A Milano apre il Banco Popolare Pugliese in un’ex tabaccheria

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Banco Popolare Pugliese ha aperto in un angolo favorevolissimo: “c’è un grandissimo dehors naturale davanti, lo trasformeremo in piazza-giardino autorizzazioni comunali permettendo…“. Siamo alla fine del fin troppo vivace quartiere Isola e all’inizio dell’emergentissimo quartiere di Scalo Farini che nei prossimi anni ospiterà un nuovo pezzo di città, nuovi abitanti, nuovi importanti uffici non ultima la sede di UniCredit che in prospettiva abbandonerà Piazza Gae Aulenti per trasferirsi a quanto pare proprio qui. Da una parte grattacieli e mega centri business in vetro e acciaio, dall’altra la quintessenza della vecchia Milano.

Anche per questo abbiamo firmato un contratto di affitto molto molto lungo, per avere una prospettiva di lavoro serena e di visione“. A parlare è Tony Ingrosso che, insieme a sua moglie Francesca Micoccio, è inventore del progetto.

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Entrambi sono naturalmente pugliesi. Francesca ha studiato in Bocconi e alla sua terra ha dedicato anche un programma televisivo su Food Network: “Sapore Salentino“. Tony viene da una dinastia di ristoratori con 50 anni di storia. Nella prima metà degli Anni Dieci, poi, si sono spostati a fare ristorazione a Milano.

I Salentini: tanti ristoranti pugliesi per poi vendere tutto e concentrarsi sul Banco Popolare

Avevamo iniziato a Milano negli anni giusti, attorno al 2013. Abbiamo preso quell’onda bella dell’Expo e le cose andavano molto molto bene. I locali si chiamavano I Salentini, Fornello Contadino, Puglia in Brera, Santu Paulu. Compravo delle materie prime, le trasformavo, le rivendevo nei vari locali a tema pugliese in zona Brera. Insomma facevamo ristorazione in maniera seria e onesta, ma facevamo prettamente business…”, spiega Tony. E poi cosa è successo? Il business è andato male? “No, non è andato male, ma ci siamo orientati noi in un’altra direzione. Siamo andati alla caccia di qualcosa di più magico e che ci mettesse davvero in connessione con la nostra terra di origine”.

Tony Ingrosso e Francesca Micoccio di Banco Popolare Pugliese con i figli

Insomma piuttosto che seguire il solito cliché del ristorante pugliese a Milano tutto orecchiette industriali e pasticciotti decongelati, Francesca e Tony hanno pensato di mettere su un qualcosa di più profondo. “Abbiamo optato per puntare sull’autenticità” spiegano “e su una selezione di piatti della cucina di casa salentina. Anche a partire dalle verdure selvatiche con le paparine e le foje mbische e poi panzerotti fritti di patate con menta e pecorino sardo, le polpette di cavallo, le orecchiette fatte da una signora di Tuglie, il puledro al fuoco e le bombette“. Tutto avviene dentro ad un vecchio bar-tabacchi che è stato riqualificato, sì, ma è anche stato lasciato un po’ com’era senza stare a creare la trita scenografia stereotipata da trattoria salentina: insomma si bada alla sostanza e nel piatto di sostanza ne arriva per davvero. 

Bombette al Banco Popolare Pugliese

I ristoranti e la gastronomia Tony è Pronto in Puglia

L’autenticità, poi, è garantita dalla filiera di approvvigionamenti. “Abbiamo ristoranti anche in Puglia” spiega Ingrosso “e oltre a gestire ancora la storica Pizzeria Ragno a Sannicola, che è la prima pizzeria aperta nel Salento, abbiamo una vera gastronomia che si chiama Tony è Pronto e da lì arrivano alcune preparazioni e i fornitori sono gli stessi che si tratti di salumi o di verdure passando dall’olio e dal vino“.

Banco Popolare Pugliese

Conto e carta

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Banco Popolare Pugliese a Milano. I prezzi

I prezzi? Il Banco Popolare Pugliese ha dei prezzi più che accettabili per gli standard milanesi: antipasti tra i 12 e i 18 euro; 16 euro per una parmigiana alla poverella così come per tria e rape infuocate, con delle cime di rapa impeccabili. 12€ per fave e cicoria e 13 per la scodella di orecchiette. Le “bomboniere”, ovvero le bombette ripiene di caciocavallo, costano 18 ma anche se venissero il doppio sarebbero imperdibili onestamente. Le verdure costano invece tanto perché sono quasi sempre specialità assolute, selvatiche e raccolte a mano: 15 euro per un piatto di paparine, ovvero foglie di papavero selvatico. E il vino? Oltre alla scelta alla carta siamo in un banco popolare, dunque c’è il vino della casa: 8€ per mezzo litro. Vista poi la grande quantità di impiegati che bazzicano la zona in pausa pranzo, il Banco ha un menu popolare per loro chiamato “Pausa lavoro”: 15€ per un piatto a scelta nel menu, l’acqua e il caffè. Se poi si vuole tornare in ufficio addentando un pasticciotto occorre aggiungerne altri 3,5.

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