Boom auto elettriche in Norvegia. Analizziamo i motivi di questo successo

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La diffusione dei veicoli elettrici in Europa varia da Paese a Paese: tra tutti, la Norvegia ha registrato una crescita senza precedenti nelle immatricolazioni di questo tipo di auto. Nove veicoli su 10 venduti nel Paese sono infatti elettrici, un dato che rappresenta un unicum a livello mondiale, che è reso possibile anche da ingenti interventi statali, proprio come avviene anche in Cina, altro paese dove è grande la diffusione di questo tipo di veicoli

carVertical, società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, ha analizzato le motivazioni di questa crescita in Norvegia indagando se per gli altri Paesi europei, Italia compresa, sia possibile raggiungere questa tendenza.

Per i residenti nella nostra Penisola sono previsti alcuni vantaggi per le auto elettriche: ad esempio, i proprietari di questi veicoli sono esenti dal pagamento del bollo per primi cinque anni. In molte città italiane le auto elettriche possono anche circolare nelle zone a traffico limitato e sostare gratuitamente nei parcheggi a pagamento. Inoltre, per promuovere l’acquisto di auto elettriche, il governo ha approvato per il 2024 un Ecobonus che permetteva di ricevere incentivi economici fino a 13.750 € (in base al reddito del nucleo familiare) a chi avesse acquistato un veicolo elettrico rottamando un’auto da Euro 0 a Euro 2. Sono stati anche approvati dei sussidi per l’acquisto e l’installazione di stazioni di ricarica elettriche.

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Sembra che l’Ecobonus non verrà prorogato per il 2025, ma non è questa l’unica variabile che consentirebbe all’Italia di raggiungere i dati della Norvegia rispetto all’adozione dei veicoli elettrici: in generale, il Paese scandinavo gode infatti di particolari caratteristiche che hanno favorito questo successo e che sembrano difficilmente replicabili in contesti differenti come il nostro.

Un sistema di incentivi finanziato dalla vendita dei combustibili fossili

È vero che la Norvegia è al primo posto al mondo per l’adozione dei veicoli elettrici, ma “ironia” vuole che questo traguardo sia finanziato dai proventi dell’industria dei combustibili fossili. Le vaste riserve di petrolio e gas del Paese hanno infatti creato un fondo sovrano del valore di oltre 1.700 miliardi di dollari, consentendo al governo di offrire incentivi finanziari senza precedenti per i veicoli elettrici. La rete energetica del Paese è inoltre alimentata in gran parte da energia idroelettrica, il che rende il funzionamento dei veicoli più sostenibile e conveniente rispetto a Paesi (come l’Italia) dove ancora l’energia elettrica si produce spesso in centrali alimentate da fonti fossili (magari acquistate dai norvegesi): gli automobilisti di Oslo e dintorni devono infatti sostenere costi dell’elettricità più bassi rispetto ad altri Paesi, assicurando così che la gestione di un’auto elettrica sia più accessibile.

Inoltre, secondo varie fonti e dati alla mano, pare che il consumo di combustibili fossili nel paese scandinavo non sia diminuito particolarmente nonostante il passaggio alla mobilità elettrica. Infatti, come è possibile leggere anche in questo articolo sul sito scenarieconomici.it :”Il gasolio diesel viene utilizzato ancora per il 43% della distanza percorsa nel Paese e che i camion più pesanti sono ancora prevalentemente alimentati a diesel”. Il direttore della Federazione stradale norvegese, Oyvind Solberg Thorsen, ha spiegato nel dettaglio a Bloomberg che il consumo di gasolio diesel è appena del 10% inferiore al picco del 2015, nonostante i passi avanti compiuti dai veicoli a batteria. Mentre Bjarne Schieldrop, analista capo delle materie prime presso SEB AB, ha aggiunto: “Se si vuole guidare un camion, se si vuole far funzionare una macchina mineraria, se si vogliono fare le cose nell’economia mondiale, allora si ha bisogno del diesel”.

