Il primo consiglio dei ministri del 2025 è stato dedicato a dirimere due questioni che fanno fibrillare la maggioranza: terzo mandato (oggi scadevano i termini per impugnare davanti alla Consulta la legge regionale della Campania) e referendum sull’autonomia. Dietro la presunta concordia delle forze che compongono il governo, si nasconde la tenzone specifica tra la premier e Matteo Salvini, come ammesso dalla stessa Meloni davanti ai giornalisti. E le dichiarazioni allarmate prima dell’inizio della riunione di Roberto Calderoli lo confermano.
«SULLA QUESTIONE del terzo mandato siamo arrivati alla conclusione che il tema riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello Stato, è la ragione per la quale nel Cdm impugniamo la legge regionale della Campania», aveva dichiarato Meloni ieri mattina, confermando anche che quella del Veneto è una candidatura che fratelli d’Italia vuole avocare a sé, «abbiamo già cominciato a parlarne con Salvini e Tajani e continueremo a farlo». Sarà.
Fatto sta che in Cdm c’è stato un acceso confronto, anticipato dalla reazione della senatrice leghista Erika Stefani che subito dopo l’incontro con la stampa della presidente del Consiglio aveva minacciato: «La lega ha dimostrato di saper governare con un amministratore difficilmente sostituibile che ha raggiunto ottimi risultati, questo vale a costo di andare avanti da soli». Ma la partita delle regionali riguarda anche la Lombardia, dato che Salvini aveva ventilato un possibile scambio tra regioni per rimanere saldo nel Nord Est. Interviene infatti dal Pirellone anche Attilio Fontana, per sottolineare che «i limiti soltanto ad alcune categorie di politici» sono «fuori luogo, è un’anomalia quella del limite al terzo mandato e un errore del governo non intervenire».
Roberto Calderoli durante la riunione non ha potuto fare altro che rimettere al Consiglio dei ministri la decisione sulla legge della Regione Campania. Fonti del Carroccio hanno aggiunto anche che il partito è favorevole a una modifica della legge nazionale «su cui però, al momento, non c’è intesa». Quanto alla Campania, Vincenzo De Luca ha convocato i giornalisti per oggi. Il presidente della Regione non è nuovo a colpi di teatro e i dem lo sanno ma la notizia delle sue dimissioni per andare subito a elezioni, circolata ieri, non sarebbe all’ordine del giorno. Piuttosto è possibile che De Luca non concederà l’onore delle armi, annunciando ricorsi e azioni legali.
L’ALTRO FRONTE aperto con i leghisti è quello sull’autonomia differenziata. L’annuncio di Meloni alla Camera, «oggi decidiamo se, attraverso l’Avvocatura dello Stato, il governo sosterrà l’ammissibilità del referendum sull’autonomia» è stato disatteso. L’accordo non c’è stato e la questione per adesso è stata rimandata. Di certo devono aver pesato le altre parole pronunciate dalla premier sul tema: «sui referendum per le riforme costituzionali considero un errore non stare nel merito della questione, noi ci abbiamo messo la faccia e le consegniamo ai cittadini, io cercherò di spiegare perché riteniamo che siano riforme positive». Un concetto un po’ diverso dall’ordine di «andare al mare», come auspicato, in caso di referendum, da via Bellerio. «Cercherò di fare un passo indietro sui referendum ma il governo deve andare avanti con le modifiche a partire da una legge sui Lep», ha detto mentre, quasi in contemporanea, Calderoli dal Senato ribadiva, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, l’intenzione di proseguire le interlocuzioni con le regioni che hanno già avanzato richieste.
LA NOTIZIA È CHE il premierato è stato declassato da «madre di tutte le riforme» a «priorità» tra le altre. «Vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato e una legge elettorale tarata su questo – ha detto Meloni – ma penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no”
È STATA ANCHE formalizzata la nomina del prefetto Vittorio Rizzi come direttore del Dis, al posto della dimissionaria Elisabetta Belloni ed è stata avviata la procedura di nomina ex capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’alluvione in Emili
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link