Titoli di Stato e BTP: i piani del Mef per il 2025

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Il Tesoro da diversi anni persegue una politica di gestione del debito finalizzata ad ampliare il coinvolgimento dei piccoli investitori e dal 2022 la quota di investitori è tornata a salire, grazie soprattutto ai maggiori rendimenti offerti. Merito senz’altro degli strumenti dedicati a questi risparmiatori introdotti nell’ultimo decennio quali il BTP Italia, il BTP Valore, il BTP Green.

La stessa Meloni recentemente durante una intervista ha ammesso che c’è una grandissima, e ritrovata, fiducia da parte degli investitori e dei mercati nei confronti del Sistema Italia. «Abbiamo registrato il record nella richiesta per i nostri titoli di Stato, lo spread è nettamente inferiore rispetto a quando ci siamo insediati, la Borsa Italiana ha toccato il record e le agenzie di rating hanno migliorato il loro giudizio. Quelli che qualcuno sperava fossero i punti deboli di questo governo sono diventati dei punti di forza. Certo, questo non significa che in Italia vada tutto bene e che la totalità dei problemi sia stata risolta, ma l’inversione di rotta c’è. Detto questo, sono comunque convinta che dobbiamo e possiamo fare sempre di più e meglio».

Titoli di Stati e BTP: cosa sono

I Titoli di Stato sono obbligazioni che vengono emesse regolarmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare lo Stato, contribuire al fabbisogno del nostro Paese, e rappresentano una forma di investimento per i cittadini che vogliono impiegare il proprio risparmio. Sono garantiti dallo Stato Italiano e, quindi, non sono soggetti al rischio di insolvenza.

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Ricordiamo che l’obbligazione è un titolo che conferisce all’investitore che lo compra il diritto a ricevere, alla scadenza definita nel titolo, il rimborso della somma versata e una remunerazione a titolo di interesse (chiamata cedola).

Si possono acquistare i titoli in asta, vale a dire nel momento in cui lo Stato li immette per la prima volta sul mercato – il cosiddetto mercato primario – oppure comprarli successivamente, sul mercato secondario, dove sono quotidianamente scambiati. In entrambi i casi è necessario rivolgersi alla banca o intermediario finanziario abilitato presso cui si detiene il conto. Acquistandoli in asta si ha il vantaggio di non pagare commissioni, mentre sul mercato secondario si comprano i titoli già in circolazione. In questo caso le banche e gli altri intermediari finanziari sono liberi di applicare commissioni, che devono essere però chiaramente indicate e possono comunque essere negoziate dai risparmiatori.

Esistono diverse tipologie di Titoli di Stato, ognuna con specifici termini di scadenza, tassi di rendimento e modalità di pagamento degli interessi. ​

  • I Bot – Buoni Ordinari Del Tesoro sono titoli a breve termine, ossia con durata non superiore a un anno, privi di cedole, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il valore nominale (o il prezzo di vendita) ed il prezzo di emissione (o il prezzo di acquisto).
  • I Ctz – Certificati del Tesoro Zero Coupon sono titoli a 24 mesi, privi di cedole. Anche per questi titoli il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di rimborso e quello di emissione.
  • I Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu) sono titoli a medio-lungo termine a tasso variabile, di durata pari a 7 anni, con cedole indicizzate al tasso Euribor (calcolato facendo una media dei tassi che le principali banche europee applicano negli scambi di liquidità tra loro).
  • I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli caratterizzati da cedole fisse semestrali che offrono la possibilità di scegliere tra diverse durate dall’emissione: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e fino ai 50 anni. Tramite il pagamento di cedole, permettono di avere un reddito costante nell’arco della loro vita. I Btp, come tutti i titoli emessi da uno Stato, sono considerati in generale più sicuri di quelli emessi da società private. Se rivenduti alla scadenza, garantiscono al risparmiatore il rimborso di quanto investito, più ovviamente il pagamento degli interessi. Ma come tutti i titoli negoziabili, sono soggetti ad oscillazione di prezzo e quindi al rischio di mercato. Se i tassi scendono, il prezzo dei Btp aumenta, se i tassi aumentano, diminuisce il prezzo. Il rischio di oscillazione del prezzo è minore quanto più è breve il termine di scadenza del titolo e quanto più la sua remunerazione varia in funzione dell’andamento dei tassi di interesse, come per esempio accade per i Btp a cedola fissa.

foto Imagoeconomica

BTP Italia

Sono titoli indicizzati all’inflazione italiana ed esattamente sull’Indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie e operai (FOI) dell’Istat con esclusione dei tabacchi. I BTP Italia riconoscono ogni sei mesi ai sottoscrittori il pagamento della rivalutazione semestrale del capitale sottoscritto e la cedola, il cui importo fisso di base viene anch’esso indicizzato all’inflazione e rivalutato di conseguenza. In genere è previsto anche un premio fedeltà a scadenza per chi detenga il titolo per l’intera durata. I BTP Italia hanno durata da 4 a 8 anni.

