“Lavoratori sfruttati per frodare il Fisco”: Despar nella bufera

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Cronaca

di Ivano Tolettini





Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il colosso della grande distribuzione Aspig Service, dal fatturato miliardario, concessionaria del marchio Despar nelle zone più ricche d’Italia, è nella bufera giudiziaria per una presunta maxifrode tributaria. Il suo rappresentante legale Christof Rissbacher è sotto inchiesta per evasione fiscale in concorso con l’imprenditore Antonio Suma. Costui, tramite le società Mag Servizi e Delivery One, avrebbe consentito ad Aspiag di assumere lavoratori nella logistica a un costo favorevole perché non sarebbero stati versati i contributi previdenziali e sarebbero state utilizzate fatture false per non versare le imposte. Un carosello fraudolento di cui Aspiag Service è chiamata a rispondere. La magistratura parla di “schemi per accedere a manodopera a basso costo”. Si tratta di una ipotetica truffa al Fisco, con l’escamotage di “serbatoi di manodopera” per essere più concorrenziali con lavoratori in somministrazione dalle agenzie per il lavoro New Way Jobs srl e Ova Work & HR Services. In pratica venivano assunti lavoratori a condizioni favorevoli dalle due agenzie per il lavoro tramite le ditte Mag Servizi e Delivery One, riconducibili al 65enne brindisino Suma, di Ostuni, per far ottenere ad Aspiag Service una più robusta marginalità. Le due ditte non avrebbero versato le ritenute fiscale e i contributi previdenziali, e per l’accusa sarebbero destinate al fallimento. In questa maniera un colosso del Nordest come Aspiag Service srl, che nel 2023 come concessionaria del marchio Despar in ciVeneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia ed Emilia Romagna ha fatturato 2,7 miliardi di euro, ma con perdite per 5,2 milioni di euro, avrebbe violato in maniera sistematica la legge ed ha subito un sequestro preventivo di 7,9 milioni da parte del Pm Paolo Storari di Milano, che coordina l’attività del Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme Gialle.

ACCUSA E DIFESA – “La condotta posta in essere da Aspiag Service srl, di carattere fraudolento, dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori, ma anche ingentissimi danni all’erario”, scrive il Pm Storari nel decreto emesso nei confronti della bolzanina Aspiag Service srl, uno dei cinque consorzi che danno vita a Despar Italia (oltre 4 miliardi di fatturato), con 250 punti vendita a marchio Despar, Eurospar, Interspar e Iperspar e 316 negozi affiliati a Nordest. Aspiag Service fa parte del gruppo Spar Internazional con quasi 40 miliardi di fatturato nel mondo. “Gli accertamenti sono allo stato iniziale – si legge nelle carte giudiziarie – in quanto dovranno essere verificate ulteriori serbatoi di personale, con le intuibili conseguenze in termini di danno erariale, che si presenta ingente”. Il Pm sottolinea l’urgenza del sequestro preventivo perché “ la situazione di sfruttamento e illegalità è ancora in atto, con rilevanti conseguenze in termini di sfruttamento lavorativo ed erariale”. Infatti, la Finanza stima il mancato versamento periodico dei contributi e degli oneri previdenziali per centinaia di lavoratori, accumulando un debito verso Inps e Agenzia delle Entrate di quasi 25 milioni di euro. Per contro Aspiag Service srl, tramite i propri legali, fa sapere che “con riferimento alle notizie di stampa rispetto all’indagine della Procura di Milano per una presunta accusa di somministrazione illecita di manodopera, offre la massima collaborazione alle autorità giudiziarie, nella convinzione di aver sempre operato nel giusto e nel rispetto della legalità. L’azienda ripone la massima fiducia nel lavoro della magistratura auspicando possa essere fatta chiarezza nel più breve tempo possibile”. Il 3 aprile 2024 Suma in un interrogatorio avrebbe precisato che “la situazione per noi appaltatori è drammatica perché i committenti non ci pagano come dovrebbero”. “Se dicevi qualcosa – aggiunge – ti dicevano «Beh, ti cambio domani mattina», perché tanto tu oggi non servi a niente”. Gli appaltatori sostengono di avere informato periodicamente Aspiag Service dei soli contributi e delle ritenute versate per i dipendenti diretti (il 50%), trasmettendo invece per i lavoratori somministrati gli “elenchi excel del personale e le buste paga”. Un meccanismo che Aspiag avrebbe “di fatto” tollerato nonostante i contratti nei magazzini non prevedessero “l’impiego di lavoratori interinali”, ma in questo modo “evitando di esercitare qualsivoglia controllo, anche a campione”.


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