Cuneo fiscale e Irpef cuore della Manovra 2025. Michele Cappadona, AGCI: “Ampliare misure per PMI e Sud” – L’Altra Sicilia

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La Manovra 2025, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ultimo giorno dell’anno, è la Legge 30 dicembre 2024, n. 207, che riporta il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e il bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. È in vigore dal 1° gennaio.

Già licenziata dalla Camera lo scorso 20 dicembre, il Senato ha approvato la Legge di bilancio 2025, sabato 28 dicembre, con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto. È una manovra da 30 miliardi di euro. L’ammontare della manovra sarà impiegato principalmente per confermare misure esistenti, con una parte minore dedicata a nuove iniziative. Taglio del cuneo e aliquote Irpef sono il cuore della manovra, e valgono circa 17 miliardi.

Il testo della Manovra 2025, Legge 30 dicembre 2024, n. 207.

«In vigore dal 1° gennaio la Manovra 2025, già operative le misure sul cuneo fiscale e le tre aliquote Irpef, si aspettano ora 103 decreti attuativi per sbloccare tutti i provvedimenti», commenta Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia.
«La nostra Centrale cooperativa – continua Cappadona – ha da sempre sottolineato che la ripartizione di risorse finanziarie e investimenti sottrae sistematicamente una parte significativa dei fondi nazionali ed europei destinati al Sud a vantaggio delle Regioni del Nord. Con soddisfazione, prendiamo atto di come strategie e obiettivi alla luce della nuova Manovra risultino condivisi da altre associazioni di categoria.
Confcommercio fa rilevare che, come AGCI Sicilia sostiene con dati sui fabbisogni alla mano, sono necessari “maggiori stanziamenti per il credito d’imposta per la Zes Unica Sud” e “una specializzazione della misura a supporto delle Pmi, riservando invece agli investimenti di grandi dimensioni strumenti incentivanti più coerenti con tali operazioni, come i contratti di sviluppo e i contratti d’area”. In più “occorrono tempestiva operatività e rafforzamento degli stanziamenti a sostegno degli investimenti per l’offerta turistica, anche con obiettivi di destagionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità”.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Assolutamente condivisibile – continua Michele Cappadona – quanto espresso in tema di PMI da Confindustria, che la Manovra di Bilancio 2025 «appare poco incisiva e priva di un impulso agli investimenti capace di consolidare con tassi significativi di crescita l’economia italiana», come sostenuto da Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale PI Confindustria, che ha aggiunto: «Misure come il taglio del cuneo fiscale, l’Ires premiale, la proroga del Fondo di garanzia per le Pmi, il rifinanziamento della Zes Unica per il Sud, del sostegno alla quotazione delle PMI e della Nuova Sabatini, così come la rimodulazione degli incentivi per la Transizione 5.0, vanno ovviamente nella giusta direzione. Ma al di là di qualche riduzione dell’impatto fiscale, non sono sufficienti ad assicurare al Mezzogiorno, in termini di solidità delle imprese, quel giusto ruolo di hub di crescita e sviluppo e di crescita dell’intero paese che il Sud dovrebbe avere all’interno di una strategia nazionale di sviluppo grazie alle proprie potenzialità e alla vitalità che quotidianamente dimostra».

Sulle stesse posizioni di AGCI Sicilia anche Confartigianato in tema di accesso al credito per le piccole imprese, con interventi specifici per facilitare l’autofinanziamento delle PMI, a partire dalla riforma del Fondo Centrale di Garanzia e dal miglioramento del sistema dei Confidi. «Le PMI devono avere accesso a risorse adeguate per sostenere la loro crescita e competitività, e il sistema di garanzie deve essere riformato per rispondere meglio alle loro esigenze», afferma il presidente Marco Granelli, che spiega: «È essenziale che venga attuata la legge annuale per le PMI, che proceda l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che il Piano Transizione 5.0 sia accessibile alle piccole imprese».

Michele Cappadona: “Bene finalmente il via in Consiglio dei Ministri, insieme alla Manovra 2025, del disegno di Legge annuale sulle piccole e medie imprese”.

