire proprio ad identificare le principali criticità e proporre soluzioni operative che consentano di rendere ottimale la cura dei pazienti nel pieno rispetto dei vincoli (non pochi!) finanziari e non solo, per promuovere un approccio inclusivo e sostenibile alla salute pubblica, che è essenziale per il benessere collettivo.

 

Giuseppe Assogna è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Malattie del Fegato e del Ricambio all’Università Sapienza di Roma. Dopo un breve periodo di attività medica, ha maturato una vasta esperienza in aziende farmaceutiche multinazionali, come direttore delle Ricerche Cliniche, Medico e Affari Regolatori, di accesso al mercato e di gestione societaria. Autore di numerose pubblicazioni e comunicazioni scientifiche, Presidente SIFEIT – Società Italiana per Studi di Economia ed Etica sul Farmaco e sugli Interventi Terapeutici – , membro di Associazioni e Società Scientifiche e docente a Master e Corsi di Perfezionamento e attualmente al Corso di laurea in Biotecnologie, all’Università Tor Vergata, Roma.

Fonte:

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Saldo e stralcio

 

Ass.ne FareRete

     Innovazione Bene Comune – Michele Corsaro

              Sede Legale dell’Associazione FareRete Bene Comune Aps in Roma “c/o Studio Catallozzi”

                                     – Via Bevagna 96 00191 Roma ”sede operativa Via Anagnina. 354 – 00118 Roma

fareretebenecomune@gmail.com  – www.fareretebenecomune.it



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