Borse oggi in diretta | Ftse Mib pesante con Stm e i finanziari, euro in picchiata sotto 1,02 dollari

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Mercati europei in calo, Eni resiste, STMicroelectronics in ribasso

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Lunedì nero per le piazze europee, in netto calo, anche Milano con un -1,20% a 34.667 punti con Stm (-2,97%) e i finanziari, Mps (-2,32%) e Nexi (-2,97%) in particolare, in tilt. Mentre in campo valutario l’euro ha toccato il suo livello più basso nei confronti del dollaro da novembre 2022, sfondando quota 1,02, come conseguenza dell’apprezzamento del biglietto verde a seguito del forte dato sul mercato del lavoro americano dello scorso venerdì che porta a una maggior cautela sui futuri (se ci saranno) tagli dei tassi di interesse da parte della Fed. Il cambio euro/dollaro viaggia a quota 1,019 alle 14:10, in calo dello 0,96%.

In aggiunta, «le nuove tensioni con Mosca, dopo l’introduzione delle recenti sanzioni su gas e petrolio (Brent +1,37% a 80,85 dollari al barile, ndr), hanno ampliato l’avversione al rischio sui mercati spingendo ancor di più gli investitori verso il biglietto verde, inteso come asset difensivo», fanno notare gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo. A perdere terreno sul dollaro è anche la sterlina, sotto pressione a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei rendimenti obbligazionari e la crescente preoccupazione per le finanze della Gran Bretagna.

Ore 12:20 Il Ftse Mib il peggiore, volano i rendimenti dei titoli di Stato

I mercati europei accelerano al ribasso (Dax -0,72%, Cac40 -0,95%, Ftse100 -0,39% e Ftse Mib -1,26% a 34.648 punti alle 12:20 con Campari, Ferrari, Iveco, Stellantis, Stm e Nexi) come i futures statunitensi (-0,41% quello sul Dow Jones e -0,83% quello sull’S&P500). Sul mercato obbligazionario, il rendimento del Btp 10 anni sale al 3,84% (spread con il Bund a 125,46 punti base), penalizzato da un mix di fattori tra cui la solidità degli ultimi dati sul mercato del lavoro Usa e l’aumento del prezzo del petrolio che raffreddano le aspettative di un taglio dei tassi da parte di Fed e Bce.

Sull’obbligazionario pesa l’abbondanza dell’offerta

A pesare è anche l’abbondanza dell’offerta: la Commissione Ue ha dato mandato a un pool di banche per la riapertura di un bond con scadenza ottobre 2054 via sindacato e la Grecia ha fatto altrettanto con un nuovo decennale. Mentre il Tesoro ha venduto l’importo massimo di 5,75 miliardi di euro nelle riaperture di soli due titoli – i Btp a tre e a sette anni – in un collocamento contenuto dopo il sindacato dual tranche della scorsa settimana da complessivi 18 miliardi di euro e che ha visto ordini record per circa 270 miliardi.

A novembre prestiti in calo in Italia

Intanto a novembre, secondo i dati della Banca d’Italia, i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,1% sui dodici mesi (-1% nel mese precedente). I prestiti alle famiglie hanno registrato un tasso di variazione nullo sui dodici mesi (-0,2% nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,6% (-3,1% nel mese precedente). Quanto ai depositi del settore privato sono aumentati del 4,4% (2,5% a ottobre); la raccolta obbligazionaria è aumentata del 7,2% (9,6% in ottobre). Infine, a novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono risultati pari al al 3,71% (3,74% in ottobre).

Ore 10:10 Il Ftse Mib accelera al ribasso con Ferrari e Stm. Il rendimento del Btp 10 anni sale al 3,8%

L’indice Ftse Mib accelera al ribasso (-0,80% a 34.809 punti alle 10:10 con Ferrari, Leonardo, Nexi e Stm sotto una pioggia di vendite), in linea con gli altri indici europei dopo che i forti dati sull’occupazione americana a dicembre hanno ridotto la probabilità che la Fed tagli i tassi nel breve termine. Le perdite maggiori si registrano sui titoli tecnologici e industriali, i princiali settori che soffrono di tassi ancora elevati, insieme alle utility su cui pesa la concorrenza offerta dai rialzo dei rendimenti sull’obbligazionario (quello del Tresaury Usa 10 anni sale al 4,79% e quello del Btp 10 anni al 3,83% con lo spread con il Bund a 122,6 punti base). 

