La didattica a distanza è un’opportunità

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 




Negli ultimi mesi si sta sviluppando un dibattito sempre più acceso rispetto al futuro della formazione universitaria in Italia, tra prospettive storiche, analisi delle esigenze attuali e proposte di trasformazione. Se è condiviso che l’istruzione superiore sia il motore strategico per il rilancio del Paese, alcuni presupposti richiedono maggiore scrutinio. Tra questi, uno degli argomenti più discussi e fraintesi riguarda la legittimità della formazione digitale, soprattutto a confronto con la tradizionale formazione in presenza.

Buona parte delle critiche si basano sul pregiudizio che la didattica a distanza sia per sua natura meno efficace. La ricerca scientifica in campo educativo, però, evidenzia che si tratta di un falso mito. Già dai tempi della formazione per corrispondenza e radiotelevisiva l’opinione dominante è che l’efficacia dell’apprendimento, in presenza o a distanza, dipende da come questo viene promosso, ovvero dalle modalità che vengono utilizzate per coinvolgere, motivare e far partecipare attivamente gli studenti. Partecipare fisicamente a una lezione non garantisce necessariamente un apprendimento migliore rispetto a seguirla online. Certo, la presenza favorisce l’interazione tra pari, ma nel mondo del lavoro collaborare a distanza è una realtà consolidata: piattaforme digitali, videoconferenze e documenti condivisi mostrano come la collaborazione online sia ormai parte integrante della vita quotidiana. Didattica in presenza e digitale non si escludono: le modalità ibride combinano il meglio di entrambe, creando ambienti di apprendimento inclusivi e flessibili. Insistere su una contrapposizione

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

sterile tra presenza e didattica digitale significa ignorare la realtà della quale tutti facciamo esperienza nel quotidiano: dalle riunioni su Meet alle chat WhatsApp, ai fogli condivisi su Drive. Tutti noi collaboriamo con i nostri colleghi, ci scambiamo informazioni e apprendiamo a distanza, sperimentando forme avanzate di apprendimento collaborativo e reciproco. Se vogliamo uscire da una discussione basata su prese di posizione aprioristiche, è necessario riconoscere che ciò che impedisce agli studenti universitari di formarsi efficacemente, di sviluppare capacità di pensiero critico, di essere creativi e innovativi, non è il fatto di recarsi fisicamente in un’aula o meno. Il vero problema nel nostro Paese è la bassa percentuale di laureati: nel 2023, solo il 30,6% dei giovani italiani tra 25 e 34 anni possedeva un titolo universitario, contro una media UE del 43,1%. Un divario che evidenzia la necessità di ampliare l’accesso all’istruzione superiore, aumentando, e non riducendo, le possibilità di offerta formativa. La formazione a distanza è un potente strumento di inclusione sociale. Permette a lavoratori, genitori, persone con disabilità e studenti in aree remote di accedere a un’istruzione altrimenti inaccessibile. Le università telematiche, d’altronde, non sono più semplici erogatrici di contenuti: investono in ricerca, infrastrutture e didattica avanzata, con un modello che include laboratori virtuali e attività interattive per stimolare la partecipazione.

Negli atenei telematici italiani vige un modello che integra almeno un quinto di attività interattive, progettate per stimolare il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli studenti includendo laboratori virtuali, simulazioni interattive e discussioni collaborative. Le università telematiche seguono inoltre

rigorosi standard di accreditamento ANVUR, come le università tradizionali. Negli ultimi anni, hanno potenziato i loro organici con docenti e ricercatori, migliorando la produzione scientifica e sviluppando dottorati che integrano studio online e ricerca sul campo. A livello internazionale, Harvard, MIT e numerosi altri prestigiosi atenei già offrono programmi con componenti digitali, dimostrando che l’eccellenza accademica e la formazione a distanza possono coesistere e formare una nuova generazione di studiosi capaci di affrontare le sfide globali. L’integrazione del digitale è cruciale per modernizzare l’istruzione italiana. Rapporti come il Digital Education Action Plan della Commissione Europea sottolineano il valore della formazione online per ampliare l’accesso e rispondere alle esigenze di una società globalizzata.

Non si tratta di scegliere tra presenza e digitale, dunque, ma di combinare entrambi per costruire un sistema educativo più inclusivo e competitivo. Occorre superare i pregiudizi e adottare le migliori pratiche internazionali, guardando alle evidenze.

Solo così l’istruzione superiore potrà rispondere ai cambiamenti sociali e contribuire al progresso culturale ed economico del Paese.

*Anna Dipace, preside della Facoltà di Scienze Umane, della Formazione e dello Sport – Università Telematica Pegaso

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link