“Meloni deve venire in Aula a spiegare cosa vuole fare con Musk, le sue risposte non ci bastano”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, in un’intervista a Fanpage.it torna a chiedere alla premier Meloni di venire a riferire in Aula sul caso Starlink: “Quando il Parlamento chiama, l’esecutivo dovrebbe rispondere. Affittare la rete da Musk, dandogli un ulteriore potere rispetto alle nostre comunicazioni satellitari, pensiamo sia un errore”.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il capogruppo del Pd Francesco Boccia ha commentato in un’intervista a Fanpage.it la recente conferenza stampa di fine anno, tenuta dalla premier Meloni lo scorso 9 gennaio: “Abbiamo avuto la sensazione che parlasse la portavoce di Trump e di Musk, non la presidente del Consiglio della Repubblica italiana”, ha detto a proposito del presunto accordo con SpaceX, che è stato smentito dal governo nei giorni scorsi, ma non ancora del tutto chiarito. Per questo le opposizioni continuano a chiedere che Meloni vada a riferire in Parlamento. “Affittare la rete da Musk, dandogli un ulteriore potere rispetto alle nostre comunicazioni satellitari, pensiamo sia un errore”, ha detto Boccia a Fanpage.it.

Meloni ha fornito alla stampa rassicurazioni sulla vicenda Starlink, sostenendo di non aver mai discusso dell’accordo con Musk né con Trump. È plausibile secondo lei?

Intanto ha confermato che ci sono state interlocuzioni. Quindi le trattative ci sono state, e non stiamo parlando di questioni minori, stiamo parlando di questioni strategiche per il Paese. Abbiamo capito che non intende completare la nostra rete di fibra ottica. Dietro ci sono strategie industriali e poi anche strategie legate alla difesa. Noi siamo ancora più preoccupati. Che lei ne abbia parlato personalmente con Trump o Musk, ci interessava meno. Quello che ci interessava era capire se questo contratto da 1 miliardo e mezzo insisteva su un percorso che è ancora sotto gli occhi di tutti. Noi abbiamo il ‘piano Italia a 1 Giga’ dentro il Pnrr e chiediamo al Governo se vuole completarlo o no, devono darci una risposta su questo. Completarlo, per capirci, significa portare la fibra ottica in tutti i civici, su tutto il territorio nazionale. Ci sono le risorse e c’è il Pnrr, è nostro dovere completarlo. Sono al governo ormai da due anni e mezzo e il tempo degli alibi è finito.

Vogliamo capire come stanno avvenendo queste interlocuzioni, a che livello stanno avvenendo, se incidono sul Pnrr da un lato, parliamo degli aspetti civili, e se incidono anche sui rapporti connessi alla difesa e alla sicurezza nazionale. Poi c’è tutto il tema della nostra responsabilità di Paese fondatore dell’Unione europea, che deve invece puntare su una infrastrutturazione pubblica, che è mista pubblico-privata ma essenzialmente pubblica, europea, e mi riferisco a Iris2, a Copernico, ai progetti Galileo. Noi vorremmo sapere se il governo ci crede o no, perché affittare la rete da Musk, dandogli un ulteriore potere rispetto alle nostre comunicazioni satellitari, pensiamo sia un errore.

Il ministro Ciriani ha detto che Meloni non verrà a riferire in Parlamento, perché l’accordo non esiste ancora. Ma si pone un tema di sicurezza, visto che Musk fa parte degli apparati istituzionali americani e potrebbe avere in mano i sistemi di crittografia più segreti e i dati più sensibili del governo?

Ricordo al ministro Ciriani che siamo ancora una Repubblica parlamentare. Noi faremo di tutto per far sì che l’Italia resti una Repubblica parlamentare, il premierato non c’è ancora, quindi quando il Parlamento chiama, per una questione di educazione e rispetto, l’esecutivo dovrebbe rispondere. Noi ci aspettiamo un gesto di educazione istituzionale da parte della premier.

Musk è praticamente un monopolista, ha 7mila satelliti già circolanti. Ci sono secondo lei delle alternative al contratto con Starlink? Meloni neanche tanto tra le righe ha fatto capire di no…

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Le alternative si hanno se si accelerano i progetti esistenti. È chiaro che se si ritardano quelli, le alternative non ci sono. Bisogna crederci, ecco perché vogliamo un’Italia europea ed europeista. Se invece l’Italia diventa antieuropea e i partner naturali dell’Italia diventano i nazionalisti e i sovranisti che vogliono di fatto il ridimensionamento dell’Europa, è chiaro che i progetti europei non vanno avanti. Affittare un servizio a Musk? Lui si ritrova ad essere un monopolista naturale di fatto nel mondo, per l’inerzia, l’incapacità e la sciatteria dei principali governi occidentali. Ma se questo è avvenuto, non significa che debba continuare ad avvenire, anzi a maggior ragione bisogna organizzarsi soprattutto in sede europea. Nell’ultima conferenza stampa abbiamo avuto la sensazione che parlasse la portavoce di Trump e di Musk, non la presidente del Consiglio della Repubblica italiana.

