I media si renderanno mai conto che dottori e giornalisti possono essere anche terroristi? – Israele.net

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La precisione nel linguaggio non è solo una questione di accuratezza e di onestà intellettuale. E’ una questione di giustizia

Di Zina Rakhamilova e israele.net

Zina Rakhamilova, autrice di questo articolo

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I media occidentali hanno dimostrato ancora una volta la loro mancanza di credibilità quando riportano gli eventi in Medio Oriente.

Un caso tipico è il modo in cui è stata data l’informazione sul direttore dell’ospedale Kamal Adwan, il colonnello dottor Hussam Abu Safiya, arrestato dalle Forze di Difesa israeliane insieme ad altre 240 persone accusate di essere affiliate a gruppi terroristi.

Ciò che la maggior parte dei grandi organi d’informazione ha evitato di riportare è che Abu Safiya è sospettato di essere un agente di Hamas. Le prove indicano che il “colonnello dottore” ha stretti legami con Hamas, mentre nel suo ospedale venivano trovate armi, munizioni e altre attrezzature militari. Dei 240 arrestati nel suo ospedale, almeno 15 hanno personalmente partecipato al massacro del 7 ottobre dentro Israele.

E’ certamente possibile che Abu Safiya lavorasse come pediatra, ma il suo titolo professionale è irrilevante quando più fonti affiliate a Hamas si riferiscono a lui come il “colonnello” e quando i suoi social mostrano il suo sostegno alla carneficina del 7 ottobre.

Chiunque abbia familiarità con le operazioni di Hamas a Gaza sa che se il gruppo usa un ospedale come base militare, è altamente probabile che medici e dirigenti dell’ospedale siano anche membri dell’organizzazione terroristica.

Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari mostra ad alcuni giornalisti le armi immagazzinate nell’ospedale pediatrico Rantisi, di Gaza

Yigal Carmon, presidente del Middle East Media Research Institute (MEMRI), ha ben sintetizzato la cosa: “I capi di Hamas non sono teppisti senza istruzione. Sono ai vertici della loro società e sono dei ben istruiti idealisti, solo che il loro ideale è annientare gli ebrei”.

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Osama Bin Laden era un ingegnere, ma non è così che viene ricordato o descritto, perché ciò che lo definisce è la sua identità di terrorista che ha orchestrato una delle peggiori atrocità della storia.

Senza scomodare il dottor Josef Rudolf Mengele, medico militare (col grado di capitano) e criminale nazista, basterebbe ricordare che Taleb Al Abdulmohnsen, il terrorista della recente strage al mercatino di Natale di Magdeburgo, era medico psichiatra. E Ayman al-Zawahiri, il vice di Bin Laden che prese il suo posto al vertice di al-Qaeda dopo la morte del capo, era laureato in medicina, aveva conseguito un master in chirurgia presso l’Università del Cairo e aveva esercitato la professione di chirurgo. Ma non è come medici e chirurghi che vengono menzionati dai mass-media.

Allo stesso modo, gli operativi di Hamas non spiccano in quanto “dottore” o “giornalista”, ma in quanto terroristi: quindi, perché i media non li definiscono per quello che sono?

Se ce ne fosse bisogno, studi fatti dall’American Psychological Association confermano l’importanza dell’uso di termini come “terrorista”, e in generale di termini accurati, nel modellare le percezioni e le opinioni politiche. Il rifiuto dei media di qualificare questi agenti di Hamas come terroristi non è solo ingannevole: è pericoloso. Le parole sono importanti, e travisare le cose danneggia coloro che sono maggiormente colpiti da questi soggetti terroristici.

L’ospedale Kamal Adwan era una struttura ufficiale di Hamas. Il suo precedente direttore, arrestato un anno fa, ammise esplicitamente di essere un generale di Hamas, spiegando che il gruppo terroristico usa l’ospedale come un rifugio sicuro perché conta d’esserne protetto.

Qualsiasi organo d’informazione che non riporti questi dati non sta solo omettendo i fatti: sta attivamente falsificando la narrazione e sta ingannando l’opinione pubblica sull’uso sistematico di infrastrutture civili da parte di Hamas per scopi terroristici e militari.

Chiamare i terroristi per quello che sono li priva della possibilità di spacciarsi per attivisti umanitari ed eroi, un’arte in cui si sono specializzati quelli di Hamas e gruppi analoghi.

La precisione nel linguaggio non è solo una questione di accuratezza e di onestà intellettuale. E’ una questione di giustizia.

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(Da: Israel HaYom, israele.net, 2.1.25)



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