A Milano aumentano i turisti stranieri e gli affitti brevi, la radiografia dell’ospitalità milanese: arrivi raddoppiati in 20 anni

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di
Gianni Santucci

I turisti sono passati da 3,3 a 6,2 milioni per 14 milioni di pernottamenti, il 70% sono forestieri. E dal 2003 i b&b sono decuplicati, mentre, i clienti degli alberghi sono calati del 10 per cento nel quadriennio

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Prendiamo Milano e il suo milione e 360 mila abitanti, l’hospitality cittadina la si può pensare anche così: ogni anno, a Milano, arriva una massa di turisti e viaggiatori in trasferta d’affari che è quasi cinque volte più grande della città. In tutto, poco più di 6 milioni e 270 mila persone. Trasferte per lo più rapide. In media, restano in città per 2 o 3 giorni. Tradotto: in un anno, l’intera massa dei forestieri passa in città 14 milioni di notti. E se già questi dati raccontano come si stia evolvendo la metropoli (nel 2008 gli arrivi erano 3,3 milioni, praticamente la metà rispetto a oggi), più interessante è verificare quali siano le dinamiche interne a questo mastodontico flusso di spostamenti.
Se da vent’anni gli stranieri sono più degli italiani, questa proporzione è esplosa nel 2023 (ultimi dati disponibili): turisti e lavoratori che arrivano dall’estero sono oltre 7 su 10; solo 3 su 10 (poco meno di 2 milioni) sono ormai italiani. Il dato forse più sensibile, anche perché al centro delle polemiche internazionali sul governo delle città contemporanee, è però quello della distribuzione tra classici alberghi e case-vacanza: si tratta di un business che in 10 anni s’è gonfiato di quasi dieci volte. I clienti delle case B&b erano meno di 190 mila nel 2013 e sono diventati quasi 1,8 milioni nel 2023. Per chi arriva a Milano, la scelta di una casa vacanza rispetto all’albergo è passata nello stesso periodo dal 4, al 28 per cento.

Il business online

Verificare come sia cresciuta l’ospitalità in case-vacanza a Milano vuol dire verificare come sia nato e si stia sviluppando un business. Nel 2015, anno dell’Expo, quando la riconversione da affitti classici ad affitti brevi/turistici era ancora in fase iniziale, quell’opzione venne scelta da circa 200 mila stranieri e da 120 mila italiani. La massa è cresciuta anno dopo anno, fino ai 930 mila arrivi del 2019 (16 per cento del totale delle persone venute in città).
È rispetto all’ultimo anno pre-Covid che spicca però il potente aumento del 2023: 1 milione e 790 mila persone approdate nelle case per affitti brevi (il 28 per cento del totale degli arrivi). In molte città europee si alzano periodicamente polemiche sugli affitti brevi per la «perdita di identità» dei centri storici, per l’invasione nelle strade delle scatolette con lucchetto che contengono le chiavi per i check-in, perché quella modalità di locazione toglierebbe alloggi per la classe media residente in città.
Ma c’era anche un’altra paura, dibattuta soprattutto all’inizio del nuovo business: che le case B&b prosciugassero i clienti degli hotel. Come sta andando?




















































Il «travaso» dei numeri

Primo dato. La capacità d’attrazione della città continua ad aumentare. Nel 2023 gli arrivi sono stati il 4 per cento in più rispetto al 2019, quando ci fu il picco dell’epoca pre pandemia. Rispetto a quell’anno però gli alberghi hanno perso oltre mezzo milione di clienti: dagli oltre 5 milioni del 2019, ai 4 milioni e 485 mila del 2023. Questa è senza dubbio la trasformazione più evidente. Ma chi sono i clienti persi dagli hotel milanesi? E soprattutto, sono passati tutti all’opzione affitti brevi?
Per rispondere bisogna tornare alla distinzione tra italiani e stranieri.
I clienti degli hotel che arrivano dall’estero sono rimasti quasi gli stessi: erano poco più di 3 milioni nel 2019, sono stati comunque sopra i 3 milioni nel 2023. Il «crollo» è avvenuto tutto sul versante italiani: da quasi 2 milioni, a sotto il milione e mezzo (meno 32 per cento in meno). Dove sono finiti questi turisti e lavoratori italiani? Si può ipotizzare che una piccola quota abbia scelto l’affitto breve: sono 130 mila in più rispetto alla quota del 2019. Gli altri, invece, a Milano non ci sono proprio venuti. E infatti la quota degli arrivi in città dal resto d’Italia s’è ridotta da 2,25 milioni del 2019, a 1,9 milioni del 2023.

Milano globale

E così il quadro si fa più chiaro: Milano è una città che moltiplica la sua forza attrattiva soprattutto per gli stranieri. E tanto è potente l’aumento degli arrivi dall’estero da compensare anche la quota di italiani che si è perduta.
Se tra 2019 e 2023 il numero dei clienti degli alberghi è diminuita del 12 per cento, quella delle case vacanze è quasi raddoppiata (più 90 per cento): da 930 mila persone nel 2019, a quasi 1,8 milioni del 2023. E tra questi, la stragrande maggioranza arriva da fuori dall’Italia: oltre 1,3 milioni. È l’immagine della Milano sempre più globale: per i turisti e per gli spostamenti business.

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