MASSA-CARRARA – “No alla riduzione delle spese sociali e sanitarie a favore di quelle militari e del riarmo. Solo se saremo capaci di iniziare un percorso nuovo per quanto riguarda l’idea di sviluppo e di relazioni internazionali potremmo salvare l’umanità dal baratro della guerra, della devastazione ambientale e dell’esplosione esponenziale delle disuguaglianze”. Sono le parole accorate dell’Accademia Apuana della Pace. “Purtroppo i segnali di questi giorni ci indicano di come stia ancora vincendo la logica militare e del tornaconto dei poteri forti (dichiarazioni di Trump a proposito della Palestina, di quelle a proposito di ipotesi di annessioni, le vittorie delle destre estreme e neo naziste, che in Austria addirittura possono eleggere come primo ministro un loro rappresentante) – esprime la propria preoccupazione l’Accademia Apuana per la Pace – L’indifferenza e il silenzio dinanzi ai massacri che si verificano in tante parti del mondo e al genocidio che si sta consumando in Palestina rendono quanto mai vive le parole di Hannah Arendt nella “La banalità del male”. La pace la si costruisce proprio abbandonando la logica militare, costruendo percorsi di gestione altra dei conflitti, lottando contro le disuguaglianze e le ingiustizie. Sicuramente la pace non la si costruisce con l’aumento delle spese militari (pensiamo solo agli oltre 500 milioni di euro destinati alla base militare di Coltano – San Rossore – Pontedera e ai 1760 milioni di euro destinati all’ampliamento della base navale NATO di La Spezia), che comportano la diminuzione dei soldi destinati alla sanità, alle politiche sociali, alla scuola e alla cultura, perché tutto questo genera più disuguaglianze, più insicurezza sociale e l’aumento degli esclusi. Per questo motivo – aggiunge l’Accademia -riteniamo inaccettabile la decisione dell’Asl Toscana Nord Ovest, frutto di scelte dettate da meri criteri aziendalistici, di ridurre unilateralmente il servizio di analgesia e anestesia notturna al NOA, lasciando di fatto scoperto il reparto di Ostetricia e Ginecologia. E’ inaccettabile perché riduce la sicurezza, le scelte, il benessere delle donne. È inaccettabile perché in una condizione di stress lavorativo, peggiora le condizioni di chi vi lavora quotidianamente. È inaccettabile perché non contrasta la tendenza al depotenziamento dei servizi pubblici sanitari, ma lo asseconda, contribuendo di fatto alla privatizzazione della salute e della cura, portando all’esclusione di intere fasce deboli della popolazione da un diritto universale, creando disuguaglianze insanabili. Come Accademia Apuana della Pace da tempo denunciamo il paradosso dell’incremento delle spese militari di oltre 2 miliardi, arrivate al record di quasi 32 miliardi con un incremento del 12% in dieci anni, a fronte di un progressivo definanziamento della spesa sanitaria in proporzione al PIL. Chiediamo agli organi dirigenti dell’ASL Nord Ovest a rivedere le scelte sul servizio di Analgesia e Anestesia notturna al NOA e di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali a difesa di un servizio di eccellenza del NOA”.
Anche l’associazione ‘Non Una di Meno’ fa sapere il suo appoggio ai medici del Noa. “Stiamo assistendo da tempo ad un costante smantellamento della sanità pubblica con ripercussioni negative sul diritto alla salute e alla cura – contesta l’associazione -. In alcuni casi la riorganizzazione dei servizi nei presidi ospedalieri porta ripercussioni negative sulla qualità dei servizi stessi. Esempio lampante la scelta dell’azienda ASL Toscana nord- ovest di ridurre il numero dei medici di guardia notturna anestesiologica da tre a due eliminando la figura dell’anestesista rianimatori in ostetricia, dedicati a epidurali per i travagli, cesarei d’urgenza, altri tipi di urgenze ostetriche e alla rianimazione neonatale. Per noi di Non Una di Meno Massa Carrara questa scelta rappresenta una minaccia alla salute di donne, gestanti e partorienti. L’assenza di una figura professionale dedicata, chiamando chi è reperibile (ma a casa) o chi è impegnati contemporaneamente anche in altri reparti che operano in urgenza, aumenta il rischio dei tempi di attesa anche in situazioni di possibile urgenza ostetrica. Viene rimesso in discussione il diritto a una sanità sicura in situazioni di urgenza ed emergenza e il diritto all’analgesia peridurale tempestiva in orario notturno condizionando fortemente la libertà di scelta su come partorire. Bhè ma tanto noi possiamo partorire con dolore!? No, non ci stiamo, vogliamo mantenere la libertà a un parto che tuteli il più possibile la volontà di chi lo sta vivendo. Sappiamo che l’analgesia peridurale non consta esclusivamente di un breve intervento da parte del personale sanitario, ma fa parte di processo più complesso di assistenza e cura del travaglio e del parto che, in questo modo, viene leso come diritto sanitario. Vogliamo una continuità di cure e di assistenza necessarie e tempestive! L’imprevedibilità delle emergenze/urgenze del reparto di ostetricia alle quali far fronte da parte del personale di reparto coinvolto, compromette la possibilità di operatori e operatrici di lavorare in un ambiente rassicurante e il meno stressogeno possibile per quanto riguarda aspetti oggettivabili, dal momento che manca la presenza dedicata di una delle figure indispensabili nella gestione dell’urgenza come i rianimatori a rassicurazione della presenza costante di professionisti dell’analgesia – conclude quindi Non Una di Meno -. Vogliamo che chi lavora in orario notturno e su turni abbia la certezza di lavorare in team professionali, stabili e costanti, con le conoscenze sia teoriche che derivate da pratiche virtuose e garantite, nelle quali fasi potenzialmente delicate siano gestite sulla base di operatività condivise, socializzate e rodate. Un sistema sanitario virtuoso deve perseguire come obiettivi la riduzione dei fattori stressogeni per chi lavora e l’aumento della qualità dei servizi peri cittadini, ciò che sta avvenendo nell’ospedale Apuano va invece nella direzione opposta”.
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