Prospettive contrastanti al di fuori degli Stati Uniti

Jared Franz, economista di Capital Group, vede prospettive contrastanti al di fuori degli Stati Uniti. «L’economia europea continua a oscillare tra espansione e contrazione, appesantita dalla guerra in Ucraina, dagli alti prezzi dell’energia e dagli stretti legami con la lenta economia cinese. In risposta, la Banca Centrale Europea ha iniziato a tagliare i tassi di interesse quest’anno, prima della Federal Reserve statunitense, nella speranza di rilanciare l’economia dell’Eurozona», sottolinea Franz. «In Cina il governo ha lanciato un massiccio programma di stimolo volto a contrastare la debolezza cronica del mercato immobiliare e il rallentamento della produzione industriale. Ma sul ruolo della Cina nel commercio internazionale incombono nubi oscure, dal momento che la nuova amministrazione Trump ha dichiarato di voler aumentare i dazi sulle importazioni cinesi».

Ore 09:05 Il Ftse Mib scende con Stm e Campari. È ancora super dollaro

Borse europee in calo in avvio di seduta. Il Dax perde lo 0,28%, il Cac40 lo 0,31%, il Ftse100 lo 0,29% e il Ftse Mib lo 0,31% a 39.981 punti, in scia ai futures statunitensi negativi mentre entra nel vivo la stagione degli utili a Wall Street, con le principali banche tra cui JP Morgan Chase, Wells Fargo, Goldman Sachs, Citigroup pronte a comunicare i loro risultati trimestrali. Sempre negli Usa, c’è attesa per i dati chiave sull’inflazione, tra cui i report Cpi e Ppi, che potrebbero influenzare la direzione della politica monetaria del Federal Reserve.

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I dati macro della settimana

«A livello globale sarà d’obbligo un occhio di riguardo verso tutta una serie di indicatori economici, tra cui i dati sulla crescita del pil della Cina del quarto trimestre, nonché dati su esportazioni, importazioni, produzione industriale e vendite al dettaglio. In Gran Bretagna, verranno pubblicati i report chiave su inflazione, pil e vendite al dettaglio, interessanti per comprendere quel che farà la BoW dopo le tensioni sui bond (remndimento Gilt 10 anni al 4,95%, ndr) la scorsa settimana», afferma Saverio Berlinzani, analista senior di ActivTrades. Nel frattempo, nell’area dell’euro, la Banca centrale europea pubblicherà in settimana i verbali della sua più recente riunione di politica monetaria, mentre sono attesi anche i dati definitivi sull’inflazione del Vecchio continente. In attesa, l’euro flette dello 0,74% a 1,022 dollari (target possibili a 1,0180 e a 0,9990, ormai non lontanissimi, secondo Berlizani) e lo spread Btp/Bund è poco mosso a quota 121,4 punti base.

A Milano male Stm, Campari, Enel, reggono Stellantis, Mps e Illimity

Sul listino milanese resiste alle vendite Stellantis (+0,18% a 12,29 euro) dopo che il chief operating officer per l’Europa, Jean-Philippe Imparato, ha dichiarato che l’obiettivo Ue riguardo all’immissione sul mercato entro il 2035 esclusivamente di auto a zero emissioni non è in discussione e «non è un problema per noi: la fine dei giochi è chiara», semmai ha aggiunto, c’è da rivedere il ritmo e le modalità del percorso verso questo obiettivo, in particolare nei prossimi tre anni. Imparato ha fatto sapere di aver elaborato un piano che presenterà al livello del Comitato esecutivo globale del gruppo questa settimana, in termini di aggiornamento dei piani per l’Europa sui modelli e sui motori nei prossimi tre anni.

Stellantis, ha sottolineato, metterà sul mercato diversi modelli (la C3, la C3 Aircross, la Opel Frontera, la Fiat Grande Panda) di auto elettriche più piccole, del segmento B nei prossimi tre mesi, con costi inferiori ai 20.000 euro e quindi l’offerta ci sarà per i molti consumatori che finora non hanno potuto acquistare veicoli a batteria perché non se lo potevano permettere.

Tra le banche, è stabile a quota 7,96 euro Banco Bpm che si appresta ad aggiornare il proprio piano industriale entro il primo trimestre, con un aumento della redditività e della remunerazione degli azionisti, mentre Unicredit, che ha avuto nei giorni scorsi colloqui a Palazzo Chigi con la funzionaria responsabile per i dossier golden power per discutere dell’offerta per il Banco, perde lo 0,16% a 39,95 euro. Il governo potrebbe mettere paletti all’operazione chiedendo garanzie sul numero degli sportelli e sui livelli occupazionali.

Quanto al capitolo Commerzbank, «ho dei dubbi che le acquisizioni ostili nel settore bancario possano creare valore in modo sostenibile», ha detto in un’intervista all’Handelsblatt il presidente del consiglio di sorveglianza della banca tedesca ed ex presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. «È come in ogni relazione: se l’inizio è fallito diventa difficile. Ci vorrebbe molto lavoro per creare fiducia e consentire colloqui aperti», ha aggiunto Weidmann. «Dubito che un’acquisizione ostile nel settore bancario possa creare un valore duraturo». 

