ponti tra scuola, territorio e imprese” Restituzione monitoraggio e esiti – Casco Magazine

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Si è concluso il progetto di innovazione didattica realizzato da 5 scuole di Parma con il supporto di Fondazione Cariparma e il coinvolgimento di Casco Learning.
Il monitoraggio è stato curato da Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli.

Si è concluso con l’anno scolastico 2023/24 il progetto che per due anni ha coinvolto sui temi dell’innovazione didattica e sull’impiego del digitale nei percorsi scolastici cinque scuole del primo e secondo ciclo della provincia di Parma (I.C. Micheli, I.C. Sorbolo – Mezzani, il Liceo delle Scienze Umane Sanvitale, il Liceo classico e linguistico Romagnosi ed il Liceo Scientifico Musicale e Sportivo Bertolucci). Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cariparma e nella sua realizzazione ha visto il diretto coinvolgimento di Casco Learning. Il monitoraggio in itinere e la valutazione finale sono stati invece curati dallo staff di ricercatori dell’università di Bologna guidati da Chiara Panciroli e Pier Cesare Rivoltella.

Il senso del progetto

Chiara Palù, dirigente scolastica dell’IC Micheli, scuola capofila del percorso, così presenta il progetto: “grazie ai finanziamenti di Fondazione Cariparma e alla partnership con Casco Learning, è stato possibile implementare nelle scuole un’ampia gamma di attività formative sui temi della robotica, del coding e dell’intelligenza artificiale. L’inserimento nell’organico delle scuole della figura dell’educatore digitale che per 8 ore settimanali ha fatto da supporto e tutoraggio nelle attività d’innovazione didattica non solo per le classi coinvolte, ma soprattutto per i docenti impegnati in una formazione sulle nuove tecnologie, ha permesso di coinvolgere gli studenti in laboratori esperienziali stimolanti, promuovendo lo sviluppo di competenze digitali e soft skills. Anche le famiglie sono state coinvolte in iniziative di sensibilizzazione e formazione”.

Monitoraggio e analisi degli esiti

Uno degli elementi qualificanti del progetto è stata la scelta, effettuata dal comitato scientifico, di rivolgersi a due tra i massimi esperti di didattica innovativa connessa al digitale, i professori dell’università di Bologna Chiara Panciroli e Pier Cesare Rivoltella (autori del loro volume Pedagogia Algoritmica). È con il loro staff di ricercatori che è stato costruito un interessante (e inedito) percorso di monitoraggio finalizzato a cogliere gli esiti e a valorizzare la trasferibilità del progetto, elemento chiave, questo, per Fondazione Cariparma che da sempre è impegnata a promuovere l’innovazione didattica nelle scuole del territorio.

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La ricerca si è focalizzata su quattro principali linee di indagine:

  1. Analizzare le percezioni degli insegnanti sull’innovazione didattica prima e dopo l’esperienza in aula.
  2. Valutare l’accesso degli studenti al digitale e le relative competenze.
  3. Verificare il miglioramento qualitativo dell’interazione nei gruppi classe.
  4. Identificare lo sviluppo di competenze e soft skills attraverso laboratori esperienziali.

Attraverso un disegno Mixed Methods, la ricerca ha combinato strumenti quantitativi, come questionari pre e post intervento, e qualitativi, inclusa l’osservazione diretta.

E’ stata inoltre effettuata l’analisi degli artefatti digitali prodotti dagli studenti di sei classi che hanno operato attivamente nel MOdE (Museo Officina dell’Educazione https://www.doc.mode.unibo.it/) utilizzando le “Sale Bianche”, spazi progettati per la rielaborazione creativa e la collaborazione tra studenti e docenti lungo sei diversi assi che richiedono esplicite azioni didattiche da parte degli studenti (vedi figura)

La visita on line delle sale bianche permette di toccare con mano sia il processo che il prodotto del percorso didattico grazie ad una documentazione visiva e a una presentazione discorsiva di ogni progetto:

Scuola primaria

IC Micheli: 5A, 5B : un ponte verso il futuro
IC Sorbolo e Mezzani: 2C e 2D Plesso Boni : le macchine immaginarie
IC Micheli: 5B : costruiamo le fondamenta
IC Micheli: 2B, 2D : il corpo umano in classe
IC Micheli: 2B, 2D : alla scoperta del coding