«Prendendo atto che se la manovra appena approvata va nella direzione giusta appare comunque inadeguata alla “situazione di stallo” produttivo e alle esigenza di crescita e nuovo impulso delle mPMI», conclude Michele Cappadona, «non è un caso che il 23 dicembre il governo Meloni abbia ritenuto di predisporre per la prima volta, su proposta del Mimit, il disegno di “Legge annuale sulle piccole e medie imprese“, come previsto dall’articolo 18 dello Statuto delle Imprese (Legge n. 180 del 2011) che sancisce l’obbligo di adottare ogni anno un provvedimento dedicato al supporto, alla valorizzazione e alla semplificazione dell’attività delle piccole e medie imprese italiane».


Manovra 2025 – Testo in vigore

Alcuni tra i principali provvedimenti

IMPRESE

Taglio del cuneo fiscale
Confermato e reso strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi ed esteso anche ai redditi fino a 40.000 euro con benefici per ulteriori 3 milioni di contribuenti. Con la nuova legge di bilancio il taglio del cuneo resta contributivo per i redditi fino a 20.000 euro mentre per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro il taglio diventa fiscale, con una detrazione fissa di 1.000 euro fino a 32.000 euro, detrazione che diminuisce progressivamente fino ad azzerarsi (decalage) tra i 32.000 e i 40.000 euro.

Revisione delle aliquote IRPEF
Confermato e reso strutturale anche la revisione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni, già introdotta per il 2024, che prevede l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito con l’applicazione dell’aliquota al 23% sugli imponibili fino a 28.000 euro lordi (anziché fino a 15.000 euro). Le due misure (taglio del cuneo e accorpamento delle prime due aliquote IRPEF) determinano un effetto complessivo pari a circa 18 miliardi annui.

Ires premiale e altre misure
Riduzione dal 24% al 20% dell’aliquota Ires per le imprese che reinvestono l’80% degli utili, di cui almeno il 30%per investimenti in beni 4.0 e 5.0, e che assumano l’1% di lavoratori in più.
Per favorire gli investimenti privati per il 2025 vengono stanziati 1,6 miliardi di euro destinati a finanziare un credito di imposta per le imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno. Vengono incrementate le risorse della c.d. Nuova Sabatini, l’agevolazione che abbatte il costo dei finanziamenti per i macchinari, e stanziate risorse per agevolare gli investimenti nel comparto turistico.
Inoltre, per favorire la quotazione delle piccole e medie imprese su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo, viene prorogato per tre anni il credito d’imposta del 50% delle spese di consulenza sostenute.
Proroga del Fondo di Garanzia per le PMI nel 2025, con un aumento dell’importo “ridotto” a 100.000 euro e un massimale di 5 milioni di euro.
Le nuove imprenditrici potranno beneficiare di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi tre anni di attività. Questa misura si rivolge a chi avvia una micro o piccola impresa.
Istituzione di un fondo, con una dotazione complessiva di 9,1 miliardi nel periodo 2025-2029, destinato al finanziamento di interventi volti a mitigare il divario nell’occupazione e favorire lo sviluppo delle attività imprenditoriali nelle aree svantaggiate del Paese anche mediante il riconoscimento, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, di agevolazioni per l’acquisizione dei beni strumentali.
Prorogati e rifinanziati i trattamenti di ammortizzatori sociali in deroga, tra i quali quelli destinati ai lavoratori dipendenti o licenziati da imprese situate nei territori dichiarati “aree di crisi industriale complessa” o coinvolti nelle fattispecie di riorganizzazione o crisi aziendali.
Riforma del Fondo per la prevenzione dell’usura, con un aggiornamento delle garanzie prestate e l’estensione della platea dei soggetti erogatori e degli intermediari finanziari;
Incremento della dotazione del Fondo SIMEST per l’internazionalizzazione;
Rifinanziamento del credito d’imposta ZES UNICA per 2,2 miliardi di euro;

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Più assumi meno paghi
Prorogata, per i prossimi tre anni, la maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro derivante da nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato effettuate da imprese e professionisti. La deduzione può arrivare fino al 130%, nel caso di assunzioni stabili di particolari categorie di soggetti (disabili, giovani under 30 ammessi agli incentivi occupazione, mamme con almeno due figli, donne vittime di violenza, ex percettori del reddito di cittadinanza).

