I diritti d’autore percepiti dai forfettari possono essere tassati in modi diversi a seconda del collegamento con l’attività professionale. Scopri come funziona.
Sei un professionista in regime forfettario e percepisci compensi per la redazione di articoli su testate giornalistiche di settore? Vorrai probabilmente sapere come si tassano i redditi da diritti d’autore per i forfettari. Il dubbio che potresti legittimamente porti è se tali compensi vadano sommati a quelli derivanti dall’ordinaria attività lavorativa e se, pertanto, potrebbero farti superare i limiti imposti dalla legge per l’applicazione dell’aliquota agevolata.
In questo articolo, analizzeremo le diverse modalità di tassazione dei diritti d’autore per i forfettari, alla luce di una recente risposta a interpello dell’Agenzia delle Entrate.
Il caso specifico: un commercialista e i suoi articoli
La Direzione Regionale delle Entrate della Liguria, con la risposta a interpello n. 903-120/2024, ha affrontato il caso di un dottore commercialista in regime forfettario che percepiva compensi per la redazione di articoli a contenuto fiscale. La questione affrontata dall’amministrazione finanziaria si è incentrata sul seguente aspetto: tali compensi devono essere considerati reddito professionale, concorrendo al limite di 85.000 euro per il regime forfettario, oppure redditi assimilati a quelli di lavoro autonomo, tassati separatamente?
Diritti d’autore e attività professionale: quando c’è correlazione?
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i diritti d’autore sono inclusi nel reddito professionale solo se direttamente correlati all’attività di lavoro autonomo svolta. In altre parole, il professionista non avrebbe percepito quei compensi se non avesse svolto quella specifica attività.
Due esempi serveranno a spiegare meglio la questione.
Esempio 1: quando i diritti d’autore si sommano ai redditi ordinari. Un commercialista scrive articoli su temi in materia legale e fiscale, utilizzando le competenze acquisite nella sua professione. In questo caso, c’è una chiara correlazione tra i diritti d’autore e l’attività professionale. Sicché i compensi per diritto d’autore vanno sommati a quelli dell’attività professionale.
Esempio 2: quando i diritti d’autore non si computano. Un architetto, oltre a progettare edifici, scrive un libro di narrativa. In questo caso, non c’è correlazione tra i diritti d’autore per il libro e la sua attività professionale. Pertanto, i relativi diritti d’autore non vanno a incrementare il reddito professionale.
Come si tassano i diritti d’autore correlati all’attività professionale?
Se i diritti d’autore sono correlati all’attività professionale del forfettario, vengono tassati come reddito professionale. Questo significa che:
- concorrono al limite di 85.000 euro per il regime forfettario;
- sono soggetti all’imposta sostitutiva del regime forfettario;
- non sono soggetti a ritenuta d’acconto;
- possono far superare il limite legale e quindi far rientrare il contribuente nella tassazione ordinaria.
Nell’esempio precedente, il commercialista che scrive articoli fiscali includerà i compensi per i diritti d’autore nel calcolo del suo reddito professionale, applicando l’imposta sostitutiva prevista per il regime forfettario.
E se i diritti d’autore non sono correlati?
Se i diritti d’autore non sono correlati all’attività professionale, vengono tassati come redditi assimilati a quelli di lavoro autonomo. Questo significa che:
- non concorrono al limite di 85.000 euro per il regime forfettario;
- sono soggetti a ritenuta d’acconto;
- godono di un abbattimento forfettario del 25% per le spese (o del 40% per gli autori under 35).
Nell’esempio di prima, l’architetto che scrive un libro di narrativa dichiarerà i compensi per i diritti d’autore come redditi assimilati a quelli di lavoro autonomo, applicando la ritenuta d’acconto e l’abbattimento forfettario.
Come si determina la correlazione tra diritti d’autore e attività professionale?
La correlazione si valuta caso per caso, considerando la natura dell’attività professionale e il contenuto dell’opera. In generale, c’è correlazione quando l’opera sfrutta le conoscenze e le competenze acquisite nell’esercizio della professione.
Tuttavia, stabilire questa correlazione non è sempre semplice, e vi sono interpretazioni che limitano la questione a figure specifiche come giornalisti e pubblicisti. La Direzione regionale delle Entrate della Liguria sostiene che la correlazione esiste ogni volta che sono necessarie competenze direttamente legate all’attività lavorativa abituale. Ciò pone il professionista non forfettario in una posizione svantaggiosa, in quanto potrebbe perdere l’abbattimento specifico per tali compensi, trattandoli come parte integrante del reddito da attività professionale.
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