Emanuela Orlandi, per Gasparri chiamare in commissione Don Vergari è stato “accanimento terapeutico”

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11 Gennaio 2025



10:54

Il senatore Maurizio Gasparri torna a parlare della commissione bicamerale di inchiesta sui casi di scomparsa di Gregori ed Orlandi: “Interrogare don Vergari su Emanuela è stato un supplizio”.

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Pietro Orlandi e Maurizio Gasparri.

A poco più di un giorno dall’audizione davanti ai membri della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori di Don vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare, torna a parlare Maurizio Gasparri.

Il senatore, che già si era fatto notare per le posizioni discutibili e i botta e risposta con Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, stavolta si è espresso in difesa del monsignore, arrivato a Palazzo San Macuto, dove si svolgono le audizioni, in sedia a rotelle e in condizioni fragili. E non è mancato il commento di Orlandi che ha giudicato ancora una volta imbarazzanti le parole del senatore.

Maurizio Gasparri sull’audizione di Don Vergari: “Sconcertante”

Le condizioni con cui don Vergari, ormai noventenne, si è mostrato davanti alla commissione bicamerale avrebbero messo in allarme il senatore Gasparri. “Ho assistito con sconcerto all’audizione di Don Vergari in Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi – ha dichiarato all’agenzia Agi – Don Vergari su una sedia rotelle e con un filo di voce era in palese difficoltà. Si è trattato di un vero e proprio caso di accanimento terapeutico”.

Emanuela Orlandi a sinistra, a destra don Vergari.

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Poi ha ricordato il motivo per cui don Vergari era stato inserito nel dibattito prima e nelle indagini poi sulla scomparsa della quindicenne cittadina vaticana: “Le accuse sono nate dopo una questione che fu montata da una nota trasmissione televisiva – ha aggiunto – Sono davvero meravigliato che sia stata richiesta e poi attuata l’audizione di una persona che e’ stata scagionata da qualsiasi accusa. Gli atti che ci sono stati consegnati confermano la sua estraneità alla vicenda Orlandi, per cui mettere in scena questo atto causa amarezza. Credo che il Parlamento si debba scusare con Don Vergari costretto a un vero e proprio supplizio. Che, peraltro, non ha offerto nessun elemento a quanti vogliono costruire castelli di carte su questa vicenda”, ha poi concluso.

La replica di Pietro Orlandi

Non ha tardato ad arrivare, mezzo social, la replica di Pietro Orlandi. “Credo non ci sia da aggiungere altro su certe imbarazzanti dichiarazioni“, ha spiegato. Già in passato fra il fratello di Emanuela Orlandi e Maurizio Gasparri ci sono stati dei botta e risposta neanche troppo velati.

Il primo risale alla vigilia della nascita della commissione bicamerale d’inchiesta, quando Gasparri si è detto preoccupato che si potesse usare l’organo parlamentare per insultare i santi. Ragione per cui, oltre ad astenersi in fase di voto, avrebbe ridotto drasticamente il suo impegno. “Sono tutti pronti ma il signor Maurizio Gasparri ha deciso che evidentemente 40 anni di attesa non sono ancora sufficienti“, aveva dichiarato in quell’occasione Pietro Orlandi.

Gasparri e le accuse alla famiglia Orlandi

A metà del mese di ottobre, invece, Gasparri aveva dimostrato dubbi sul ruolo dei familiari degli Orlandi dopo un’audizione. Secondo il senatore, infatti, l’audizione dello scrittore Pino Nicotri, che sostiene si sia trattata di una violenza familiare e non di un rapimento, sarebbe stata “risolutiva e istruttiva”. Dichiarazioni che Pietro Orlandi non ha esitato a definire ridicole: “Tutto ciò è allucinante – ha commentato il fratello di Emanuela – Stanno giocando sulla vita delle persone. Ma non si vergognano?”

Enrico De Pedis.

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Le dichiarazioni di Don Vergari in commissione d’inchiesta

“Non conoscevo Emanuela Orlandi, non l’ho mai vista”, questo è quanto dichiarato da monsignor Vergari in commissione bicamerale d’inchiesta sui casi Orlandi e Gregori. Dopo aver chiarito questo, è passato a parlare del rapporto che lo legava al boss della banda della Magliana Enrico De Pedis che ha descritto come “un uomo buono e gentile che portava sempre i fiori in chiesa“. Un benefattore, inoltre, che aiutava i poveri della chiesa di Sant’Apollinare. Un comportamento che gli è valsa la sepoltura nei sotterranei della basilica.

Il corpo di De Pedis, che secondo quanto dichiarato dai legali della sua famiglia in un’audizione precedente, invece, non sarebbe stato un boss della criminalità romana, è stato rinvenuto nei sotterranei della basilica nel 2012. È da qui che sono scattati i noti incontri, conosciuti come “la trattativa”, fra Stato italiano, con la procura di Roma nelle figure dei pm Giancarlo Capaldo (fra i primi ad essere ricevuti in commissione) e la contitolare delle indagini Simona Maisto da una parte e dall’altra, inviati da padre Georg, all’epoca segretario di papa Benedetto XVI, il capo della gendarmeria vaticana Domenico Giani e il suo vice Costanzo Alessandrini.

Le ricostruzioni delle parti, tutte chiamate a parlare in bicamerale fatta eccezione per Maisto deceduta nel 2022, non sempre combaciano. Anziché dissipare, in alcuni casi fanno aumentare i dubbi su quanto accaduto.





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