Il tema centrale, ma ovviamente non l’unico, di una conferenza stampa fiume come quella annuale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni si può sintetizzare in due parole: Elon Musk. L’incontro con i giornalisti doveva tenersi a fine anno ma era stato rinviato a causa di una indisposizione.
Non che gli argomenti siano mancati, dalle dimissioni di Elisabetta Belloni ai migranti, dall’Ucraina al Piano Mattei, oltre – ovviamente – al caso di Cecilia Sala.
Ma il fulcro della conferenza sono stati i rapporti con il miliardario sudafricano, oggetto di numeorse domande e richieste di chiarimento. Cui la presidente ha risposto con una difesa dei legami con l’imprenditore. Che non sarebbe “un pericolo per la democrazia”, ha detto. Anzi. Il rischio, ha dichiarato, “è la censura delle piattaforme“. Una difesa a tutto campo che non mancherà di sollevare polemiche. Vediamo nel dettaglio gli argomenti principali affrontati da Giorgia Meloni.
Il caso Sala e i rapporti con l’Iran
Sul rientro di Cecilia Sala, Meloni ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto dal governo. “Le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura diplomatica e intelligence”, ha precisato la premier, sottolineando la presenza di oltre 500 italiani in Iran e la necessità di muoversi con cautela. Sul caso Abedini, la presidente ha spiegato che è al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia, evidenziando la necessità di continuare il dialogo con gli Stati Uniti. “Avrei voluto discuterne con Biden”, ha aggiunto Meloni, “ma ha dovuto annullare il suo viaggio per i problemi che ci sono attualmente in California”.
La questione Starlink e la sovranità digitale
Ampia pagina sul caso Starlink. “Non è stato firmato alcun contratto con SpaceX” ha detto Meloni. La premier ha chiarito la posizione del governo: “Valuto gli interessi stranieri con la lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi deve investire”. “Tante aziende si propongono” ha aggiunto, “poi però segue una fase di istruttoria. Che è quella in cui ci troviamo adesso”. In caso di interesse da parte del governo, del caso saranno investite le sedi competenti, “come il Consiglio superiore della difesa e il Parlamento“, tra gli altri soggetti. “Neanche io ho ancora le idee chiare” ha proseguito, precisando però che “sulla questione sono laica”. Il punto è che Starlink è “il soggetto più avanzato”, e il problema è “che non c’è un’alternativa pubblica. Possiamo aprire un dibatito sul perché, ma forse non è questa la sede“. Si tratta, comunque, di affidare la commessa delle comunicazioni militari “temporaneamente”, “fino a quando non ci saranno soggetti pubblici”. Il paragone con Microsoft ha concluso la sua analisi: “Lo stesso problema lo avevamo con i datacenter, e quando Microsoft ha investito nessuno si è stracciato le vesti”. “Il problema è che Space X è un privato o le idee politiche di Elon Musk?”
Nominato il nuovo capo del Dis
In un passaggio successivo della conferenza stampa, la premier ha annunciato la nomina del nuovo capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. “Ho una stima enorme per Elisabetta Belloni, che ringrazio”, ha dichiarato Meloni, precisando che le vicende di questi giorni non sono connesse alle dimissioni anticipate. Il successore sarà il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vice direttore di Aisi, che vanta “una carriera prestigiosa nella polizia di stato” e un’importante esperienza internazionale come copresidente del gruppo di lavoro UE sulla prevenzione delle infiltrazioni criminali nelle risorse Next Generation EU. La nomina verrà formalizzata nel Consiglio dei ministri di oggi.
Il percorso delle riforme
La presidente del Consiglio ha delineato la roadmap delle riforme costituzionali e fiscali per i prossimi mesi. “Il mio intento è andare avanti con determinazione e velocità”, ha dichiarato Meloni, pur riconoscendo che le riforme costituzionali hanno tempistiche ampie. Tre le priorità individuate dalla premier: dare stabilità ai governi con il premierato, “liberare la giustizia dal giogo della politica”, e responsabilizzare le classi dirigenti attraverso l’autonomia differenziata. Sul fronte fiscale, la presidente ha fatto riferimento all’approvazione di 17 decreti attuativi, fissando l’obiettivo di completare nel 2025 tutti i testi unici tributari. “Vorremmo riuscire a fare il Codice tributario, che ricordo era un obiettivo di Ezio Vanoni oltre 70 anni fa”, ha sottolineato. Quanto ai referendum costituzionali che spera avvengano già in questa legislatura, Meloni ha rilevato segnali positivi anche da parte dell’opposizione, pur ammettendo che “credo non si arriverà ai due terzi” del Parlamento. Sull’autonomia differenziata, la premier ha commentato che “l’interpretazione che dà il governo è che la sentenza della Corte costituzionale sia per gran parte autoapplicativa”, ad eccezione di quanto riguarda le modifiche richieste sui Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), su cui l’esecutivo sta già lavorando con una legge specifica.
