Cremona Sera – Musica e Giustizia. Due mondi che hanno molte connessioni

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Musica e Giustizia. Due mondi che hanno più connessioni di quanto si possa immaginare. De Andrè nei versi finali di Città Vecchia, canzone del 1966 scritta per dipingere il piccolo mondo criminale genovese, espresse il suo manifesto: «Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo». Lucio Nardi, ex giudice e attuale direttore della Corale Polifonica Nazariana, ha espresso qualche giorno fa il suo manifesto: portare la musica, dopo 37 anni di attività svolta al Tribunale di Milano, all’interno del Palazzo di Giustizia di via Freguglia, convinto che tra le mura del Tribunale «non ci siano solo giudici che condannano, ma che vi possano trovare casa anche la cultura e la gioia».

Musica e Giustizia assolvono assieme tanto la funzione “civilizzatrice” di solidarietà e di formazione di uno Stato di diritto quanto quella di educazione, capace di far progredire la società su basi estetiche, etiche e normative. 

Viste le premesse non stupisce più di tanto, anzi desta enorme piacere e pubblico plauso, l’iniziativa dell’ex magistrato Lucio Nardi che, alla direzione della sua Corale composta da sessanta magistrati, avvocati e cancellieri, inaugurerà con un pubblico concerto l’apertura dell’Anno giudiziario il prossimo lunedì 20 gennaio (alle ore 21) al Teatro Dal Verme di Milano.

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La Corale, attiva dal 1988, si è fatta promotrice di diversi progetti sociali di musica nelle carceri, esibendosi nel carcere di San Vittore e nel carcere di massima sicurezza di Voghera. Nel 2018 è stata ospite a Londra dove ha cantato al Temple Church per celebrare il gemellaggio tra l’Ordine degli Avvocati di Milano e la Law Society della capitale inglese. Nel 2019, su richiesta del Primo Presidente della Corte di Cassazione, ha tenuto a Roma, nell’Aula Magna del “Palazzaccio”, il Concerto di Primavera. Tanti successi che Lucio Nardi ha collezionato da quando, nel 1983, si diplomò in pianoforte al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia continuando a coltivare la musica fuori dal Palazzo di Giustizia, come aveva fatto anche un altro illustre magistrato milanese, Francesco Saverio Borrelli, diplomato in pianoforte nel 1952 al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e membro attivo, per alcuni anni, della Corale Polifonica Nazariana.  

Se esistono le regole nella Musica, esiste anche l’armonia del Diritto che riflette la complessità della società che mira a regolarsi e a svilupparsi intorno ad una molteplicità di articolazioni. Come una Sinfonia, ripartita in quattro movimenti e caratterizzata dall’impiego di una compagine orchestrale ampia e complessa per la ricchezza sonora e per la valorizzazione dei caratteri peculiari che sono propri delle diverse famiglie orchestrali, anche il Diritto si presta ad una riflessione ampia dove le soluzioni possono avere sfumature differenti e ammettere una varietà di opzioni metodologiche e di giudizio che si sostanziano in una pluralità di soluzioni interpretative tutte legittime.

Anche Cremona ha avuto diversi esponenti che, impegnati nell’arte del Diritto a vario titolo, hanno coltivato la passione musicale. Si vogliono ricordare, tra i molti citabili, due esempi: Ubaldo Ferrari (1893-1936) e Cesare Gualazzini (1940-2022). Entrambi affermati avvocati penalisti, hanno saputo coniugare la professione forense con la passione musicale riuscendo ad apportare all’arte un proprio contributo originale: il primo come pianista (si diplomò a Genova all’Istituto Musicale “Nicolò Paganini”) e come critico musicale-divulgatore (memorabili sono state le serate commemorative organizzate al Teatro Filodrammatici di Cremona nel 1927 per Beethoven e nel 1928 per Schubert), il secondo come liutaio. Cesare Gualazzini, del quale ricorrono tra pochi giorni i tre anni dalla scomparsa, ha realizzato dodici chitarre, ciascuna un pezzo unico di liuteria artigianale caratterizzata da suono perfetto e da una cura eccezionale per il dettaglio, che sono state suonate dai più prestigiosi maestri chitarristi. 

Come ha recentemente ricordato Lucio Nardi, l’arte musicale e l’arte della giustizia non sono mondi così distanti: entrambe restituiscono alla collettività un senso unitario dato dal loro essere rivolte alla conoscenza, figlie della diversità e della varietà delle scelte di metodo e del pluralismo interpretativo, ma pur sempre accomunate da una unità irriducibile. 

Ben vengano, dunque, occasioni di comunicazione e confronto tra i diversi saperi che possono offrire tanto riflessioni di ampio respiro (come avvenuto nel 2018 col Convegno “Il diritto della musica e la musica nel diritto“, organizzato dall’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con il Consiglio di Stato e tenutosi presso la sede di Palazzo Spada e nel 2019 col Convegno “Law & Music” ospitato dall’Università degli Studi di Torino e dal “Collegio Carlo Alberto”) quanto momenti di arte pura offerta per l’apertura dell’Anno giudiziario 2025 da giuristi di diversa estrazione disciplinare e professionale, il prossimo lunedì 20 gennaio al Teatro Dal Verme di Milano.

 





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