In Sardegna in arrivo la mossa della Procura come atto dovuto. I tempi lunghi per ricorsi e Consiglio regionale
CAGLIARI – Ancora fuochi d’artificio sul caso Todde. Prima che cominci l’iter politico istituzionale sull’ordinanza/ingiunzione del consiglio di garanzia della Corte d’Appello, che può aprire la strada alla decadenza della presidente della Sardegna, la Lega spara a zero: Claudio Borghi «scava» nel curriculum della governatrice: bastava controllare e — accusa — si sarebbe visto che era incompetente e inadeguata. Ed è in arrivo la «tegola» dell’iscrizione nel registro degli indagati, dato per certo («Atto dovuto, inevitabile», trapela a Palazzo di Giustizia) e imminente: la Procura ha da venerdì scorso l’ordinanza con il passaggio, evidenziato in nero, in cui viene segnalato il falso. C’è ben poco da approfondire — si sottolinea — è una risultanza documentale.
Ma sia i tempi dell’iter politico istituzionale in Consiglio regionale sia il percorso della giustizia — penale, civile e amministrativa, con un sempre più probabile ricorso al Tar — non si annunciano brevi. Le ultime stilettate dal responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli e da Ettore Rosato di Azione: «Il moralismo 5 Stelle è affondato sulle coste sarde». Ma è Claudio Borghi, senatore leghista, a sferrare un attacco frontale: «Todde é stata amministratore delegato di Olidata per soli 8 mesi, quando la società era in liquidazione e il semestre 2019, quello frutto della sua gestione si è chiuso con fatturato di 1,7 milioni e una perdita di 1 milione». E rincara: «Peccato che la società di revisione non abbia validato il bilancio per grossolane mancanze di informazioni».
Fra le repliche dal M5S, quella dell’assessora regionale al lavoro Desirè Manca (la più votata alle Regionali): «Salvini e la Lega pensino al loro primato, quei 49 milioni… Alessandra andrà via a lavoro concluso». Concetto ribadito dalla stessa Todde, che ha colto l’occasione di una sentenza della Cassazione favorevole alla Regione Sardegna, per una risentita puntualizzazione: «Nonostante qualcuno continui a ripetere, o a sperare, che io non sia più la presidente, il nostro lavoro continua…».
E i malumori, sottotraccia, degli alleati? «Non è nostro stile criticare nell’ombra — smentisce Roberto Deriu, capogruppo Pd in Consiglio regionale — l’ordinanza crea un problema, ma lo si sta affrontando». Assai più prudente Stefano Bonaccini: «Evitiamo vittimismi, fiduciosi che le questioni in ballo possano essere chiarite».
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Sul versante giudiziario, civile e amministrativo, si va verso un pool di difensori fra i quali lo storico avvocato di Todde, Benedetto Ballero, e uno studio di Roma. Qualcosa sulle strategie si intuisce da un parere legale, a firma dell’avvocato Vincenzo Iacovino, che riporta una sentenza della Cassazione del 2021 e afferma che «sanzioni e decadenza vanno annullate». E mentre il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini incontra martedì la giunta delle elezioni per fissare tempi e modalità di esame dell’ordinanza, dal centrodestra arrivano segnali contrastanti. Le elezioni subito non sono gradite a molti e Giuseppe Talanas (FI) interpreta le inquietudini sulla fine della legislatura dopo neanche un anno: «Non voglio fare commenti né giudizi sommari, la magistratura si esprimerà in maniera definitiva». Dunque: meglio attendere e cercare di logorare lentamente una governatrice già azzoppata.
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