Scuola secondaria

Liceo Sanvitale : Labirinto di giochi – Sfida per ragazzi

Esiti della ricerca quantitativa

La ricerca quantitativa è stata realizzata somministrando ai docenti due diversi questionari:

  • Una prima batteria (ottobre 2023) finalizzata a cogliere le rappresentazioni che i docenti hanno rispetto all’innovazione digitale
  • Una seconda batteria (maggio 2024) finalizzata a cogliere l’evoluzione delle competenze professionali con il digitale

Gli esiti, leggibili direttamente nella relazione allegata di Panciroli e Rivoltella presentano elementi che paiono controintuitivi, in particolare a riguardo della percezione dei docenti come innovatori. Se infatti a ottobre 2023 i docenti che si percepiscono “abbastanza innovatori” sono quasi il 70%, a maggio 2024 – ovvero dopo la formazione e in sostanza a conclusione del progetto – il loro numero crolla di ben il 14%!

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A mio parere il dato identifica non solo un “bagno di realtà” ma il reale successo del progetto stesso: la formazione e la concreta esperienza con l’educatore multimediale hanno cioè permesso a un consistente numero di docenti di rivedere la propria percezione di innovatori segnalando così la necessità sia di ulteriore formazione che di un diverso approccio al mondo delle competenze digitali per l’educazione. Approccio che in realtà hanno già compiuto proprio grazie al lavoro nei laboratori di innovazione digitale.

Ed in effetti, come testimonia l’analisi quantitativa, l’uso del digitale in classe è sensibilmente aumentato nel corso del progetto (diversificando anche i tipi di utilizzo nei diversi laboratori) e ciò è certamente connesso con un aumento della competenza digitale dei docenti (oltre che degli studenti). Ciò ha permesso anche una più realistica valutazione della propria professionalità evidenziando una precedente sovrastima della propria innovatività.

Ma proprio in questo passaggio sta la crescita professionale dei docenti che grazie alla loro nuova consapevolezza assumono con maggiore realismo e rinnovato impegno il ruolo di innovatori nell’interazione didattica, ovvero nell’adattamento costante dell’insegnamento alle esigenze degli studenti

In conclusione

La dirigente Chiara Palù così, emblematicamente, sintetizza l’esito del progetto: “le opportunità nate all’interno di questa sperimentazione confermano l’importanza cruciale della scuola come ponte strategico verso il mondo esterno. Solo l’apertura al dialogo con altre scuole, con il territorio ed il mondo della ricerca permette ai docenti di sviluppare costantemente le proprie competenze professionale e agli studenti di ricevere strumenti adatti per affrontare le sfide del futuro.  Il progetto “Sperimentare l’innovazione” rappresenta, dunque, un esempio di come la collaborazione tra scuola, università e territorio possa portare a risultati concreti e positivi. L’innovazione digitale non è più un’opzione, ma una necessità per garantire ai nostri ragazzi un futuro migliore”.

Affermazioni che lasciano intendere come solo dentro una consapevole e attiva comunità educante sia possibile operare innovazione didattica – e quindi anche sociale – riferita al digitale. E in questa operazione un ruolo importante è rivestito da chi sul territorio opera proprio per far crescere l’intera comunità. Alessandro Catellani, community manager di Casco Learning, sintetizza così il ruolo svolto dagli educatori multimediali e digitali: “il Learning Center di Casco è nato proprio per supportare – con educatori esperti – i percorsi di innovazione delle scuole e dei contesti sociali in cui esse sono inserite. SI tratta di imparare a lavorare assieme mettendo in comune la pluralità di competenze trasversali che oggi il tempo digitale richiede per essere vissuto appieno. Il filosofo e artista Francisco Monico definisce gli insegnanti come “guardiani delle rovine”: uscire dalla logica del catastrofare per entrare nell’innovativo percorso dell’orizzontare (per usare le parole di Cosimo Accoto) implica supportare i docenti nei processi di innovazione che sono sempre caratterizzati dalla capacità di utilizzare ciò che è stato (le rovine) per costruire ciò che sarà. Far parte di questo percorso, mettendo a disposizione le competenze degli educatori ed i laboratori del Learning Center, è rispondere appieno alla nostra vocazione: essere un ponte tra scuola, territorio e imprese per facilitare l’incontro trasformazione e innovazione e rafforzare la coesione sociale territoriale”.

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