BTP Valore

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Si tratta di titoli di Stato con durata da 4 a 6 anni, con cedole semestrali o trimestrali, destinati alle famiglie, quindi al pubblico indistinto o retail. Sono caratterizzati da cedole crescenti nel tempo (step up) con rendimenti minimi prefissati e da un extra premio finale di fedeltà per chi li detiene dal collocamento alla scadenza.

BTP Green

Si tratta di titoli di Stato a lunga scadenza – oltre i 10 anni – nati nel 2021 e caratterizzati dalla specifica destinazione delle risorse raccolte alle spese statali con positivo impatto ambientale e a supporto della transizione ecologica dell’Italia. Garantiscono un reddito fisso stabilito dalla cedola, pagata semestralmente, ed il rimborso del valore nominale alla scadenza.

Il piano del Dipartimento del Tesoro e le strategie sui Btp

Chiaro quindi che anche nel 2025 il Tesoro continuerà a proporre quegli strumenti che hanno avuto così tanto successo nel 2024. Il piano del dipartimento del Tesoro prevede emissioni lorde a medio e lungo periodo nel 2025 “in un intervallo compreso tra i 330 ed i 350 miliardi di euro”, in calo dai 377 miliardi del 2024, e l’intenzione è quella di continuare a offrire titoli al retail.

Tra le novità più significative, il MEF prevede:

  • Flessibilità nelle scadenze dei titoli, per adattarsi meglio alle dinamiche di mercato e alle esigenze di diversi profili di investitori
  • Aggiornamento degli standard normativi per i BTP Green, con l’obiettivo di allinearli agli standard europei più avanzati, aumentando la loro attrattività
  • Un maggiore focus sui risparmiatori retail, attraverso strumenti come i BTP Italia e i BTP Valore, che continueranno a beneficiare di vantaggi dedicati, come il premio fedeltà

Riguardo al BTP Valore il Tesoro ha effettuato due emissioni nel corso del 2024, nei mesi di marzo e maggio, per un ammontare complessivo di poco inferiore ai 30 miliardi, in linea con le previsioni di inizio anno, riscontrando uno straordinario interesse da parte del mercato. Nel 2025, ove se ne riscontrino le condizioni ed in ragione delle esigenze di finanziamento, il Mef rende noto che sarà valutata l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP riservati agli investitori retail, riservandosi massima discrezionalità nel valutare in prossimità del collocamento la struttura finanziaria più opportuna.

Con riferimento al BTP Italia, se nel corso del 2024 il Tesoro non ha ritenuto opportuno effettuare nuove emissioni, nel 2025 le cose potrebbero cambiare. «Considerato che verrà a scadenza un BTP Italia per circa 18,5 miliardi di euro, al fine di continuare a soddisfare la domanda degli investitori istituzionali e retail e di fornire uno strumento ormai consolidato di protezione dei loro risparmi, il Tesoro valuterà l’opportunità di effettuare almeno un’emissione di BTP Italia, riservandosi la massima flessibilità nella scelta della scadenza più opportuna per il nuovo titolo», si legge nel documento ufficiale del Mef.

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Non manca, poi, anche la volontà di puntare sui Btp Green, continuando a spingere su un graduale allungamento della vita media del debito. I BTP Green continuano a essere il fulcro della strategia del MEF per la transizione ecologica. Oltre a finanziare progetti sostenibili, il 2025 vedrà un ulteriore allineamento di questi titoli agli standard europei più avanzati, rendendoli ancora più competitivi.

foto ansa

Nel 2024 sono stati emessi titoli a medio-lungo termine per un ammontare pari a 361 miliardi di euro e poco oltre 171 miliardi di euro di Bot. Il costo medio annuo all’emissione, al termine dei collocamenti del 2024, coerentemente con lo scenario globale dei tassi, risulta essere stato pari al 3,40%, in discesa rispetto al 3,76% del 2023. Infine, la vita media a fine anno resta stabile a 7 anni (rispetto ai 6,97 anni del 2023).

Il programma 2025 è stato ideato per rispondere a una vasta gamma di esigenze:

  • Protezione dall’inflazione: Grazie ai BTP Italia, gli investitori possono difendere il loro potere d’acquisto in un contesto economico incerto.
  • Rendimenti crescenti: I BTP Valore premiano la fedeltà con rendimenti progressivi e una durata flessibile.
  • Impatto ambientale: I BTP Green consentono di sostenere la transizione ecologica con investimenti responsabili e mirati.

Insomma il 2025 rappresenta un anno chiave per il mercato dei titoli di Stato italiani. Grazie a una combinazione di strumenti consolidati e innovativi la volontà del MEF è quella di adattarsi alle esigenze di un mercato in evoluzione con una forte attenzione alla sostenibilità, alla protezione dall’inflazione e a rendimenti competitivi, per favorire una crescita equilibrata e responsabile per il futuro economico del Paese.

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FOTO: SHUTTERSTOCK





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