RENATO DI ROCCO RISPONDE AL PRESIDENTE CORDIANO DAGNONI

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


In seguito alla lettera aperta inviataci ieri pomeriggio dal presidente della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni ecco la pronta controreplica dell’ex presidente Federale nonché vice-presidente onorario dell’Unione Ciclistica Internazionale Renato Di Rocco, che con piacere vi proponiamo qui di seguito. Buona lettura.

Caro direttore,

C’è sempre molto da imparare dalle esperienze, ma non da chi millanta e distorce verità. Mi ha incuriosito la risposta del Presidente Dagnoni, dal titolo ‘RENATO DI ROCCO DOVREBBE SAPERE CHE…’ Confermo che, non solo lo so ma lo confermo, mentre quello che mi stupisce è come il presidente attuale riesca a sviare gli argomenti. Per cui le chiedo la possibilita’ di replicare, per fornire un momento informativo ai suoi lettori, dal momento che la comunicazione federale è stata piuttosto nebulosa in questo quadriennio.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Voglio premettere che il mio intervento, anche in questo caso, non è in chiave politica, bensì per chiarire i confronti che l’attuale presidente continua a fare e per rispetto del Consiglio Federale che lo ha preceduto e che, a mio avviso, ha ben operato.

I RISULTATI E IL LAVORO

Parto dai risultati che inorgogliscono tutti e che sono frutto di lunghi anni di lavoro: se l’attuale presidente, dopo tanti anni, ancora non ha compreso che per ottenere medaglie olimpiche, ci vogliono almeno otto-nove anni di lavoro, allora è inutile replicare.
Tutto il resto sono solo bufale e lo stato del settore velocità lo conferma.

Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro ci siamo arrivati con 7 anni di lavoro al velodromo di Montichiari, a Tokyo con ben 12 anni di allenamenti nella pista bresciana: per fare un parallelismo la Gran Bretagna arrivò alle Olimpiadi di Londra con un progetto di 12 anni. Questo per ricordare che i risultati di Tokyo 2021 appartengono al lavoro effettuato nel decennio precedente e che le modifiche inserite hanno prodotto zero risultati. Ci tengo a chiarire che non è colpa del tecnico o dei tecnici coinvolti, ma delle condizioni confuse nelle quali sono stati costretti ad operare. Confusione, questo è ciò che si percepisce, non il tanto esaltato “clima di squadra”.

Aggiungo che in termini di risultati siamo già in fase calante: ricordo l’entusiasmo e la propaganda per aver conquistato il primo posto nel medagliere europeo mentre ci si è dimenticati di sottolineare che quest’anno, nonostante gli ingenti investimenti, abbiamo chiuso al terzo posto. Il Presidente lo dovrebbe sapere, siamo in discesa. Io non lo sapevo, ma lo dicono i numeri.

Mi permetto di fare un’ulteriore precisazione: è stato detto che il quartetto è stato ripescato a Rio de Janeiro grazie ad una telefonata di Giovanni Malagò. Nulla di più falso: all’epoca ero responsabile del Settore Pista Uci e, una volta acquisita la decisione del TAS del CIO di escludere la Russia dalle Olimpiadi, mi sono precipitato al Villaggio Olimpico per informare Mornati, allora Capo Delegazione del Coni. Il caso ha voluto che in quel momento il Presidente del Consiglio Matteo Renzi stesse visitando la delegazione azzurra: ho avvicinato Mornati e subito dopo ho informato Marco Villa che mi disse “Sono tutti in vacanza”. Insistetti personalmente perché ritenevo fosse importantissimo permettere a quegli atleti di “annusare” il clima olimpico. Oggi, ad una decina di anni di distanza ritengo che quella scelta non solo fu utile ma anche essenziale per costruire i successi che ne sono seguiti.

Il Presidente della Pallavolo, Giuseppe Manfredi, a caldo, dopo la storica vittoria olimpica del team femminile ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per quel risultato. Diverso è stato il comportamento del nostro presidente che ha dimostrato una volta di più di non avere nel proprio DNA la riconoscenza (nemmeno nel momento della sua elezione nei confronti di Daniela Isetti): a Tokyo ha spedito a casa Davide Cassani per poi farsi fotografare con gli atleti a mò di tappetino.

BILANCIO

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Confermo tutti i dati riportati, evidenziando che, per fortuna, sono certificati dallo stesso revisore dei conti e dallo stesso responsabile amministrativo che sono ancora in carica presso questa Federazione.

Anche in questo caso, però, ci si dimentica della situazione di partenza: nel 2005 ho ereditato una situazione economica pessima, simile a quella che si troverà il prossimo Presidente. Con l’aggravante di 28 controversie legali giacenti, curate dal medesimo Avvocato ancora all’opera per conto della Federazione. Aver ridotto in pochi anni il disavanzo è stato un miracolo, non “immobilismo” come lo ha definito l’attuale presidente. Lui, invece, è stato fortunato anche sotto questo aspetto: oltre ad aver ereditato il risultato delle Olimpiadi è arrivato dopo che il periodo più drammatico del nostro sport (ricordo il culmine della lotta al doping negli anni 2008-2009, chissà come l’avrebbe gestita l’attuale consiglio federale) e ha trovato una situazione economica molto florida di cui ha potuto beneficiare.

