Cupparo: “Da Giordano soltanto falsità”

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“Sulla questione del dimensionamento scolastico dopo l’incontro dei giorni scorsi al Dipartimento con i sindaci di Avigliano, Filiano e Pietragalla – sottolinea l’assessore regionale Francesco Cupparo – l’unica cosa che il Presidente della Provincia di Potenza Giordano avrebbe potuto fare era quella di mettere sul tavolo quelle “ indicazioni tecnico – giuridiche utili a scongiurare ogni taglio” che agita a chiacchiere e soprattutto dimostrare quella responsabilità che gli deriva dal ruolo che ricopre che è mancata e continua a mancare. Giordano, invece, continua a sostenere falsità sino al punto da affermare che è ancora possibile riformulare il piano, fingendo di ignorare che la scadenza stabilita per legge al 30 dicembre (articolo 19, comma 5-quater, del D.L. n. n. 98/2011) ed imposta dal Ministero è già avvenuta e per le Regioni che non hanno proceduto al ridimensionamento si profila l’applicazione dei poteri sostitutivi mediante la nomina di commissari. Pensavo che le affermazioni dei sindaci – non mie – che lo hanno inchiodato all’irresponsabilità per la mancata consultazione, sino a proporre un confronto con lui in Quarta Commissione del Consiglio regionale, fossero sufficienti a mettere fine alla polemica. Invece, a quanto pare, non c’è limite di spudoratezza. Come sanno i sindaci e i dirigenti scolastici l’unica che si è lavata le mani è stata la Provincia di Potenza che avrebbe dovuto fare una proposta e non l’ ha fatta, mandando i sindaci allo sbaraglio attraverso un “richiamo alle armi” contro una norma dello Stato e con l’illusione di una deroga. E sempre ai sindaci sono state fornite tutte le informazioni sulla scelta compiuta che riguarda Avigliano con i dati di iscritti nei singoli istituti anche in altre aree della provincia e quindi sono state date le notizie reali.

Norma disattesa – Per tutto questo  – prosegue Cupparo – non accetto la gara del Presidente Giordano per chi mostra più coraggio a difendere il territorio. E’ troppo facile rifiutarsi di applicare una norma per non farsi nemici tra i Sindaci ed esprimere anche solidarietà a chi ha subito le scelte del dimensionamento. Abbiamo definito e condiviso un percorso per il prossimo Piano di dimensionamento. Piuttosto Giordano accetti un pubblico contradditorio con me e i miei Uffici e non sfugga più al confronto istituzionale.
Al Presidente della Provincia voglio ribadire che il tentativo di ottenere delle deroghe è stato fatto dalla regione sia singolarmente che insieme al tre Regioni. Solo per citare le azioni poste in essere nell’ultimo periodo: la nota di richiesta deroghe al ministro Valditara del 25/10/2024 con cui ho rappresentato al Ministro dell’Istruzione e del Merito le criticità connesse all’applicazione del decreto D.I. n. 127/2023 formulando la richiesta di modifica o deroga rispetto alle attuali previsioni normative, evidenziando anche la necessità di far riferimento agli effettivi alunni iscritti nell’a.s. 2024/2025 e non alla stima degli stessi sulla base di proiezioni; la richiesta congiunta condivisa dalle Regioni, del 6 dicembre 2024 del Coordinatore (Regione Lazio) della X Commissione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

Emendamento – La proposta emendativa in materia di dimensionamento trasmessa il 18 dicembre 2024 alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome alla Presidenza del Consiglio rispetto alla proposta di decreto-legge recante “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi” (D.L. 27 dicembre 2024, n. 202). Si tratta di una proposta emendativa finalizzata ad estendere anche all’anno 2025/2026 le deroghe in tema di dimensionamento della rete scolastica già concesse con il DL 215/2023 (“Milleproroghe”), con particolare a quella del 2,5% del contingente dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali e amministrativi fissato per il medesimo anno scolastico 2024/2025 dal decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, n. 127 del 30 giugno 2023. E tali emendamenti saranno nuovamente sostenuti anche dall’Assessorato nelle riunioni tecniche della Conferenza Unificata che si terranno nei prossimi giorni al fine di emendare in fase di conversione in legge il succitato “decreto Milleproroghe” (D.L. n. 202/ 2024).