L’accordo con l’Albania e il ruolo della magistratura
Sul controverso tema dei centri per migranti in Albania, la premier ha difeso la posizione del governo citando le recenti sentenze della Cassazione. “A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo sui centri per migranti in Albania”, ha affermato Meloni, spiegando il principio secondo cui spetta all’esecutivo stabilire quali sono i paesi sicuri. La presidente ha tracciato una chiara distinzione tra le competenze: mentre i giudici possono valutare casi specifici di singoli migranti per cui un determinato paese potrebbe non essere sicuro, “non possono sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei paesi”. La critica si è concentrata in particolare su alcune decisioni dei giudici di Roma che, secondo la premier, “non sono entrati nel merito del singolo caso”.
Sulla questione di un possibile intervento della Corte di Giustizia europea, Meloni ha mostrato ottimismo: “La buona notizia su questa vicenda è che quello che stiamo sostenendo è perfettamente in linea con il nuovo patto di migrazione e asilo”. La premier ha evidenziato il sostegno ricevuto a livello europeo: “Sono molto contenta del fatto che la maggior parte dei paesi europei stia dando ragione all’Italia”. Ha però espresso preoccupazione per la situazione interna: “Mi preoccupa di più se in Italia intanto non si tenga conto quello che ha detto la Cassazione. È preoccupante e bizzarro”. Sul fronte operativo, la presidente ha confermato che i centri in Albania sono pronti a partire, sottolineando una diminuzione degli sbarchi del 60% nell’ultimo anno.
Le dichiarazioni di Trump
La posizione sulle dichiarazioni di Trump Interpellata sulle recenti dichiarazioni dell’ex presidente americano sulla Groenlandia, Meloni ha offerto un’interpretazione diplomatica: “Io mi sento di escludere che gli Usa nei prossimi anni si metteranno ad annettere con la forza territori che gli interessano”. La premier ha suggerito che si tratti di “un messaggio ad alcuni altri grandi player mondiali”, principalmente la Cina, piuttosto che di rivendicazioni ostili verso Danimarca e Panama, interpretandole come un avvertimento che “gli Stati Uniti non staranno a guardare di fronte alla presenza di altri player globali in zone di interesse strategico per gli Usa e per l’Occidente”.
Musk? “Non è un pericolo per la democrazia”
Giorgia Meloni torna poi su Elon Musk, e fa fatica a trattenersi. Quando le viene chiesto se il sudafricano (cui la lega un rapporto di stima e amicizia) sia una figura ingombrante politicamente, Meloni fatica a trattenere una risata. “Cerchiamo di riportare le cose nell’alveo” ha detto. “Musk è una persona molto nota e molto facoltosa che esprime le proprie idee. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia, segnalo che non è il primo”. Spesso figure assimilabili “esprimono idee contro di me, ma la cosa non desta scandalo”. “Il problema”, ha detto, si crea “quando queste persone utilizzando risorse per finanziare partiti e politici” e interferire, in sostanza, nella vita dei paesi. “E questo Musk non lo fa. Lo fa, invece, George Soros“, ma, ha aggiunto, “nel suo caso viene chiamato filantropia”. “Il problema quindi è che Musk è ricco o che non è di sinistra?”. Poi l’affondo su un tema caro alla destra. “E’ accaduto che alcuni miliardari censurassero la gente anche sulle loro piattaforme”, ha detto Giorgia Meloni, come, per esempio, accaduto con “Donald Trump, quando non fu rieletto ” (il riferimento è al bando dall’ex Twitter dell’epoca di Jack Dorsey – terminato con l’arrivo di Musk – e da Facebook, entrambi avvenuti dopo i fatti di Capitol Hill). “Io non prendo soldi da Musk”, ma l’imprenditore “non è un pericolo per la democrazia” ha concluso Meloni. Precisando però che “può essere un problema nei rapporti con gli alleati”.
