In questi giorni di inizio anno le squadre hanno presentato i loro organici per il 2025 e nella Lidl Trek abbiamo notato la presenza nello staff di un nuovo innesto dal cognome che ci riporta al mitico Team Mapei. Una new entry preziosa nel gruppo performance è rappresentata da Marco Sassi, nutrizionista sportivo, figlio di Aldo, fondatore e primo direttore del Centro Ricerche Mapei Sport.
Il 28enne comasco, laureato in Alimentazione e nutrizione umana all’Università degli Studi di Milano, dopo tre anni nel calcio con la “maglia” dell’UC Sampdoria, dallo scorso novembre ha iniziato una nuova avventura nel mondo delle due ruote, che tante soddisfazioni hanno regalato al suo papà, prematuramente scomparso nel dicembre 2010.
«Durante gli studi ho svolto esperienze in Spagna e Finlandia, dopo la laurea magistrale a inizio 2023 ho conseguito il diploma di nutrizione sportiva del Comitato Olimpico Internazionale. Fin da bambino sognavo di lavorare nel mondo dello sport, crescendo mi sono appassionato molto alla nutrizione e sono riuscito a fondere le mie due passioni. Devo dire grazie al dottor Luca Mondazzi, specialista in dietologia e nutrizione nello sport, che mi ha permesso di imparare molto durante un periodo di affiancamento svolto presso il centro Mapei Sport e che mi ha introdotto nello sport professionistico, nello specifico nel mondo del calcio».
«Molto. Nel calcio si avverte molta più pressione esterna, nel ciclismo il clima è più amichevole e familiare. Anche il lavoro in sé è differente, da un certo punto di vista è più complicato, ma a livello di soddisfazione personale per me è più stimolante. Il ciclismo è uno sport che ha richieste più impegnative, intense, precise. Bisogna adattare il piano alimentare in funzione dei diversi allenamenti, che vanno dalla classica coffee ride per muovere le gambe alle uscite di 6 ore e oltre, il dispendio energetico cambia notevolmente di giorno in giorno, perciò è importante stimarlo correttamente e, se necessario, riadattarlo in base a quanto misurato dal power meter sui pedali di ciascun corridore. I consumi calorici nel calcio sono più schematici perché le settimane si ripetono più simili, senza grandi variazioni».
«Per me è una grande emozione e responsabilità, sento sia l’onore che l’onere di tenere alto il nome di uno dei preparatori più apprezzati dello sport italiano, ma per fortuna non ricopro il suo stesso ruolo. Cerco di fare bene il mio e dare il massimo. Essere il “figlio di…” è una componente con la quale devo convivere, mentre costruisco la mia identità. All’inizio non pensavo di sentirmela di entrare nel ciclismo perché certi ricordi toccano corde delicate, invece…».
«É mancato a 51 anni, quando io ne avevo solo 14 ma nel tempo che abbiamo potuto trascorrere insieme mi ha trasmesso una grande passione per il metodo scientifico che porto tutt’oggi con me nella mia attività quotidiana. Come faceva lui continuo a studiare, cerco di tenermi aggiornato e informato, di scovare ogni novità, ragionando sempre sull’evidenza scientifica. Lui è stato al fianco di Francesco Moser quando ha registrato il record dell’ora a Città del Messico nel 1984, ha contribuito ai trionfi di Ivan Basso, Cadel Evans e tanti altri campioni (dal 1996 al 2002 è stato responsabile dell’allenamento del professional cycling team Mapei, ndr). Io seguendo il suo esempio per ora penso solo a crescere passo dopo passo e a lasciare qualcosa sia in termini professionali che umani agli atleti e colleghi che incontrerò lungo la mia strada. Per il futuro non ho sogni particolari anche perché con il tempo tendono a cambiare. In base a chi sei e alle esperienze che fai gli obiettivi evolvono, quest’anno sono in una squadra molto importante e sono contento così».
Dopo le feste la bilancia reclama la dieta. Concludiamo con qualche dritta per rimetterci in riga e tornare in forma.
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