Scuola, Termoli e Molise in allarme: Genitori e Sindacati uniti contro i tagli scolastici

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Riorganizzazione scolastica molisana nel mirino, Sindacati: “decisioni prese senza dialogo e penalizzanti per le aree interne”.

TERMOLI – La proposta di riorganizzare l’Istituto Comprensivo Scolastico Schweitzer a Termoli ha suscitato una forte reazione tra genitori e sindacati, che hanno espresso con determinazione il loro dissenso verso le decisioni prese dalla Giunta Regionale.

In una lettera aperta, i rappresentanti dei genitori del Consiglio d’Istituto hanno qualificato la decisione come un “smembramento politico”, sottolineando il rischio di danneggiare un sistema educativo che gode di stabilità e successo.

La loro preoccupazione principale è che questa mossa possa compromettere l’efficacia e la qualità dell’istruzione offerta ai loro figli.

«Oggi siamo qui riuniti per parlare nuovamente, (è passato solo un anno), di una decisione che, a nostro avviso, non ha né razionalità né giustificazione e soprattutto nessun criterio oggettivo. 
“Lo Smembramento” del nostro comprensivo scolastico Schweitzer.
Un processo che, francamente, ci appare assurdo, non solo per le sue implicazioni pratiche, ma anche per il danno emotivo che potrebbe causare ai nostri figli. Un comprensivo scolastico non è solo un insieme di aule, laboratori, orari e programmi educativi. È un ecosistema, un luogo dove i nostri bambini e ragazzi crescono, imparano, si confrontano, si formano come individui e, soprattutto, come “cittadini”.

Un comprensivo scolastico è un ambiente che permette di costruire legami tra generazioni, che favorisce la continuità e che stimola il senso di appartenenza a una comunità che va oltre la singola scuola o il singolo ciclo. Ma oggi, purtroppo, ci troviamo a dover affrontare una decisione che sembra voler distruggere proprio questa continuità, questa coesione esattamente come un anno fa.

Lo smembramento, che non è altro che una divisione in piccole entità scolastiche, è qualcosa che non possiamo semplicemente accettare senza porre delle domande serie. Perché dobbiamo separare ciò che ha funzionato per anni, che ha dato risultati positivi, che ha permesso a centinaia di ragazzi di crescere insieme? Qual è il beneficio concreto di tutto ciò? La risposta, purtroppo, non è chiara. Se l’intento è quello di migliorare l’efficienza o di risparmiare risorse.

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Siamo preoccupati, e non solo per l’immediato impatto che questo smembramento avrà sui nostri figli, ma per quello che potrebbe significare per la loro formazione complessiva. La divisione di un comprensivo scolastico non solo spezza un percorso educativo consolidato, ma rischia anche di compromettere l’equilibrio sociale che si è creato tra studenti e insegnanti. Come possiamo chiedere ai nostri ragazzi di crescere in un ambiente che non li vede più come parte di un tutto, ma li separa in piccoli gruppi, senza una visione comune e continuità didattica? Se lo smembramento fosse davvero necessario per risolvere dei problemi organizzativi, perché non è stata coinvolta in modo serio e trasparente l’intera comunità scolastica?

Facile per chi prende decisioni in alto non considerare le implicazioni quotidiane di tali scelte. Ma noi, che siamo in prima linea, che viviamo ogni giorno nelle scuole con i nostri figli, sappiamo che le cose non funzionano così. Ogni piccolo cambiamento, ogni riorganizzazione, ha un impatto sulle dinamiche scolastiche, sugli insegnanti, sugli studenti. E noi non vogliamo che questo impatto sia negativo. Quindi, oggi siamo qui, uniti come genitori, per chiedere maggiore chiarezza, per chiedere di essere ascoltati, per chiedere che le decisioni vengano prese con il nostro coinvolgimento e con la nostra responsabilità.

Non siamo contro il cambiamento, ma vogliamo un cambiamento che non distrugga ciò che di buono è stato costruito, che non metta in pericolo il benessere dei nostri figli. Vogliamo un’educazione che non divida, ma che unisca. Vogliamo che le scuole restino luoghi di crescita, di continuità, di condivisione. Vogliamo che le risorse vengano utilizzate in modo intelligente, ma senza sacrificare il cuore pulsante di un comprensivo scolastico che funziona.

“Perché i nostri figli meritano di più “. Meritano di crescere in un ambiente che li stimoli a diventare cittadini responsabili, consapevoli e capaci di affrontare il futuro con fiducia. E, soprattutto, meritano di vivere una scuola che non li separi, ma che li unisca».

I rappresentanti dei Genitori del Consiglio d’Istituto
comprensivo scolastico Schweitzer.

CGIL Molise

Parallelamente, un comunicato congiunto di CGIL Molise e FLC CGIL Molise ha espresso una forte opposizione alla gestione del dimensionamento scolastico a livello regionale. I sindacati hanno definito la situazione come una “paradossale vicenda” che comporterebbe “un ennesimo taglio per la nostra Regione, sbagliato nel merito e nel metodo.” Hanno criticato la Giunta Regionale per aver preso decisioni basate su quello che descrivono come un “parere tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale” senza un adeguato dialogo con le parti sociali e le comunità scolastiche interessate. “Un taglio è sempre un taglio, che risponde a logiche di bilancio,” hanno dichiarato, sottolineando la mancanza di concertazione e coinvolgimento.

La riorganizzazione proposta prevede la soppressione e l’accorpamento di sei istituzioni scolastiche nella regione, una misura che, secondo i sindacati, avrebbe gravi conseguenze per le aree interne già afflitte da un calo demografico. “La politica dei tagli penalizza le aree interne,” hanno affermato, ricordando come altre regioni italiane, come Emilia Romagna e Toscana, stiano attivamente resistendo a simili misure adottando sospensioni e ricorsi.

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Un’ulteriore preoccupazione riguarda la creazione di istituti comprensivi che superano i 1.000 alunni, una dimensione che potrebbe renderli difficilmente gestibili: “Il risultato sarà l’ennesimo pasticcio, che oltre a penalizzare le aree interne (si pensi alla soppressione degli Istituti comprensivi di Carovilli e Ripalimosani) porterà ad una semplice sommatoria algebrica di istituzioni scolastiche per rispondere ad una mera logica numerica, con la creazione di Istituti Comprensivi con oltre 1.000 alunni (a Termoli, Campobasso, Venafro e Isernia) e ad un Omnicomprensivo di 1.300 alunni a Bojano“.

Non illudano le parole rassicuranti di chi promette che non cambierà niente: ci saranno conseguenze sugli organici di docenti e ATA, senza dimenticare che le autonomie scolastiche accorpate spesso inglobano indirizzi e plessi anche distanti fra loro, rendendo molto complesse le relazioni da tenere con le istituzioni e le comunità locali”, hanno avvertito i sindacati, ponendo l’accento sulle possibili ripercussioni negative per i docenti, il personale ATA e, soprattutto, sulla qualità dell’offerta formativa.

In vista della discussione prevista nel Consiglio regionale il 14 gennaio, CGIL Molise e FLC CGIL Molise hanno ribadito con fermezza la loro opposizione e si preparano a manifestare pubblicamente il loro dissenso.Il futuro del Molise non può prescindere da investimenti sulla conoscenza,” hanno dichiarato, impegnandosi a continuare la loro battaglia per garantire che il diritto allo studio nella regione risponda adeguatamente alle aspettative e alle necessità delle famiglie.



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