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Novità nei supermercati italiani. Cambiano le regole di etichettatura ed i consumatori avranno accesso a tante informazioni: cosa cambia.
Dal 1° gennaio 2025 entra in vigore una nuova normativa che obbliga l’indicazione della provenienza per la frutta secca sgusciata. Questa legge, annunciata già due anni fa e pubblicata nell’agosto 2023, mira a migliorare la trasparenza per i consumatori, permettendo loro di conoscere il luogo di origine delle nocciole, mandorle, pistacchi, fichi secchi e altri prodotti simili. Ma c’è una piccola sorpresa in questa nuova regolamentazione, che lascia spazio a delle eccezioni.
La nuova legge stabilisce che, per i prodotti come nocciole, mandorle, pinoli e pistacchi, la provenienza deve essere chiaramente visibile sull’etichetta. Questo obbligo si applica a tutti i prodotti sgusciati, quindi a quelli già pronti per essere consumati. La normativa si allinea con quelle già in vigore per la frutta in guscio, come le noci e le castagne, per le quali è obbligatorio indicare il paese di origine. L’obiettivo è garantire una maggiore trasparenza e proteggere i consumatori, che spesso non sono a conoscenza delle origini precise dei prodotti che acquistano.
Tuttavia, una delle principali limitazioni riguarda i prodotti trasformati, come le creme spalmabili e i dolci. In questi casi, non sarà obbligatorio indicare la provenienza della frutta secca utilizzata nella preparazione. Un esempio chiaro di questa eccezione è la Nutella di Ferrero, una delle creme spalmabili più famose al mondo. La normativa non si applica a questi prodotti trasformati, sollevando dubbi tra i consumatori che potrebbero desiderare una maggiore trasparenza riguardo alla qualità e alla provenienza degli ingredienti.
Secondo un’analisi Coldiretti basata su dati Ismea-Nielsen, la categoria della frutta secca ha generato un fatturato di circa 1,1 miliardi di euro nel 2023. Questo mercato è in continua espansione, alimentato dalla crescente domanda di snack salutari e prodotti naturali. La legge punta a rendere questo mercato ancora più trasparente, aiutando i consumatori a fare scelte più informate riguardo alla qualità e alla provenienza della frutta secca che acquistano.
Supermercati, gli esclusi dalla legge: cosa cambia
Una delle principali critiche alla nuova normativa riguarda l’esclusione di alcuni prodotti trasformati, come le creme spalmabili e i dolci industriali. In questi casi, i consumatori non avranno accesso alle informazioni sulla provenienza delle nocciole o delle mandorle utilizzate per la preparazione. Questo solleva dubbi sulla reale efficacia della legge, poiché non copre una parte significativa del mercato, ovvero i prodotti trasformati che contengono frutta secca come ingrediente principale.
Le eccezioni, sebbene comprese nella normativa, portano con sé alcuni rischi. In particolare, potrebbe esserci un doppio standard per quanto riguarda la qualità della frutta secca utilizzata nei prodotti trasformati. Alcuni produttori esteri potrebbero non rispettare gli stessi standard europei sui fitofarmaci e pesticidi, con il rischio che i prodotti contengano residui di sostanze nocive. Questo è un pericolo concreto che potrebbe minare la fiducia dei consumatori nella qualità degli ingredienti.
Supermercato, aumenta la trasparenza: le ultime
In generale, la nuova legge sulla provenienza della frutta secca rappresenta un passo positivo verso una maggiore trasparenza nel mercato alimentare. I consumatori potranno conoscere con maggiore certezza da dove provengono le nocciole, le mandorle e altri prodotti simili. Tuttavia, le eccezioni relative ai prodotti trasformati potrebbero minare l’efficacia complessiva della normativa, creando disparità tra i vari tipi di prodotto. Inoltre, la mancata indicazione di origine per questi prodotti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla sicurezza alimentare.
Sebbene l’obiettivo della legge sia lodevole, ovvero garantire una maggiore trasparenza nella vendita della frutta secca, le eccezioni create per i prodotti trasformati potrebbero limitare l’efficacia di questa normativa. I consumatori hanno diritto a conoscere la provenienza di tutti gli ingredienti che acquistano, inclusa la frutta secca contenuta in prodotti trasformati. L’implementazione di regolamenti più rigidi su questo fronte potrebbe migliorare ulteriormente la sicurezza alimentare e rafforzare la fiducia del pubblico nei prodotti che consumano.
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