DETRAZIONI
La manovra introduce un limite massimo alle detrazioni fiscali per i contribuenti con redditi superiori ai 75.000 euro, garantendo però maggiori agevolazioni alle famiglie con più di due figli a carico e alle famiglie con figli disabili. Le spese sanitarie e quelle relative ai mutui contratti fino al 31 dicembre 2024 sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni. Esclusi anche gli investimenti in start-up e Pmi innovative. La detrazione potrà arrivare fino a un massimo di 14.000 euro nella fascia di reddito tra 75.000 e 100.000 euro, mentre per la fascia di reddito tra 100.000 e 120.000 la detrazione massima sarà di 8.000 euro. È inoltre previsto lo stop alle detrazioni per i figli oltre i 30 anni, con l’eccezione dei figli disabili, per i quali le detrazioni continuano a essere garantite senza limiti di età.

PREVIDENZA
In ambito previdenziale, la manovra introduce due interventi finalizzati a favorire la permanenza al lavoro e ovviare alla mancanza di determinate expertise nel settore pubblico e privato.
Prevista la detassazione e l’estensione dell’incentivo contributivo, l’agevolazione che consiste nel riconoscimento in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore, per quanti – in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato – decidano di restare al lavoro (cd. Bonus Maroni). Viene ampliata la portata della disposizione sul piano soggettivo (includendo anche i soggetti che al 31 dicembre 2025 hanno maturato i requisiti per il pensionamento anticipato indipendente dall’età anagrafica) e prevista l’esclusione dall’imponibile fiscale della somma corrispondente alla quota di contribuzione corrisposta interamente al lavoratore.
Per agevolare la permanenza al lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, sono state introdotte modifiche alla normativa vigente sia per adeguare i limiti ordinamentali di età ai requisiti anagrafici previsti per l’accesso al pensionamento di vecchiaia, sia per consentire comunque la permanenza in servizio anche dopo aver maturato i requisiti per il pensionamento anticipato.
Il pacchetto previdenziale comprende la conferma anche per il 2025 dei canali di uscita anticipata attualmente vigenti (Quota 103, Ape sociale e Opzione donna) e viene introdotta la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni attraverso il cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare.
Le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo saranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. È necessario sottolineare che, senza questo intervento, gli importi dei prossimi due anni sarebbero risultati inferiori poiché l’adeguamento sarebbe stato parametrato all’andamento dell’inflazione, che quest’anno si è fortemente ridimensionata rispetto al passato. Aumenti anche per i pensionati in condizioni di disagio over 70 e per i titolari di assegno sociale.

MISURE PER IL LAVORO

Detassazione premi di produttività
Prorogata fino al 2027 la riduzione – dal 10% al 5% – dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato o di partecipazione agli utili d’impresa.

Fringe benefit
Confermata per il triennio 2025-2027 la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit (1.000 euro per i lavoratori senza figli e fino a 2.000 euro per quelli con figli). Per i nuovi assunti a tempo indeterminato con reddito fino a 35.000 euro nell’anno precedente, che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri, le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione non concorrono a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui per i primi due anni dalla data di assunzione.

Aumento soglia flat tax per lavoratori dipendenti
Sale da 30mila a 35mila euro la soglia di reddito da lavoro dipendente o da pensione che permette di beneficiare della flat tax al 15%.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

SANITÀ
La manovra stanzia ulteriori risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si aggiungono a quelle già assegnate dalla legislazione vigente. Nel complesso, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027, con un incremento medio annuo nel periodo 2025-2027 superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. Dal 2025 gli straordinari degli infermieri saranno tassati con la flat tax al 5%.

 





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