E’ un peccato che l’attuale presidente sorvoli sulle spiegazioni che il movimento attende sulla chiusura del bilancio 2023: cita sempre il CONI, ma il semplice fatto che lo stesso CONI abbia ritardato l’approvazione a fine novembre 2024, evidentemente è la testimonianza di una attenta opera di ingegneria finanziaria.

Sarebbe bene che il presidente spiegasse bene le cifre dell’attuale bilancio, con la stessa attenzione con cui ha trattato i bilanci delle precedenti gestioni: uno sbilanciamento di 3 milioni e 300 mila euro ai quali vanno aggiunti i debiti del 2024, crea una situazione preoccupante. Fare chiarezza sarebbe un obbligo morale.

Forse è arrivato il momento anche di togliere i veli sugli introiti dagli sponsor federali, arrivati anche grazie agli ottimi risultati degli azzurri, che si stima abbiano portato 150 mila euro in più rispetto al passato ma ancora non si conoscono quali siano i vincoli operativi: quel che è certo è che nessuno dei partner pubblicizza la propria sponsorizzazione alla FCI e questo non aiuta a migliorare la perdita di credibilità prodotta dagli scandali creati da questa gestione.

CONTRATTI IN ESSERE

Nessuna obiezione al riguardo; a domanda ho solo replicato che se non sono aderenti alla realtà economica attuale andrebbero analizzati, sia con l’organismo di vigilanza interno sia, se servirà, con perizie tecniche in tribunale.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Andranno gestite le situazioni con Infront che non ha esperienze specifiche nel ciclismo; fra i contratti che impegnano la FCI c’è anche il rinnovo assicurativo, anch’esso molto oneroso per la FCI e avviato in corso di stagione, dal 1° maggio. Normalmente chi si tessera o si affilia lo dovrebbe fare conoscendo le garanzie che riceve: bene, la nuova polizza, per i pochi dati a disposizione, risulterebbe più onerosa di ben 450 mila euro, ai quali si deve aggiungere il peggioramento delle coperture per la franchigia di un punto per la categoria giovanile e di un altro punto per i master. Ogni punto, all’epoca, era stimato in circa 240 mila euro, senza contare che i tesserati master versavano una quota di sussidiarietà per abbassare il costo delle tessere giovanili, stimata in altri circa 90 mila euro.

Aggiungiamo, me lo ha chiesto lei dato che dovrei saperlo, l’esclusione dei danni materiali fra tesserati e una franchigia di 150 euro per RCT: tutto questo porta ad una stima più onerosa per un totale di 1 milione e 20 mila euro. Facendo un rapido conto, si comprende perfettamente cosa abbia comportato questa malagestione.

Quando parla di Sport e Salute Spa il presidente omette di chiarire che questa società di proprietà del Ministero dell’Economia e finanza ha assunto tutte le competenze che prima erano del Coni (ad eccezione della preparazione Olimpica), oggi si occupa oltre che del personale, anche degli spazi per le sedi federali, compresi i velodromi di Montichiari e Spresiano.

Ebbene Sport e Salute Spa eroga i contributi sulla base di indicatori che riguardano la virtuosità della gestione amministrativa e l’impatto mediatico della promozione dello sport: proprio a causa delle criticità della sua gestione amministrativa la FCI in due soli anni è passata dal 5° al 9° posto, perdendo nel 2023 ben 536.595 euro.

In riferimento al numero dei dipendenti, vero patrimonio della FCI insieme al magazzino federale (a proposito, sembra che quello che movimenta più indumenti sia quello di Via Rubattino a Milano…) va precisato che la pianta organica definita con Sport e Salute, e prima con il Coni, non ha modificato i numeri ma ha solo definito il passaggio dalla Ciclistica Servizi alla FCI. Una operazione sanatoria, con beneficio evidente per la FCI che in questo modo ha evitato il pagamento dell’IVA. Una scelta operata sulla base di una oculata proposta della Segreteria Generale. E’ evidente che al presidente attuale sia mancato il supporto di un segretario generale competente e meno protagonista: la professionalità di Cristina Gabriotti (ne approfitto per ringraziare ancora Cristina) non lo avrebbe fatto trovare nella situazione drammatica in cui oggi versa.

PRESIDENTI REGIONALI

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La ringrazio per aver approfittato di questo empasse per chiarire un passaggio dell’intervista che chiedeva della pochezza dirigenziale del presidente nazionale e dei presidenti regionali.

