Tempesta finanziaria a Londra, la manovra fa tremare Starmer

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di
Luigi Ippolito

La Gran Bretagna in una spirale di Stagflazione. Schizzano i titoli di Stato, crolla la sterlina

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 
LONDRA Erano bastati 49 giorni, nell’autunno del 2022, per cacciare da Downing Street la premier conservatrice Liz Truss, che con la sua improvvida manovra finanziaria allo scoperto aveva portato la Gran Bretagna sull’orlo della bancarotta; ma oggi Londra sta entrando di nuovo in «territorio Truss», grazie stavolta all’inettitudine economica del governo laburista di Keir Starmer. La Gran Bretagna è da giorni in piena tempesta finanziaria: gli interessi sui titoli di Stato a 10 anni sono schizzati ai livelli più alti dalla crisi del 2008 — anche oltre i livelli toccati col governo Truss — mentre i titoli a 30 anni sono sulla soglia più alta dal 1998; la sterlina è in caduta libera ed è ai livelli più bassi sul dollaro da 14 mesi. 

È un fenomeno inusuale: quando gli interessi salgono, la moneta si rafforza, ma questo non sta accadendo. Ciò a cui si assiste, invece, è un voto di sfiducia da parte dei mercati finanziari nei confronti del governo Starmer: il timore è che la Gran Bretagna sia entrata in una spirale di «stagflazione», ossia stagnazione economica accompagnata da alta inflazione, il peggiore degli scenari possibili. 




















































Non solo si sprecano i paragoni con la debacle di Liz Truss, ma i commentatori evocano addirittura l’umiliazone del 1976, quando Londra dovette ricorrere al salvataggio da parte del Fondo monetario internazionale. Non siamo ancora a questo, ma il solo fatto che quei precedenti vengano evocati fa capire la gravità della situazione. 

E pensare che i laburisti erano arrivati al potere lo scorso luglio promettendo stabilità, dopo il caos dei governi conservatori: ma sta succedendo l’opposto e la ragione sta tutta nelle scelte fatte da Rachel Reeves, la cancelliera dello scacchiere — ossia la ministra del Tesoro, la prima donna nella storia a occupare quella carica — cui Starmer ha delegato in toto la gestione dell’economia. 

La cancelliera ha presentato a ottobre una manovra basata su aumenti delle tasse per un’equivalente di 50 miliardi di euro, resa necessaria, a detta del governo, per far fronte a un buco di 22 miliardi di sterline lasciato dai conservatori (una cifra che però viene contestata). Allo stesso tempo, il governo ha distribuito aumenti a pioggia ai lavoratori pubblici dei settori più disparati. La conseguenza è stata quella di far precipitare la fiducia delle aziende e dei consumatori: gravate da nuovi costi, le imprese hanno messo in pausa gli investimenti, alzato i prezzi e rallentato le assunzioni. Come risultato, la crescita economica — che nel primo semestre del 2024, sotto i conservatori di Rishi Sunak, era stata la più sostenuta di tutto il G7 — si è arenata su uno zero tondo: un magro risultato, per un governo che aveva promesso di fare della crescita la sua priorità numero uno. 

I laburisti, nei mesi che avevano preceduto il loro arrivo al potere, avevano fatto di tutto per corteggiare il mondo dell’economia e della finanza: ed erano stati pure convincenti, guadagnandosi un iniziale capitale di fiducia. Ma adesso la luna di miele è finita: il governo Starmer sconta inesperienza e improvvisazione, anche perché, come sussurrano nella City, «sembrano avere scarsa familiarità con i concetti dell’economia». 

Ma non ci sono solo i mercati a sentire l’odore del sangue: Elon Musk è impegnato in una crociata personale contro i laburisti britannici e, secondo il Financial Times, avrebbe avuto discussioni su come deporre Starmer prima della fine della legislatura. Si tratta di una eventualità al momento remota, perché il premier gode in Parlamento di una maggioranza schiacciate e inscalfibile: ma è vero che all’interno dello stesso partito laburista si fa sempre più insistente il chiacchiericcio su una possibile sostituzione in corsa del primo ministro, visto ormai come incapace di riprendere in mano la situazione. 

A bordo campo già si scaldano la vice premier, la combattiva Angela Rayner, e Wes Streeting, l’ambizioso ministro della Sanità: che Starmer sia ancora a Downing Street l’anno prossimo è una scommessa che appare ogni giorno più azzardata.

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11 gennaio 2025

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