“Documenti di programmazione 2025/2027: approvazione note di aggiornamento al Dup, bilancio finanziario, nota integrativa, piano triennale investimenti ed ulteriori allegati”: questa la delibera che andrà al voto lunedì prossimo, 13 gennaio.
La seduta sarà così articolata: alle 9 l’inizio con l’ora dedicata al question time. Quindi l’illustrazione da parte della sindaca Sara Funaro della delibera. Seguirà la discussione da parte dei consiglieri e la replica della sindaca. Si passerà quindi all’esame e al voto sugli emendamenti.
Alla ripresa dei lavori, spazio per comunicazioni e domande di attualità (per un massimo di 30 minuti), quindi si riprenderà con la discussione sugli emendamenti. Dopo le dichiarazioni di voto, sarà il momento del voto sulla delibera e, a seguire, sugli ordini del giorno presentati.
“Siamo di fronte a un bilancio di 900 milioni di euro, gravato da 650 milioni di debiti. Il che significa che ogni fiorentino, anche i neonati, ha un debito di 1.888 euro. Per non parlare delle multe messe a bilancio, 100 milioni di euro all’anno che fanno ancora una volta di Firenze una delle città più tartassate d’Italia, un vero e proprio multificio dove si fa cassa sulle spalle dei cittadini: anche in questo caso, ogni fiorentino, neonati e anziani compresi, ha 277 euro di contravvenzioni da pagare”.
Questa l’analisi del bilancio preventivo 2025 del Comune di Firenze, illustrata dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Alberto Locchi e dal segretario regionale del partito, Marco Stella “Noi – spiegano – ci saremmo aspettati dal primo bilancio della sindaca Funaro qualche elemento di novità, pensiamo ad esempio al recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ce ne risultano oltre 400 liberi ma non ristrutturati, e in questo bilancio non c’è nemmeno un euro per il recupero.
Non c’è un elemento di novità nella pianificazione urbanistica, è semplicemente un documento in linea con i dieci anni di amministrazione Nardella. La tassa di soggiorno, che tante risorse frutta alla nostra città, sembra non essere gradita all’amministrazione Funaro che, da mesi, ha messo nel mirino il comparto turistico, bed and breakfast, airbnb: come possono pensare di rinunciare a una imposta di questa portata?”.
“Se il Comune di Firenze fosse un’azienda privata, oggi porterebbe i libri in tribunale, perché su 900 milioni di entrate, a fronte di 650 milioni di indebitamento – accusano Locchi e Stella – ogni azienda privata avrebbe portato i libri in tribunale. Senza contare che lo Stato centrale, grazie al Governo, trasferisce a Firenze 604 milioni di euro, tra soldi per la tramvia, stadio, mobilità green. Questa è un’amministrazione fallita da un punto di vista economico e, ovviamente, anche da un punto di vista politico. Non c’è un elemento che spicca in questo bilancio, che possa far parlare di un rilancio della città”.
“Un’operazione sociale a vantaggio della cittadinanza colpita da costi e rialzi. Il dibattito sul bilancio è l’occasione giusta per affrontare alcuni dei problemi economici e sociali che la città vive, vagliando insieme alcune soluzioni. In tal senso, la nostra Lista civica ha presentato alcuni atti che mirano a sostenere il tessuto sociale fiorentino. Vista la costante crescita dei costi e vista l’incidenza di questi costi sui bilanci familiari (3600 euro mensili a fronte di un contributo regionale di 60 euro al giorno), abbiamo proposto l’istituzione di un fondo da 5,4 milioni per le famiglie che hanno un anziano ospitato nelle RSA.
Questo fondo potrebbe integrare la dotazione alle famiglie, purché sia regolato da criteri meno stringenti, con Isee più alti, e iter più semplici”. Lo spiegano, in una nota congiunta, i consiglieri comunali di minoranza della Lista civica Eike Schmidt, Massimo Sabatini, Eike Schmidt, Paolo Bambagioni “Facendo seguito a quanto emerso attraverso il lavoro di trasparenza della Commissione Controllo, con il nostro ordine del giorno chiediamo alla sindaca – proseguono Sabatini, Schmidt e Bambagioni – di non procedere alla distribuzione dei dividendi ai soci delle partecipate, ma di utilizzare tali proventi per abbattere i costi degli stessi servizi erogati dalle società alle famiglie stesse”.
“Bollette e costi delle Rsa sono due fronti caldi – concludono – e le nostre proposte rappresentano un modo per dare una risposta concreta e chiara”.
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