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I dati – Sempre per rispondere a Giordano, il riferimento ai numeri reali (circa 70 mila studenti invece dei circa 63mila studenti) – segnalato nella nota del 25 ottobre al Ministro Valditara – non è risolutivo, in quanto laddove venisse considerata consentirebbe solo di non effettuare l’ulteriore riduzione prevista per decreto per il prossimo piano di dimensionamento.
Sbaglia il presidente Giordano – tuona ancora Cupparo – anche quando afferma che “si sarebbe potuto far riferimento al limite degli organici stabilito dallo stesso DM 127/2023 e dalle stesse linee guida”. Su tale argomentazione è stata già data risposta dall’USR ai funzionari della Provincia nella riunione del 23 dicembre del “tavolo tecnico interistituzionale in materia di istruzione” (come da verbale trasmesso a tutti i componenti), allorquando è stato precisato che precisato che “il numero da prendere a riferimento non è quello dell’organico vigente, bensì il numero di dirigenti assegnati nella tabella allegata al D.I. n. 127/2023 e che, pertanto, necessita ridurre il numero delle dirigenze” e, pertanto “con riferimento al numero di dirigenti scolastici in organico nella regione, occorre far riferimento all’anno scolastico cui si riferisce il piano di dimensionamento (2025/2026)”.
Di fronte alle norme, non è certo l’esempio di alcune regioni “inadempienti” da prendere a riferimento; tanto più che rispetto alla Sardegna citata nel comunicato di Giordano , ci sono altre regioni del centro-sinistra che invece, seppur tra polemiche analoghe o maggiori di quelle lucane, hanno provveduto. E’ il caso della Puglia la cui giunta ha deliberato il 30 dicembre la soppressione di 18 autonomie scolastiche.
Rispetto al fatto che sarebbe stata millantata l’assenza della Provincia al Tavolo regionale, si precisa che si è fatto riferimento alla presenza di un funzionario dell’Ente ed all’assenza del Presidente della Provincia nel tavolo del 23 dicembre.

Alternative – Rispetto alle presunte “pagliuzze” della Provincia ed alla “trave” della Regione, prima di considerare “oggettivamente scriteriata” la scelta di Cupparo e di affermare che “le comunità di Avigliano e di Corleto risultano essere immotivatamente penalizzate”, il Presidente della Provincia – prosegue l’assessore regionale – non avrebbe dovuto sperare solo nelle deroghe, ma esercitare il proprio ruolo facendo ipotesi di dimensionamento migliori, mettendo a confronto le alternative, ascoltando i 100 Sindaci del territorio senza invocare come scusante i ritardi regionali. Avrebbe potuto farlo dal 30 giugno 2023 (data del decreto) o, quanto meno, all’indomani della prima versione della proposta di “Linee guida” regionali trasmesse il 20 novembre, piuttosto che all’indomani della riunione del Tavolo Tecnico Interistituzionale del 26 novembre.

Giornale – Quanto alle insinuazioni del giornalista di Lagopesole, secondo cui il piano non ha coinvolto istituti del mio comune e dell’area – aggiunge Cupparo – non meriterebbero alcuna replica se non fossero, come ho già messo in guardia, il risultato della “campagna” alimentata irresponsabilmente dalla Provincia di Potenza che ha prodotto nuove spinte e rivendicazioni campanilistiche. Ai sindaci ho riconosciuto l’azione legittima di difesa della propria comunità a condizione che non si risolva in guerre di campanile di cui non abbiamo alcun bisogno. L’assessore Cupparo non prende di mira alcun Comune, né tano meno Avigliano, sul quale è ricaduta la decisione di dimensionamento sulla base di valutazioni prettamente tecniche, effettuate dai competenti uffici regionali e condivise con un formale parere favorevole dall’Ufficio scolastico regionale.
La principale motivazione a far ricadere la scelta sui due istituti di Avigliano è stata rappresentata dal fatto che le due Istituzioni scolastiche (la cui popolazione scolastica è rispettivamente di 614 e 457 alunni) hanno entrambe sede di dirigenza nello stesso comune e sono due istituti comprensivi relativi ai medesimi ordini (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di I grado). Motivo per il quale già lo scorso anno, allorquando il Piano ha comportò la riduzione di ben 23 istituzioni Scolastiche, già era stata previsto il dimensionamento su Avigliano, scongiurato solo all’ultimo per la previsione di una deroga del Decreto “Milleproroghe” (dicembre 2023) che ha consentito di operare 23, invece di 26 riduzioni. L’Istituto di Avigliano “Spaventa – Filippi”, dimensionato con l’unione all’I.C. Federico II, è comunque il più piccolo in termini di studenti (491) rispetto a tutti gli altri Istituti comprensivi citati nell’articolo.
Sempre al giornalista di Lagopesole preciso che nei pochi giorni a disposizione della Regione (per non dire ore!) dalla mancata scelta delle Province (tra venerdì 27 e domenica 29 dicembre), in coerenza con le “linee guida sul dimensionamento”, le simulazioni e le alternative esaminate hanno tenuto conto della ubicazione dei plessi di tutti i Comuni facenti parte dell’istituzione scolastica e delle alternative di accorpamento di detti Plessi a nuove sedi dirigenziali in altri Comuni. E’ il caso dell’Istituto di Pignola (491) che include anche i plessi di Abriola; l’Istituto comprensivo di Palazzo San Gervasio (553) che include i plessi ubicati a Montemilone, Forenza, Maschito; l’I.C. di Laurenzana (587) che include anche i plessi di Albano, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa, Brindisi di Montagna, Anzi Calvello; l’Istituto di Muro Lucano (461 alunni) che include anche i plessi di Pescopagano.
Per l’I.C. di Marsiconuovo (470 alunni), che include anche i plessi di Paterno, non è stata ipotizzata alcun dimensionamento perché la più vicina sede dirigenziale è quella di Marsicovetere/Villa d’Agri che ospita già un Istituto Omnicomprensivo, ossia alunni della scuola dell’infanzia, della primaria , della secondaria di I grado insieme ad alunni della scuola secondaria di secondo grado.L’unione tra i due Istituti è impraticabile perché avrebbe dato vita ad un Istituto Omicomprensivo (ancora più esteso): soluzione che, come previsto nelle linee guida, deve essere scongiurata in quanto comporta per i dirigenti scolastici la necessità di prevedere una offerta formativa alquanto articolata riguardante tutte le fasce di età (da 3 a 18 anni).

