si comincia con 16 dissidenti e colpi bassi sul sistema di voto. E siamo solo al’inizio

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Il prossimo congresso regionale del Partito Democratico siciliano ancora deve fissare le nuove regole che porteranno alla elezione del segretario e della segreteria, e già iniziano le solite schermaglie tipiche di un partito che sa sempre al suo interno è stato estremamente litigioso. 16 dirigenti hanno emesso un documento che di fatto è una sfiducia al segretario regionale Antony Barbagallo.

Si tratta di Burtone, Bartolo, Calabrò, Catanzaro, Furlan, Giambona, Guerriero, Leanza, Lupo, Piccione, Rubino, Sciortino, Saverino, Spada, Venezia, Venuti. Sostanzialmente sarebbero 5 i motivi per i quali di annullare l’Assemblea Regionale del PD fissata per giorno 11 gennaio.

Convocazione dell’Assemblea Regionale: Irregolarità e Nullità Procedurali

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Con riferimento alla convocazione dell’Assemblea regionale del Partito Democratico Sicilia, fissata per l’11 gennaio e firmata dal Segretario regionale, riteniamo necessario evidenziare la sua nullità e irregolarità. Tale convocazione viola le norme statutarie del partito, in quanto, ai sensi dello Statuto vigente, l’Assemblea regionale può essere convocata esclusivamente dal Presidente del Partito o, in sua assenza, dalla Commissione per il Congresso.

Omissioni nell’Ordine del Giorno

Inoltre, si contesta che l’ordine del giorno della convocazione non includa l’elezione del Presidente dell’Assemblea, un passaggio statutariamente obbligatorio, soprattutto considerando che questa è la prima convocazione dell’organismo dal congresso regionale del 2020. Tale elezione è un adempimento propedeutico e imprescindibile, che richiede una convocazione in presenza per garantire la segretezza del voto, come richiesto dalla recente delibera della Commissione Nazionale di Garanzia (CNG). La modalità virtuale, invece, è incompatibile con le esigenze di trasparenza e correttezza del processo elettorale.

Inadeguatezze del Regolamento Congressuale

La bozza di regolamento congressuale proposta risulta in netto contrasto sia con lo Statuto del Partito Democratico Siciliano che con il deliberato della CNG del 23 dicembre 2024. Essa non prevede l’elezione del segretario secondo quanto disposto dall’art. 15 dello Statuto, omettendo il percorso delle convenzioni riservate agli iscritti e le primarie aperte agli elettori del Partito Democratico. Tale regolamento, così concepito, mina la partecipazione democratica e viola le regole fondamentali del nostro partito.

Modalità di Comunicazione Non Conformi

La convocazione dell’Assemblea regionale è stata comunicata tramite un post su Facebook, una modalità che non è prevista come valida per la convocazione formale dei componenti, siano essi elettivi o di diritto. Questo approccio, privo di ufficialità, rende la convocazione inefficace, irregolare e irrituale, in ulteriore violazione delle norme statutarie.

Richiesta di Rinvio e Percorso Congressuale Trasparente

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Alla luce di queste gravi irregolarità, i dissidenti chiedono il rinvio della data dell’Assemblea, previsto per l’11 gennaio, al fine di rispettare il termine minimo di 15 giorni stabilito dallo Statuto regionale del PD Sicilia. Questo rinvio è essenziale per garantire un percorso congressuale trasparente, fondato su regole chiare e condivise, come indicato dalla decisione della CNG del 23 dicembre scorso.

Conclusioni e Prospettive

Considerando la reiterata violazione delle norme statutarie, si riservano di presentare ulteriori osservazioni e richieste di intervento alla Commissione Nazionale di Garanzia per assicurare la regolarità dell’iter congressuale e il rispetto delle norme interne del partito. Invitano tutti i membri del Partito Democratico Siciliano a unirsi in questo appello per un percorso che sia realmente democratico e rispettoso delle regole. Per un PD Sicilia Forte, Coeso e Democratico!

Ma cosa c’è dietro a questa protesta così clamorosa? I 16 puntano sulle primarie aperte a tutti, con i gazebo così come prevede lo statuto e così come si è sempre fatto. L’attuale segretario regionale Barbagallo, legato alla corrente Schlein, vuole invece che il voto spetti solo ai tesserati del partito fino al 31 dicembre 2024.

Si fa sempre più insistente da più parti la ipotesi di far votare solo gli iscritti del partito; molti non hanno dimenticato che grazie alle primarie aperte Stefano Bonaccini, il più votato in assoluto all’interno del partito, perse la poltrona di segretario nazionale, a favore di Elly Schlein, grazie ad una serie di veti incrociati e di una sorta di vendetta del M5S che votò in massa per l’attuale segretaria.

Di certo non è finita qui.

Massimo Castagna

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