Le imprese piemontesi hanno previsto 34.630 assunzioni per il mese di gennaio

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Sono circa 34.630 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per gennaio 2025, valore che sale a 89.040 se si considera l’intero trimestre gennaio-marzo 2025.

 

Il trend appare negativo sia a livello mensile (-3.970 entrate rispetto a gennaio 2024, per una variazione tendenziale del -10,3%), sia su base trimestrale (-6.900 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Anche livello complessivo nazionale si registra un calo della domanda di lavoro, sebbene di minore intensità. La flessione si attesta al 2,1% a gennaio 2025 rispetto a gennaio 2024 e allo 0,2% a livello trimestrale rispetto a gennaio-marzo 2024. Le entrate in Piemonte a gennaio 2025 rappresentano il 21,8% delle 159.000 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 7,0% del totale di quelle nazionali (497mila circa).

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Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea – basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 18 novembre–4 dicembre 2024.

 

Il 56,9% delle assunzioni programmate per il mese di gennaio riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 20,6% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 22,4% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).

 

Il 66,7%% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in netta diminuzione rispetto al 83,7% segnato a dicembre 2024), il 20,5% lavoratori somministrati (percentuale in crescita di otto punti), il 4,6% collaboratori (in aumento) e l’8,2% altri lavoratori non alle dipendenze (era il 2,9% a dicembre 2024).

 

La domanda di lavoro anche a gennaio 2025 è sostenuta dai contratti a tempo determinato con il 50% delle entrate programmate (in calo di otto punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 37% dei casi (in crescita di 9 punti su dicembre 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 3% del totale complessivo regionale.

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Delle 34.630 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2025 il 19% è costituito da laureati (in crescita di tre punti rispetto al mese precedente), il 28% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 34% e il 17%.

 

Considerando i dati del trimestre gennaio – marzo 2025 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 59.190 entrate, il 66,5% del totale (circa 1.960 unità in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).

 

L’industria prevede 29.850 entrate, generando il 33,5% della domanda totale e segnando un calo di oltre 4900 unità rispetto al periodo gennaio-marzo 2024.

 

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Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 89.040 entrate previste nel trimestre gennaio-marzo 2025 è quello del commercio, con 12.880 ingressi (14,5% del totale), seguito dal turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 12.290 assunzioni (il 13,8%) e dai servizi alle persone, con 11.450 entrate e una quota del 12,9% del totale.

 

All’interno del comparto industriale si distinguono le industrie meccaniche ed elettroniche con 6.530 entrate, il 7,3% delle previsioni di assunzioni complessive.

 

Il 20% delle entrate previste a gennaio 2025 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi (in calo di circa 10 punti su dicembre 2024), un altro 30% riguarderà gli operai specializzati e conduttori di impianti. Il 26% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici e solo il 10% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici, in fine, costituiranno il 14% delle assunzioni del mese.

 

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Poco meno di un’assunzione su tre (31%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 19% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

 

Per il 62,7% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 26,0% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 13,1% coordinerà altre persone. Il 42% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio (stabile rispetto a dicembre 2024), il 17% nelle aree commerciali e della vendita e una quota del 17% in quelle tecniche e della progettazione.

 

La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di gennaio 2025, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno entrambe una quota pari al 6%.

 

A gennaio 2025 il mismatch tra domanda e offerta di lavoro interessa il 49,6% delle assunzioni programmate. Il dato è in arretramento sia rispetto a quello di dicembre 2024 (50,0%), sia, soprattutto, a quello di gennaio 2024, quando la quota di figure professionali difficili da reperire si attestava al 51,1%. La quota di aziende piemontesi che dichiarano difficoltà di reperimento è in linea rispetto a quella registrata a livello complessivo nazionale (49,4%).

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La mancanza di candidati si conferma la principale motivazione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, riguardando il 34,4% delle assunzioni programmate per il mese di gennaio 2025, in crescita rispetto al 32,9% di gennaio 2024. Diminuisce, per contro, la quota di imprese che attribuisce tali difficoltà alla inadeguata preparazione dei candidati (11,9% a fronte del 13,9% di gennaio 2024).

 

Scendendo nel dettaglio delle singole professioni, risulta di difficile reperimento sul mercato del lavoro piemontese ben l’89,2% dei circa 360 medici che le imprese intendono assumere. Rischiano, inoltre, di rimanere scoperte oltre 7 posizioni su 10 per i profili di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (75,6%), conduttori macchine movimento terra, sollevamento e maneggio materiali (72,1%) e operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (71,0%). Le imprese piemontesi lamentano difficoltà di reperimento superiori alla media anche per gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (69,4%), conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (69,0%) e tecnici della salute (68,1%).

 

Nel dettaglio dei titoli di studio diminuisce, rispetto al mese di dicembre 2024, la difficoltà di reperimento di personale laureato, che coinvolge il 49,1% della domanda di lavoro; coerentemente a quanto rilevato sul fronte delle professioni, gli indirizzi per i quali si segnalano le problematiche maggiori sono quelli medico-odontoiatrico (88,4%), chimico-farmaceutico (74,1%) e sanitario e paramedico (67,2%). Le imprese lamentano elevate difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 69,5%).

 

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A livello secondario (45,8%) le imprese segnalano difficoltà inferiori a quelle riscontrate complessivamente in Piemonte. Non mancano, tuttavia, percorsi di studio più difficili da reperire sul mercato: rischia, infatti, di rimanere scoperto rispettivamente il 71,2%, 65,5% e 60,4% delle assunzioni riguardanti gli indirizzi produzione e manutenzione industriale e artigianale, socio-sanitario, e meccanica, meccatronica ed energia.

 

Difficoltà di reperimento superiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (52,3%), con picchi particolarmente elevati per gli indirizzi edile (78,5%), elettrico (68,1%) e riparazione dei veicoli a motore (62,9%).

 

c.s.





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