Distanze – E’ stato anche considerato che in numerosi casi gli istituti che si sarebbero creati in caso di accorpamento avrebbero comportato distanze eccessive tra i plessi o una popolazione scolastica eccessiva, più di quanto avvenga a seguito della unificazione delle due sedi dirigenziali di Avigliano.
Si è ritenuto di non operare riduzioni sulla città di Potenza dove la maggior parte degli Istituti avevano già subito dimensionamento gli anni precedenti e in modo particolare nel dimensionamento dell’anno scolastico 2024/2025, basti rammentare: l’unione tra l’I.C. “La Vista” di Potenza (all’epoca 518 alunni) e l’I.C “Bonaventura -Torraca” (all’epoca 684) di Potenza che ha dato vita all’attuale I.C. Torraca-Bonaventura (1.189 alunni); l’aggregazione dei plessi di Lagopesole e Potenza provenienti dall’istituto Professionale per l’Agricoltura G. Fortunato di Potenza (i due plessi avevano n. 279 alunni) all’Istituto Professionale Alberghiero (IPSEOA) di Potenza (che aveva 453 alunni), che ha dato vita all’attuale I.I.S. Di Pasca-Fortunato con n. di alunni pari a 654; l’aggregazione del plesso di Sant’Arcangelo (223 alunni) derivante dall’istituto Professionale per l’Agricoltura G. Fortunato di Potenza all’I.I. S. Carlo Levi di Sant’Arcangelo (483 alunni) che ha dato vita all’attuale I.I.S. Calrlo Levi di Sant’Arcangelo (673 alunni).
Gli istituti che si sarebbero andati a creare a seguito di ulteriori accorpamenti sulla città di Potenza sarebbero andati ben oltre la soglia di riferimento indicativa dei 1.200 alunni ad Istituti. E nel caso degli Istituti di istruzione Superiore si è anche considerata la inconciliabilità degli indirizzi degli Istituti.
Le scuole dell’area sud della Basilicata non hanno goduto di nessun riguardo, come invece vorrebbe far credere il giornalista del “la Nuova” citando l’I.C. di Lagonegro (555 alunni), che include anche i plessi del Comune di Rivello, e l’I.C. di Maratea (415 alunni) che include anche Trecchina. Nell’analizzare l’eventuale unione proprio tra detti due Istituti comprensivi, gli uffici hanno valutato che, rispetto al caso di Avigliano, si andava ad incidere su dirigenze collocate in comuni differenti che avrebbe messo insieme plessi riguardanti un territorio altrettanto grande afferente a quattro Comuni (Trecchina, Maratea, Rivello e Lagonegro).
Non è stata per niente valutata – conclude Cupparo – l’ipotesi di unificare le due dirigenze presenti a Maratea in quanto trattasi di Istituti afferenti a cicli diversi (l’uno riguardate infanzia, primaria e secondaria di I grado e l’altro riguardante la secondaria di II grado ad indirizzo alberghiero,artistico e nautico) che avrebbe comportato la creazione di un Istituto omnicomprensivo: soluzione da scongiurare per le motivazioni già segalate in precedenza.



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