Capitolo pensioni. Nella legge di bilancio non solo il governo non ha mantenuto la promessa di superare la legge Fornero e di portare le pensioni minime a 1.000 euro, ma adesso sembra che l’Inps voglia aumentare i requisiti per accedere la pensione di vecchiaia e a quella anticipata. C’è stato un pasticcio, l’istituto ha smentito momentaneamente, ma sembra che questa cosa avverrà, ci sarà probabilmente un decreto nei prossimi mesi. Che ripercussioni ci saranno per i cittadini?

Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Salvini, che per dodici anni, in maniera anche sgradevole e scorretta, ha criticato pesantemente Elsa Fornero. Tutto quello che smentiscono di solito poi accade. Quindi purtroppo le smentite di solito equivalgono a conferme, da parte del governo di destra a guida Giorgia Meloni. E stiamo chiedendo chiarimenti, non solo all’Inps, ma ai ministeri competenti, Lavoro e ministero dell’Economia. Allungare di cinque mesi i requisiti per andare in pensione, soprattutto modificare i coefficienti, è grave e scorretto. Su questo è già intervenuta la nostra Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Partito Democratico, e li incalzeremo in Parlamento. Vogliamo trasparenza, le italiane e gli italiani che devono andare in pensione vogliono sapere come ci andranno e a quali condizioni. Temiamo che stiano costruendo un’altra categoria di esodati, cioè persone senza pensione e senza salario.

La promessa mancata sulle pensioni si lega anche a quella delle accise, che non sono state abolite, anzi dal 2025 aumenteranno, per quanto riguarda il diesel.

Sì, questo è ancora più grave soprattutto per la storia di Giorgia Meloni, per quel famoso spot fatto da un benzinaio in cui prometteva in maniera roboante addirittura la cancellazione delle accise, quando tutte le persone di buon senso sanno che si possono ridurre le accise, non cancellarle. Lo avevano nascosto nel PSB, nel Piano strutturale di bilancio, mandato in Europa il 15 ottobre scorso, parlando di ‘allineamento’. E dopo le contestazioni delle opposizioni avevano detto che noi dicevamo il falso. Poi è accaduto, quindi hanno mentito due volte. E ora mi pare evidente che anche questi aumenti graveranno sulle stesse tasche, cioè sulle famiglie più in difficoltà. In Italia nel 2025 aumenta tutto: aumentano gli affitti, aumentano le utenze, aumentano le bollette, a partire da quelle dell’energia, che per i più fragili è aumentata del 18% – sono dati di Arera non nostri – aumenta il pane, il latte, tutti gli alimentari principali. L’unica cosa che non è aumentata, che la destra ha deciso deliberatamente di non aumentare, sono i salari. Ci aspettavamo un’apertura seria del dibattito sul salario minimo, abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme. Noi continueremo la battaglia su questo. Loro non si rendono conto che in Italia ci sono 5 milioni di lavoratori poveri. Continuano a dare dati fuorvianti sull’occupazione, non rendendosi conto che è cambiato il sistema. Oggi non conta più sapere se il tasso disoccupazione è del 6, del 5 o del 7%. Prima la speranza era quella di ottenere il lavoro e quindi di uscire da una condizione di bisogno e di povertà. Oggi si resta nella condizione di bisogno e di povertà, lavorando. È una doppia beffa per il lavoratore.

Mentre le bollette su luce e gas aumentano, Meloni ha evitato di rispondere alla domanda sui costi dell’energia, dicendo che la questione non può essere affrontata in 20 secondi. Le è sembrato un modo per nascondere una mancanza di strategia?

Meloni ha trovato un’ora e mezza di tempo in conferenza stampa per rispondere su Trump e Musk. Invece sull’energia aveva solo 20 secondi. Ma penso che i giornalisti avevano tutto il tempo a disposizione per ascoltare la risposta della presidente del Consiglio sull’energia. Penso sia molto grave, dietro c’è un disegno, che è quello di privatizzare tutto. Lo hanno già dimostrato, lo hanno fatto sulla sanità, sulla scuola, sulle università, dando sponda alle università telematiche come mai avvenuto prima, e lo stanno facendo sulle infrastrutture primarie. Ed è la cosa che più ci preoccupa, mentre noi abbiamo una visione esattamente opposta, vogliamo infrastrutture primarie dello Stato, dalle ferrovie, che non devono toccare e non devono privatizzare, passando per le strade, i porti, gli aeroporti, le reti. Sono due modelli diversi. E sull’energia è sotto gli occhi di tutti che non stanno tutelando i più deboli.

Conto e carta

difficile da pignorare

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link