“Dalla sanità al lavoro, fino alla produzione industriale, da Meloni troppi silenzi”. Parla la vice presidente del Senato, Castellone (M5S)

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“Certo che per Giorgia Meloni Musk non è un problema, condividono lo stesso obiettivo” Parola della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, del Movimento 5 stelle. A lei abbiamo chiesto un parere sulla conferenza stampa fiume di ieri della Presidente del Consiglio. E una cosa è chiara: Castellone son sa se essere più preoccupata per ciò che Meloni ha detto, o per ciò che non ha detto su sanità, cassa integrazione, produzione industriale…

Senatrice, è soddisfatta dalla qualità delle risposte della presidente del Consiglio?
“Sulle grandi questioni il giudizio è gravemente insufficiente. La premier si è vantata per la disoccupazione ai minimi, ma tutti sanno che quel dato è ‘drogato’ dall’aumento esponenziale degli inattivi, di cui l’Italia detiene il record in UE. Ha taciuto pure sul boom della cassa integrazione e sul calo della produzione industriale ha sviato il discorso. Cosa ancor più grave, in due ore e mezza di conferenza Meloni non ha mai parlato di Sanità. Nel 2023, 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure e per fine mese si profila una mobilitazione unitaria dei medici. Come cittadina sono molto preoccupata da questo silenzio”.

A proposito di libertà di stampa, Meloni ha liquidato le leggi bavaglio come una “sciocchezza”. Concorda?
“La risposta della premier è stata incredibilmente superficiale, a dimostrazione del fatto che la libertà di stampa non le sta a cuore. Impedire la pubblicazione testuale delle ordinanze di custodia cautelare, o di parti di esse, significa fare un danno all’informazione. L’ordinanza è l’atto ufficiale con cui il magistrato dispone la limitazione della libertà di una persona: è doveroso che i cittadini conoscano i fatti gravi che vengono riportati, le accuse mosse all’indagato e anche il perché sia stata assunta tale decisione. Mi sembra invece che il governo sia più impegnato a coprire le malefatte di certi potenti invece di garantire al Paese una giustizia certa, efficiente e veloce”.

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Meloni ha difeso a spada tratta la separazione delle carriere dei magistrati, sostenendo che si tratta di una riforma che mira ad assicurare la terzietà del giudice. Andremo incontro a uno scontro ancora più violento tra Magistratura e governo?
“Mi auguro che governo e maggioranza non vogliano andare avanti nell’irresponsabile attacco verbale nei confronti della Magistratura. Le motivazioni con cui Meloni e Nordio giustificano la necessità di questo provvedimento sono bugie dalle gambe cortissime. I loro argomenti sono confusi e contraddittori: di fronte a un’assoluzione dicono che il pubblico ministero è stato smentito e deve pagare dazio; davanti a una condanna affermano che il giudice è schiacciato sulle posizioni del pm. La realtà dice invece che circa il 50% dei processi si conclude con assoluzioni, quindi non esiste alcuna soggezione dei giudici rispetto alla pubblica accusa. Il vero intento di Meloni&Co. è di indebolire il potere giudiziario e con questo ddl non si affrontano i problemi reali che i cittadini incontrano quando entrano nei tribunali, dalle grandi carenze di personale all’aumento dell’insicurezza e dell’impunità. Con l’ultima Manovra sono arrivati altri tagli al comparto Giustizia e il processo penale telematico è partito con un fallimento annunciato”.

Quale è stata la risposta che l’ha fatta saltare sulla sedia, se c’è stata?
“La risposta di Meloni sulla condizione dei detenuti nelle nostre carceri mi ha lasciata attonita. Il dramma dei suicidi prosegue senza sosta anche nel 2025 ma la premier si è limitata a parlare di aumento della capienza e della possibilità di far uscire i detenuti tossicodipendenti. Non ha prospettato alcun cambio di paradigma per creare un modello carcerario virtuoso che unisca certezza della pena, rieducazione, reinserimento sociale, accompagnamento al lavoro e rispetto della dignità di ogni detenuto e di ogni agente della Polizia penitenziaria. Anche qui, non ci siamo”.

Per Meloni Musk non è un pericolo per le democrazie, in particolare per quelle europee. L’ha convinta?
“È vero il contrario. La premier minimizza parlando di semplici prese di posizione, ma la situazione è ben più grave e preoccupante. L’impegno concreto di Musk a sostegno dell’estrema destra tedesca, con l’ospitata su X della leader di AfD, Alice Weidel, ad esempio, si configura come pubblicità elettorale e quindi come una vera e propria ingerenza in grado di spostare voti. Per non parlare, poi, del condizionamento delle opinioni pubbliche europee che lo stesso Musk può determinare attraverso la sua piattaforma, anche tramite la diffusione di fake news. Il proprietario di Tesla ha un indiscutibile potere e lo usa per rafforzare le estreme destre in tutta Europa. È ovvio che per Meloni non sia un problema: condividono lo stesso obiettivo”.

Concorda con Meloni che o si firma con Starlink o non si avrà un sistema di comunicazione?
“Purtroppo l’Europa con la rete Iris2 è molto indietro, e non è detto che in futuro riesca a offrire una tecnologia all’altezza delle esigenze. Del resto, ci sono altri settori strategici, dai big data alle transazioni bancarie, che sono in mano a realtà private straniere. Il vero problema è il controllo dei dati sensibili e dell’operatività della tecnologia, che devono rimanere esclusivamente in mano italiana per ovvi motivi di sicurezza e, altresì, per evitare che Musk un giorno si alzi e decida di staccarci dalla rete come ha fatto con l’Ucraina. Su questo il Governo di Giorgia Meloni deve avere, e dare al Paese, garanzie granitiche”.

Il governo mira a fare i referendum costituzionali su premierato e giustizia e quello sull’Autonomia entro la legislatura, crede che sia possibile?
“Il premierato sembra fortunatamente finito nel dimenticatoio. La stessa Meloni non ne parla più come della madre di tutte le riforme: probabilmente ha capito che approvare quel colossale pasticcio costituzionale sarebbe un colpo ferale per la nostra democrazia. Sono certa che, se si terranno i referendum costituzionali su premierato e separazione delle carriere e quello abrogativo sull’Autonomia differenziata, i cittadini sapranno difendere i cardini della nostra democrazia e i principi di equità sociale sanciti nella Costituzione con una straordinaria mobilitazione popolare. Il M5S sarà in prima linea, come già fatto durante la raccolta firme per richiedere il referendum contro lo ‘Spacca Italia’ che ha avuto una straordinaria partecipazione”.



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