Il 9 gennaio del 1900 nasceva la S.S.Lazio, la Società di Lotito celebra il suo compleanno con un video in cui raccoglie i momenti più emozionanti che contraddistinguono la lunga storia d’amore che unisce tifosi e squadra. La più antica polisportiva di Europa, una società di calcio che vanta le sue radici e la sua nascita in Piazza della Libertà.
I tifosi biancocelesti si sono riuniti per festeggiare il 125simo compleanno della squadra. Il luogo del raduno naturalmente, Piazza della Libertà, il posto che ha visto nascere la società biancoceleste, appunto, nel 1900.
Le iniziative che arriveranno per l’anniversario della prima squadra della capitale sono tante. La più importante riguarderà sicuramente la partita che ci sarà domani sera alle ore 20.45 tra Lazio e Como. La società capitolina presenterà una nuova maglia dallo stile retro con il solito affascinante richiamo alla storia. Ci si aspetta una sorpresa all’interno dello Stadio Olimpico, ci sarà qualcosa che mai si è visto prima. Pochi i dettagli dal direttore del marketing della Società che però ha parlato di uno show di luci che creerà un’atmosfera unica e indimenticabile.
AS Roma v SS Lazio 5/01/25 (LaPresse)
Per celebrare i 125 anni dalla fondazione, Lazio e Mizuno hanno riaperto il libro della storia biancoceleste: e così lo stemma sociale utilizzato alla fine degli anni ‘70 ispira una nuova maglia che proietta la Lazio nel futuro. Il logo Lazio, un aquilotto stilizzato, con due grosse ali, tra le quali spicca la testa del simbolo imperiale, campeggia sulla destra della nuova casacca all’altezza del cuore, a sinistra il logo Mizuno, entrambi di colore blu.
Lo stile retrò della maglia, bianca impreziosita da una grafica geometrica inserita con la tecnica dell’embossatura e con bande laterali all`altezza delle spalle nelle tre tonalità di azzurro, airy blue, royal e navy, è un rimando allo stile delle maglie da gioco tipiche degli anni ‘80. Anni difficili per la Lazio da un punto di vista sportivo e societario, ma che hanno forgiato il tifoso biancoceleste creando un legame indissolubile con questi colori. La maglia come una seconda pelle, l’aquila e la sua fierezza come modo di essere del popolo biancoceleste.
Claudio Lotito (Gettyimages) (Gettyimages)
La festa dopo il derby
Ai taccuini de Il Messaggero, il presidente della Lazio Claudio Lotito si è espresso su diversi temi, primo tra i quali il festeggiamento per i 125 anni, ma il derby della Capitale di domenica terminato con la vittoria della Roma, brucia ancora. “Abbiamo sbagliato i primi 20 minuti e loro hanno fatto due tiri in porta, ma dopo c’è stato un assalto al Fort Apache”, ha spiegato. E poi ha continuato, attaccando anche la formazione giallorossa per i suoi comportamenti scorretti: “Nel secondo tempo non avremmo meritato di perdere. Loro hanno segnato, noi no. E poi ci sono stati atteggiamenti scorretti come i palloni buttati in mezzo al campo e non solo. Hanno vinto una gara, sembrava una festa Scudetto”. Ma come ha dichiarato il tecnico Marco Baroni, la squadra deve ripartire dal secondo tempo, una frazione ben giocata, all’attacco ma purtroppo senza reti
L’ex biancoceleste
SS Lazio v Celtic – Gol di Immobile (Getty)
“La Lazio ti prende, ti avvolge come una mamma con il proprio figlio. 125 anni sono un traguardo storico, importante ed emozionante. La società è ricca di storia con presidenti, allenatori e giocatori e migliaia di tifosi che l’hanno amata e la amano. Far parte di questa storia è motivo di orgoglio. Sono felice di far parte di questa storia, poche società al mondo ne hanno così tanta, i laziali devono esserne orgogliosi”.
Così Ciro Immobile, a Radio Laziale, rende omaggio alla società biancoceleste nell’anniversario dei 125 anni. L’ex capitano, poi, si proietta al futuro ammettendo come “se dovessi scegliere, per un post carriera, è ovvio che la mia priorità è la Lazio. Mi capita di tornare a Roma, ho casa e credo che tornerò lì a vivere alla fine. Vorrei finire il mio percorso qui nel migliore dei modi – prosegue parlando dell’esperienza al Besiktas – e poi vorrei poter salutare la mia gente, è il mio chiodo fisso. Se ci sarà la possibilità di tornare ne sarei felice, chissà cosa mi riserva il futuro”. Infine un pensiero sull’addio: “Non ho mai dato la colpa a nessuno del mio addio. Quando sei stato in un posto tanti anni e ti hanno amato così tanto probabilmente fanno fatica ad accompagnarti alla porta. Si deve avere l’intelligenza, quando ami così tanto una cosa, di capire quando è meglio farsi da parte. Prima che accada qualcosa di brutto che rovini il percorso bisogna dire è stato bello, ci rivediamo più avanti”, conclude
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