Il piano per le carceri
Sul tema dell’emergenza carceraria, la presidente del Consiglio ha annunciato un piano straordinario per l’edilizia penitenziaria. “Dobbiamo adeguare la capienza delle nostre carceri alla necessità, questo è quello che fa uno stato serio”, ha dichiarato Meloni, annunciando la nomina di un commissario straordinario con l’obiettivo di realizzare settemila nuovi posti nel triennio 2025-2027. La premier ha respinto le soluzioni basate su amnistie e “svuota carceri”, delineando invece una strategia su tre fronti: l’ampliamento delle strutture, il trasferimento dei tossicodipendenti nelle comunità e gli accordi internazionali per permettere ai detenuti stranieri di scontare la pena nei paesi d’origine.
Il sostegno all’Ucraina
Sul conflitto ucraino, Meloni ha ribadito il sostegno dell’Italia precisando: “Io sono disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l’Ucraina, questo è fondamentale per avere una pace giusta”. La premier ha sottolineato l’importanza delle garanzie di sicurezza, ricordando che “la Russia in passato ha violato gli accordi che aveva sottoscritto”. Sui progressi militari, ha fornito dati precisi: “Se oggi si parla di pace è perché la Russia si è impantanata in Ucraina, negli ultimi due anni ha conquistato solo lo 0,6 per cento del territorio ucraino, con perdite ingenti”. La presidente ha anche commentato la posizione di Donald Trump, interpretando positivamente il suo approccio di “pace con la forza” e sottolineando che “la capacità di Donald Trump è dosare diplomazia e deterrenza”. Meloni ha escluso un possibile disimpegno americano, evidenziando come i successi ucraini siano stati possibili “grazie al sostegno occidentale e al coraggio del popolo ucraino”.
L’espansione del Piano Mattei
Sullo sviluppo del Piano Mattei, la premier ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti: “Sono fiera della concretezza e del grande consenso che ha raccolto a livello internazionale”. Meloni ha sottolineato come la differenza rispetto ad altre iniziative per l’Africa stia nella continuità, annunciando che sono già avviati i progetti nei nove paesi coinvolti. Le sfide per il 2025 si concentrano su due fronti: internazionalizzare e “deeuropeizzare” il piano attraverso il G7, e ampliare il numero dei paesi partecipanti. “Abbiamo già individuato Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal”, ha specificato la presidente del Consiglio.
Il nodo dei mandati regionali
Sulla questione del terzo mandato per i governatori regionali, Meloni ha affrontato il caso della Campania. “La questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello stato nazionale”, ha dichiarato la premier, annunciando l’impugnazione della legge regionale campana nel Consiglio dei ministri odierno. Pur riconoscendo l’assenza di una posizione unitaria nella maggioranza, la presidente ha evidenziato un tema di coerenza: “Sarebbe incoerente quello che riguarda i presidenti di regione rispetto a quello che riguarda i sindaci delle città”. Ha ricordato inoltre che nella riforma del premierato è stato inserito il limite dei due mandati.
Dazi e difesa europea
Sul tema dei dazi, la premier ha affrontato la questione della competitività europea nel settore della difesa. “Penso che sulla difesa sia una discussione interna all’Unione europea per avere una difesa competitiva”, ha affermato Meloni, sottolineando l’attuale mancanza di strumenti adeguati. Riguardo ai possibili dazi americani, la presidente ha riconosciuto che “per noi sarebbero un problema”, pur ricordando che non si tratta di una novità nelle amministrazioni USA. “Credo che delle soluzioni alla fine si possano trovare parlando con i nostri partner europei e americani”, ha aggiunto.
La riforma della cittadinanza
Sulla legge di cittadinanza, Meloni ha escluso modifiche sostanziali: “Ius scholae o culturae non sono in programma del governo, non metterei altra carne al fuoco”. La premier ha difeso l’attuale normativa: “Sono convinta che quella italiana sia un’ottima legge sulla cittadinanza”, ricordando che l’Italia è tra i paesi europei che concede più cittadinanze, specialmente ai minori. Ha però identificato una criticità nei tempi di attesa: “Un tema che invece va affrontato è quanto tempo ci si mette per acquisire la cittadinanza una volta che si ha diritto di averla”, evidenziando come in alcuni casi giovani e adulti debbano attendere troppo dopo aver maturato i requisiti.