Nel caso di Generali (-0,67% a 28,19 euro), l’intesa con la francese Natixis, attualmente in corso di negoziato, dovrebbe portare alla creazione di una nuova entità partecipata al 50% da ognuna delle parti, e guidata inizialmente dall’ad di Generali Investments Holding, Woody Bradford.

Vendite anche su Stm (-2,64% a 23,40 euro), con Banca Akros che ha ridotto il target price da 28 a 27 euro, ribadendo il rating neutral e su Enel (-0,86% a 6,91 euro) perché Morgan Stanley ha tagliato il target price da 8,25 a 8 euro (rating overweight). Su Campari (-1,30% a 5,604 euro) è intervenuta Rbc, abbassando il target price da 6,10 a 5,30 euro (rating underperform) e su Mps (+0,43% a 7,804 euro) Deutsche Bank, alzando il target price da 6,60 a 7,90 euro (buy).

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Bene Illimity (+1,15% a 3,85 euro): l’offerta lanciata da Banca Ifis (-0,62% a 22,26 euro) «non è stata sollecitata né preventivamente concordata», ha detto la banca target. Infine, Brunello Cucinelli arretra dello 0,27% a 109 euro nel giorno in cui si riunisce il cda sui dati preliminari di bilancio.

Ore 07:30 Europa attesa in calo,  Goldman Sachs: la Fed taglierà i tassi solo due volte nel 2025

Borse europee attese in calo (-0,30% il future sull’Eurostoxx50) in scia a quelle asiatiche (Tokyo chiusa per festività) e ai futures statunitensi (-0,11% quello sul Dow Jones e -0,34% quello sull’S&P500) mentre gli investitori rivalutano la probabilità di tagli dei tassi di interesse negli Stati Uniti a seguito dei dati sull’occupazione più forti del previsto pubblicati la scorsa settimana e in vista di quelli sull’inflazione che saranno pubblicati mercoledì 15 gennaio.

Goldman Sachs: la Fed taglierà i tassi solo due volte nel 2025

Venerdì 10 gennaio i dati hanno mostrato che la crescita dell’occupazione negli Stati Uniti è aumentata inaspettatamente a dicembre e che il tasso di disoccupazione è diminuito, segnalando una forte chiusura del 2024 per il mercato del lavoro. Ciò supporta le aspettative che la Fed manterrà stabili i tassi di interesse questo mese. Li ha ridotti di 100 punti base nel 2024, ma ha segnalato tagli inferiori al previsto per il 2025 di fronte a un’inflazione persistente e a un’economia resiliente. «Gli ennesimi dati positivi sull’occupazione negli Stati Uniti intensificano la convinzione che i funzionari della Fed non sono sotto pressione per ridurre i tassi nel breve termine», affermano gli esperti di Ing. «Il mese prossimo avremo le revisioni sui dati occupazionali, che potrebbero cambiare la situazione, ma in un contesto di inflazione persistente i rischi sono sempre più orientati verso una pausa prolungata da parte della Fed».

Goldman Sachs ora prevede che la Fed ridurrà i tassi di interesse due volte quest’anno, a giugno e dicembre, una revisione rispetto alla stima precedente di tre tagli. Si aspetta poi un ulteriore taglio nel 2026, portando il tasso terminale della Fed al 3,5%-3,75%, dai livelli attuali del 4,25%-4,5%. Gli analisti di Goldman Sachs hanno dichiarato che, sebbene la loro previsione di base sui tassi rimanga leggermente più accomodante rispetto alle valutazioni del mercato, è difficile avere una «forte convinzione sui tempi dei tagli» a causa delle aspettative di dati economici statunitensi solidi, che rendono i tagli ragionevoli, ma non critici. La banca d’investimento ha, inoltre, affermato che c’è incertezza su come la Fed affronterà l’aumento dei dazi commerciali sotto il nuovo presidente, Donald Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio.

Il Tycoon ha promesso di imporre forti dazi sulle importazioni a diversi principali partner commerciali degli Stati Uniti, in particolare la Cina. Tuttavia, ci si aspetta che siano gli importatori americani a sostenere i costi dei dazi, il che potrebbe portare a un aumento dei prezzi dei beni e servizi interni dipendenti dalle importazioni. Nonostante ciò, gli esperti di Goldman Sachs non si aspettano che le politiche fiscali e sull’immigrazione di Trump abbiano un impatto rilevante sull’inflazione e che i dazi probabilmente non aumenteranno l’inflazione abbastanza da giustificare aumenti dei tassi di interesse o destabilizzare Wall Street.