Siamo di fronte al peggior consiglio federale dei 40 anni che ho vissuto in federazione: non è mia abitudine esprimere giudizi ma è evidente che alcune competenze, anche valide, già esistevano ma, purtroppo, all’interno di questo consiglio non hanno potuto esprimersi.

Restare seduti in consiglio, di fronte all’impossibilità di ottenere l’elenco dei collaboratori e dei rispettivi compensi o la stipula dei contratti è un comportamento assurdo: bene ha fatto Norma Gimondi, nel rispetto del codice deontologico della sua professione, ad andarsene.

Ancora mi meraviglia il timore di cooptare il primo dei non eletti come prevederebbe lo statuto federale: perché non coinvolgere Dario Broccardo?  Sicuramente per il timore di avere all’interno del Consiglio una persona troppo competente.

Il consiglio federale è l’organo di amministrazione della federazione e non esistono norme sulla privacy per non mettere disposizione dei consiglieri la possibilità di conoscere tutti i dettagli dei documenti che devono approvare. Stupisce che con tutte le collaborazioni di avvocati inglesi e irlandesi nessuno di loro abbia mai chiarito l’argomento.

Con quasi tutti i presidenti regionali ho, ancora oggi, rapporti di amicizia e il rispetto nei loro confronti è totale. Aggiungo vi è grande stima e considerazione anche se non avrei mai voluto essere al loro posto in questo quadriennio: modifiche alle regole ad ogni spiraglio di vento, promesse non mantenute e sostegno operativo pari a zero. Evito di parlare degli 8 pulmini che ancora attendono e che, nel caso di assegnazione, dovranno essere restituiti a fine marzo quando scadrà il comodato d’uso.

Abuso dell’occasione, per ricordare alla Regione Sicilia che l’ultimo pulmino assegnato a quella regione è stato opera del precedente Consiglio Federale, al pari delle biciclette in dotazione del tanto decantato Velodromo di Noto (un caro e devoto saluto alla memoria del Prof Rosario La Rosa). Un richiamo alla memoria e, soprattutto, al fatto che l’attuale presidente in veste di presidente regionale aveva messo in discussione quella delibera in quanto la regione, a suo avviso, si sarebbe dovuta comprare da sola l’automezzo.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

In conclusione esprimo gratitudine sincera, oltre che amicizia, a tutti i Presidenti che invito a diffidare di queste effimere speculazioni. Come dire, conoscete me ed avete conosciuto anche lui…

I NUMERI DELLA FEDERAZIONE

A differenza dei numeri indicati dal presidente a mio avviso si sono persi ben 6.154 tesserati di cui 5234 master, e 920 nelle categorie giovanili con una alta incidenza sugli esordienti. A ciò si aggiunga che sono state perse 594 gare, una vera enormità signor presidente.

La “sostanziale parità” in statistica non conta così come la “tendenza moderna di uno sport destrutturato da parte degli adulti” è una bufala concettuale. Tutte le altre federazioni che vengono considerate maggiori e popolari, al pari del ciclismo, hanno fatto registrare un aumento dei tesserati compreso tra il 12 e il 27 per cento. Destrutturato, insomma, è solo il modello operativo che si è utilizzato in Federazione nell’ultimo quadriennio.

Con lo stesso consigliere federale, i Master in Federazione erano saliti da 27 mila a 43 mila: questione di metodo. Il “problema storico della sicurezza” è un’altra falsità: basti sapere che nell’audizione della Commissione per la riforma del Codice della Strada, presso la Camera dei Deputati, la FCI non ha presentato nessun documento e nessuna proposta. Abbiamo appreso dalla comunicazione federale che le proposte sono state lasciate sui tavoli delle istituzioni… forse su quelli degli uscieri.

Mi sia concesso ringraziare una persona che ha trasformato il suo dramma in una missione per migliorare le condizioni della sicurezza: Marco Cavorso e l’Accpi che lo ha seguito a ruota. Tralascio, per stile, di non commentare come sia stato allontanato il prefetto Roberto Sgalla: come già detto, per il presidente è inopportuno dire ‘Grazie’.

Concludo anticipando al presidente che Renato Di Rocco di “cose che dovrebbe conoscere” ne ha tante e cercherà di informare i delegati su tutto quello che lei ritiene più utile. La conoscenza è informazione e l’informazione impone una responsabilità.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ringrazio il Direttore, l’amico Pier Augusto Stagi dello spazio concesso, un po’ meno per aver lanciato la lettera aperta, appena due ore dopo dalla conclusione di una entusiastica conferenza stampa del candidato Silvio Martinello. Ma i lettori sono attenti e sapranno valutare. Buon anno a tutti.

Renato Di Rocco

Caro Renato, la tempistica della lettera aperta del presidente della Federazione Cordiano Dagnoni è dettata semplicemente dai tempi del suddetto presidente: quando l’ho ricevuta, l’ho pubblicata. Ne più ne meno di quanto sto facendo adesso con la tua.

Con immutata stima e affetto, Pier Augusto Stagi





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Source link