Il ruolo delle piattaforme social
Sul tema delle ingerenze sull’informazione delle piattaforme digitali, la premier ha ricordato di aver sollevato la questione già da diversi anni: “Anni fa già parlavo di società che governano pezzi fondamentali della comunicazione e che hanno fatturati che superano il PIL di intere nazioni”. Meloni ha però posto l’accento sulla libertà di espressione come fondamento della democrazia, citando il caso di Elon Musk: “È stato molto criticato perché consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma”. “Io stessa ero stata bannata svariate volte“, ha aggiunto riferendosi all’era pre-Musk. Meloni ha però criticato l’approccio selettivo al problema: “La questione non può emergere solo se uno dei padroni di queste piattaforme non è più d’accordo con quello che dico”, sottolineando come il tema sia sul tavolo da anni ma sia stato ignorato quando “le persone che ne erano protagoniste erano ben viste dal mainstream”.
Le sfide del lavoro giovanile
Sul mercato del lavoro, la presidente del Consiglio ha citato i dati dell’occupazione: “La disoccupazione è ai minimi storici”, con 883mila nuove assunzioni negli ultimi due anni. Parlando delle politiche per i giovani, ha indicato la riforma degli istituti tecnici portata avanti dal governo come punto di partenza. Sulla questione dei neet, giovani che non studiano e non lavorano, Meloni ha collegato il fenomeno alle trasformazioni digitali e ai loro effetti sociali. “Io faccio parte della prima generazione di genitori che cresce figli interamente digitali: noi non siamo attrezzati, rischiamo di non capire cosa sta accadendo”. La premier ha annunciato la volontà di creare un gruppo di lavoro specifico, sottolineando come l’impatto dei social media, di internet e della pandemia vadano considerati nell’analisi del fenomeno.
Il piano per l’occupazione
La presidente del Consiglio ha confermato che il governo proseguirà con le misure già avviate come il programma “più assumi meno paghi”, le decontribuzioni al Sud e i fondi di coesione. Nella legge di bilancio, ha ricordato Meloni, è previsto un sistema di IRES premiale vincolato a due condizioni: “Il mantenimento dei livelli occupazionali e il non ricorso alla cassa integrazione”. La premier ha ribadito la linea sugli incentivi: “Leghiamo gli incentivi alla questione fondamentale del mantenimento dei livelli occupazionali e difesa dei lavoratori”. Su questo tema, ha citato l’accordo con Stellantis come esempio dell’approccio del governo.
La produzione industriale
Interpellata sul calo costante della produzione industriale degli ultimi due anni, la presidente del Consiglio ha ricordato le azioni già intraprese dal governo. “Per avere industria forte bisogna avere una strategia”, ha affermato Meloni, citando tre direttrici su cui si sta già lavorando: lo sviluppo dell’hub per l’approvvigionamento energetico d’Europa, l’economia blu con il piano del mare e la tutela del made in Italy. Sul fronte delle risorse, ha citato la recente revisione del Pnrr: “Abbiamo liberato 12 miliardi per concentrarci sulle aziende e sul costo dell’energia”. La premier ha ricordato il posizionamento dell’Italia come “quarto paese esportatore al mondo”, indicando però due ostacoli ancora da superare: la burocrazia e la giustizia.
Le politiche fiscali
Sul capitolo tasse e pensioni, temi centrali della campagna elettorale, la presidente ha elencato gli interventi effettuati dal governo: il taglio del cuneo contributivo e fiscale, l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, la decontribuzione per le lavoratrici madri, le misure sui fringe benefit e la detassazione dei premi di produzione. “Ci siamo concentrati sulla priorità date le poche risorse, sui redditi più bassi”, ha spiegato. Sul tema del ceto medio, ha riconosciuto una lacuna: “Ancora non è stato dato un segnale”, ma ha indicato un orizzonte temporale per il 2025: “risorse permettendo dobbiamo dare attenzione riconoscibile al ceto medio”.
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