Stati Uniti, Giappone e Filippine discutono del comportamento della Cina nel Mar Cinese Meridionale

Intanto, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha incontrato domenica virtualmente i suoi omologhi di Giappone e Filippine per promuovere la cooperazione tra i tre Paesi. i tre hanno discusso della sicurezza marittima trilaterale e della cooperazione economica, nonché del «comportamento pericoloso e illegale» della Cina nel Mar Cinese Meridionale, un canale per oltre 3.000 miliardi di dollari di commercio annuale via nave da anni afflitto da crescenti tensioni. Infatti, la Cina rivendica quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, nonostante una sentenza del 2016 della Corte permanente di arbitrato abbia stabilito che le rivendicazioni di Pechino non hanno alcuna base legale.

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Fuggi fuggi dai fondi azionari statunitensi

Il dollaro resta forte nei confronti dell’euro, che vale 1,022 dollari (-0,75%), in assenza di dati macro e il rendimento del Treasury Usa scende di poco al 4,76% (al 3,76% quello del Btp 10 anni). Gli investitori hanno disinvestito 5,05 miliardi di dollari di fondi azionari statunitensi durante la scorso settimana e hanno acquistato 56,19 miliardi di dollari di fondi del mercato monetario, registrando il maggior acquisto netto settimanale dal 4 dicembre 2024, secondo i dati di Lseg Lipper. In pratica, gli investitori hanno ritirato 4,88 miliardi di dollari netti dai fondi statunitensi a grande capitalizzazione, rispetto ai 5,43 miliardi di dollari di acquisti netti della settimana precedente. Viceversa i fondi obbligazionari hanno ottenuto un afflusso settimanale netto di 9,14 miliardi di dollari dopo tre settimane consecutive di vendite nette.

A Milano occhio a Stellantis, Banco Bpm, Unicredit, Generali, Banca Ifis, Illimity e Brunello Cucinelli

Sul listino milanese attenzione a Stellantis dopo che il chief operating officer per l’Europa, Jean-Philippe Imparato, ha dichiarato che l’obiettivo Ue riguardo all’immissione sul mercato entro il 2035 esclusivamente di auto a zero emissioni non è in discussione e «non è un problema per noi: la fine dei giochi è chiara», semmai ha aggiunto, c’è da rivedere il ritmo e le modalità del percorso verso questo obiettivo, in particolare nei prossimi tre anni. Imparato ha fatto sapere di aver elaborato un piano che presenterà al livello del Comitato esecutivo globale del gruppo questa settimana, in termini di aggiornamento dei piani per l’Europa sui modelli e sui motori nei prossimi tre anni.

Stellantis, ha sottolineato, metterà sul mercato diversi modelli (la C3, la C3 Aircross, la Opel Frontera, la Fiat Grande Panda) di auto elettriche più piccole, del segmento B nei prossimi tre mesi, con costi inferiori ai 20.000 euro e quindi l’offerta ci sarà per i molti consumatori che finora non hanno potuto acquistare veicoli a batteria perché non se lo potevano permettere.

Tra le banche, attenzione a Banco Bpm che si appresta ad aggiornare il proprio piano industriale entro il primo trimestre, con un aumento della redditività e della remunerazione degli azionisti, e a Unicredit che ha avuto nei giorni scorsi colloqui a Palazzo Chigi con la funzionaria responsabile per i dossier golden power per discutere dell’offerta per il Banco. Il governo potrebbe mettere paletti all’operazione chiedendo garanzie sul numero degli sportelli e sui livelli occupazionali.

Quanto al capitolo Commerzbank, «ho dei dubbi che le acquisizioni ostili nel settore bancario possano creare valore in modo sostenibile», ha detto in un’intervista all’Handelsblatt il presidente del consiglio di sorveglianza della banca tedesca ed ex presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. «È come in ogni relazione: se l’inizio è fallito diventa difficile. Ci vorrebbe molto lavoro per creare fiducia e consentire colloqui aperti», ha aggiunto Weidmann. «Dubito che un’acquisizione ostile nel settore bancario possa creare un valore duraturo». 

Mentre nel caso di Generali, l’intesa con la francese Natixis, attualmente in corso di negoziato, dovrebbe portare alla creazione di una nuova entità partecipata al 50% da ognuna delle parti, e guidata inizialmente dall’ad di Generali Investments Holding, Woody Bradford.

Quanto a Illimity, l’offerta lanciata da Banca Ifis «non è stata sollecitata né preventivamente concordata», ha detto la banca target. Infine, attenzione a Brunello Cucinelli che riunisce il cda sui dati preliminari di bilancio.

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