La petizione per limitare gli affitti brevi arriva in consiglio, ma la giunta non c’è

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Si è tenuta oggi pomeriggio a Ca’ Loredan la seduta delle commissioni consiliari volta a presentare e discutere la petizione che chiede di introdurre un limite agli affitti brevi in città, presentata alla fine del maggio scorso dopo aver raccolto 650 firme. «Al fine di preservare un nucleo stabile di residenzialità, in assenza del quale Venezia non sarebbe più una città, chiediamo al Consiglio comunale di intervenire con urgenza fissando in via regolamentare un tetto (o soglia massima) al numero complessivo di locazioni turistiche, facendo salve le aspettative legittime di chi già esercita tale attività e riservandola – per le nuove aperture – a chi è già residente a Venezia» recita il testo della brevissima petizione.

La discussione però è potuta essere solo parziale e limitata agli aspetti tecnici perché, con il disappunto delle opposizioni, l’assessore Simone Venturini non ha potuto essere presente. «Le questioni tecniche le conosciamo già. Il tema è tutto politico – ha notato Giuseppe Saccà, capogruppo del Partito Democratico – Se i cittadini non possono interloquire con la giunta, queste commissioni servono a poco. Mi trovo in profondo imbarazzo» ha detto nel suo intervento. La commissione sarà comunque riaggiornata a breve.

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La richiesta della petizione e i nodi tecnici

Ad aprire i lavori è stato Piergiorgio Freddi, attivista e primo firmatario della petizione promossa dal gruppo 25 aprile. «Chiediamo di introdurre un tetto, un limite» al numero di locazioni brevi, ha detto Freddi, che ha ricordato al consiglio come limitazioni simili a quelle richieste nella petizione sono già state introdotte, in questa consiliatura, per alberghi o ristorazione. «Sarebbe un bel segnale per il consiglio comunale normare tutti questi settori. La situazione di disagio in città è forte, una moratoria immediata» cioè un blocco di nuove aperture «potrebbe aiutare almeno a fermare l’emorragia».

In assenza della giunta, è intervenuta la dirigente del comune Stefania Battaggia, che ha ricordato in che ambito si muovano le scelte della giunta. Che, con la sua proposta di regolamento, ha scelto di non imporre soglie o tetti. Battaggia ha ricordato come Venezia sia l’unica città ad essere dotata, in base al cosiddetto emendamento Pellicani del 2022, del potere di limitare gli affitti brevi oltre i 120 giorni l’anno, e che per questo si muove da sola in questo terreno. La dirigente ha spiegato come il regolamento proposto dalla giunta punti a contemperare interessi diversi, quelli di proprietà e quelli del diritto alla residenzialità. 

Il dibattito politico

Ma all’intervento della dirigente ha replicato con tono piuttosto duro il consigliere comunale d’opposizione Marco Gasparinetti (Terra&Acqua), ribadendo: «Non siamo qui per discutere del regolamento della giunta, ma della petizione. Il regolamento di giunta non è l’unica possibile risposta alla petizione», ricordando le due proposte di regolamento presentate dalle opposizioni. Nei vari interventi i consiglieri di minoranza hanno ricordato come in realtà, anche in assenza dell’emendamento Pellicani e dei poteri conseguenti, anche altre città (Firenze, Bologna, per ultima Roma) stiano provando a imporre dei limiti alle affittanze brevi, che rispettino i criteri di legge. E poi un’ultima stoccata: «L’interpretazione che la giunta fa del “Pellicani” è limitante e sbagliata, non è vero che si può applicare solo a Venezia centro, noi chiediamo di apprlicarlo su tutto il territorio comunale, invitiamo i tecnici a valutarlo». 

Di fatto, il dibattito, in assenza di un’interlocuzione politica presente, è destinato a protrarsi al prossimo appuntamento. Il consigliere Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme) ha ribadito le distanze dal resto dell’opposizione spieganco come la petizione proposta sia troppo debole: «Non pone un freno, tutela i locatari, e permette di aprire altre locazioni a chi risiede a Venezia. Non basta, dobbiamo ricostruire, ricreare, non semplicemente tutelare l’esistente». Cecilia Tonon (Venezia è tua) e Gianfranco Bettin (Venezia Verde e progressista) hanno in modo diverso difeso la necessità di un intervento a limitare gli affitti brevi, chiarendo che il diritto di proprietà, per la legge italiana, sia sempre soggetto a limitazioni, e che ci siano diverse esigenze da tenere in considerazione, quali quella di avere una comunità residente. Da segnalare l’intervento di Deborah Onisto (Forza Italia), unica consigliera di maggioranza intervenuta oggi, che si è detta totalmente d’accordo sulla necessità di far tornare più case possibili all’affitto residenziale, chiedendo ai tecnici comunali di valutare come possa accadere evitando contenziosi amministrativi e problemi: «Il diritto di proprietà arriva fino a dove non ledi i diritti altrui» ha chiarito la consigliera.



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