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Negli ultimi anni, la natura ha fatto sentire la sua voce, ha letteralmente “tuonato”: così quelle che in passato erano buone pratiche aziendali, oggi sono diventate un imperativo categorico e alla “buona volontà” si è sostituito un approccio pragmatico da parte delle imprese, che in sostanza ha visto spacchettare le azioni messe in campo e dare loro una voce precisa e un’altrettanta precisa rendicontazione. Non è ancora così per tutte e dappertutto ma lo sforzo, spinto anche da una legislazione che si fa più stringente e da cittadini (che sono anche clienti e consumatori) sempre più preoccupati, ha portato a una trasformazione radicale del rapporto tra le grandi aziende e la natura.
Non si parla più solo di ridurre le emissioni di carbonio: la tutela della biodiversità, la gestione delle risorse idriche, il controllo dei rifiuti plastici e la protezione delle foreste sono entrati stabilmente nelle strategie aziendali. È quanto emerge dal rapporto McKinsey “Corporate commitments to nature have evolved since 2022“, che evidenzia come sempre più imprese stiano adottando obiettivi ambiziosi per rispondere alle crescenti pressioni sociali, legislative e ambientali.
La natura come nuovo paradigma di business
Secondo il rapporto, il 94% delle aziende Fortune Global 500 ha obiettivi legati al carbonio, ma è la crescita degli impegni verso altre dimensioni della natura a fare notizia. Dal 2022 al 2024, le aziende che si sono impegnate nella tutela della biodiversità sono passate dal 6% al 12%, mentre quelle con obiettivi per ridurre i rifiuti chimici e plastici sono salite dal 22% al 28%. Questo cambiamento riflette l’importanza di iniziative come il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, approvato nel 2022, che mira a proteggere il 30% delle terre e degli oceani mondiali entro il 2030.
Le aziende stanno ampliando il loro approccio: non basta più un unico target, come la neutralità carbonica. Il 26% delle imprese analizzate nel 2024 ha adottato almeno tre obiettivi legati alla natura, un dato in crescita rispetto al 16% del 2022.
Biodiversità, acqua e plastica: gli obiettivi concreti
Tra le aziende più attive in questo campo troviamo colossi come Starbucks e Mitsubishi, che hanno integrato nei loro piani aziendali obiettivi di tutela della biodiversità in linea con le direttive globali. Allo stesso tempo, in risposta alle normative come l’Extended Producer Responsibility (Epr) negli Stati Uniti, alcune imprese hanno intensificato i loro sforzi per ridurre l’impatto dei rifiuti plastici, aumentando il riciclo e sviluppando packaging più sostenibili.
Anche l’acqua si conferma una risorsa strategica. Molte aziende stanno lavorando per ridurre l’uso di acqua dolce nelle loro operazioni, riconoscendo il rischio crescente legato alla scarsità idrica globale.
Settori e regioni: chi guida il cambiamento?
Non tutti i settori e le regioni sono ugualmente coinvolti. L’industria manifatturiera è leader nell’adozione di obiettivi legati alla natura, seguita dai settori dell’edilizia e del commercio al dettaglio. A livello geografico, l’Europa si distingue per il numero di aziende con almeno un obiettivo legato alla natura, grazie a normative come l’EU Regulation on Deforestation-free Products e il Carbon Border Adjustment Mechanism. Tuttavia, l’America Latina ha registrato la crescita più rapida, trainata dall’impegno di paesi come Brasile e Messico nella tutela delle risorse naturali
Perché questo impegno conta
La crescente attenzione delle aziende alla natura non è solo una risposta ai rischi ambientali, è anche una scelta strategica: McKinsey stima che il recupero del capitale naturale potrebbe generare opportunità economiche per 700 miliardi di dollari all’anno. Ma c’è ancora molta strada da fare. Molti impegni rimangono vaghi e non misurabili, e serve maggiore collaborazione tra imprese, governi e società civile per raggiungere risultati concreti.
In sintesi, l’era in cui la sostenibilità aziendale si limitava alla riduzione delle emissioni di carbonio è ormai superata. Le imprese stanno abbracciando una visione più ampia, che include la protezione delle risorse naturali e il ripristino degli ecosistemi. Non è solo una questione di responsabilità: è il nuovo paradigma per costruire un futuro sostenibile e competitivo. Il rapporto McKinsey offre un messaggio chiaro: le aziende possono, e devono, giocare un ruolo centrale nel riportare l’economia globale entro i limiti del pianeta.
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