Bloomberg osserva inoltre che i Paesi limitrofi hanno visto il loro consumo di petrolio pro capite diminuire più rapidamente della Norvegia, nonostante l’adozione di veicoli elettrici da parte del Paese. Uno scenario che fa sembrare la Norvegia, più che altro un paese che tende a nascondere la polvere sotto il tappeto, oppure a perseguire obbiettivi più che altro politici, o puramente ideologici, piuttosto che interessarsi davvero del benessere globale e dell’inquinamento.

In Norvegia acquistare un’auto elettrica significa avere un vantaggio fiscale

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Nel corso degli anni, il governo norvegese ha adottato diverse politiche per incoraggiare gli automobilisti a passare ai veicoli elettrici. Ad esempio, il Paese impone notevoli dazi all’importazione e tasse di immatricolazione sui veicoli convenzionali. Rinunciando però a questi dazi per i veicoli elettrici, la Norvegia fornisce degli incentivi che altri Paesi non possono permettersi. I dazi elevati contribuiscono infatti alla diminuzione delle vendite di veicoli a combustione interna in Norvegia, aumentando la popolarità dei veicoli elettrici. Inoltre, gli acquirenti norvegesi di auto elettriche sono esenti dall’IVA del 25% e non devono pagare le tasse di immatricolazione. Basta pensare che solo nel 2021, il vantaggio fiscale combinato per i veicoli elettrici è stato stimato in 30 miliardi di corone norvegesi (circa 3 miliardi di euro).

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Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical, ricorda ulteriori vantaggi economici portati avanti dal governo norvegese: “I proprietari di veicoli elettrici in Norvegia possono beneficiare di parcheggi gratuiti in molte aree, hanno accesso alle corsie riservate agli autobus e possono persino godere di una riduzione del 50% sulle tasse stradali e sui traghetti. Il governo norvegese si impegna per garantire che non ci siano argomenti validi per scegliere un’auto diesel o a benzina rispetto a un veicolo elettrico”.

I sussidi governativi e le esenzioni fiscali non avrebbero molto significato se il Paese non fosse in grado di fornire un’infrastruttura di ricarica sufficiente per gli automobilisti, un argomento dibattuto in Italia e in molti altri Paesi europei. Con soli 5,5 milioni di abitanti distribuiti in maniera poco diffusa lungo il territorio nazionale, la Norvegia dispone di circa 13.000 punti di ricarica, tra cui 1.600 stazioni di ricarica ad alta velocità. Solo a Oslo, i proprietari di veicoli elettrici possono scegliere tra 2.000 stazioni di ricarica.

Il Paese ha anche un elevato numero di case e villette singole. La bassa densità di popolazione consente un maggior accesso alla ricarica domestica, consentendo ai proprietari di veicoli elettrici di fare meno affidamento alle stazioni di ricarica pubbliche rispetto ad altri Paesi.

La Norvegia è un caso particolare?

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Anche se prima o poi i veicoli a combustione interna potrebbero diventare un ricordo del passato, ci vorrà molto tempo per un’adozione delle auto elettriche a livello mondiale. La maggior parte dei Paesi non dispone della ricchezza della Norvegia per incentivare l’acquisto di questo tipo di veicoli e gli automobilisti sembrano non apprezzare ancora del tutto le difficoltà e i cambi di abitudini imposti dalle auto elettriche, che vengono considerate ancora poco pratiche e di cui fa molta paura la scarsa autonomia, la difficoltà di manutenzione e i tempi di ricarica e spesso gli incentivi, (pagati da tutta la popolazione a scapito di investimenti in altri settori) non aiutano a far cambiare idea agli irriducibili “petrol head”.

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Molti Paesi europei hanno anche un’alta densità di popolazione, con molti abitanti che vivono in appartamenti e che quindi avrebbero più difficoltà ad avere una stazione di ricarica privata per il proprio mezzo. Molte aree residenziali sono inoltre prive di parcheggi (vedi il caso di città italiane come Milano, Genova o Roma, il che rende più complicata l’installazione di colonnine di ricarica a uso pubblico. La costruzione di un’infrastruttura completa richiede investimenti massicci, auspicabilmente anche in parcheggi di interscambio e trasporto pubblico, che molti Paesi non possono permettersi. Le limitate fonti di energia rinnovabile rendono inoltre l’elettricità più costosa rispetto alla Norvegia.



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