Jesi / Protesta alla Coop di Viale Gallodoro, dipendenti in sciopero

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Jesi – Rendere il punto vendita più efficiente nel rapporto con i clienti aumentando il livello di servizio al pubblico e aprire un confronto con la dirigenza dell’azienda per analizzare le problematiche del personale e trovare una soluzione condivisa.

Queste le principali motivazioni che hanno spinto alcuni lavoratori e lavoratrici di Coop Alleanza 3.0 a scioperare sabato mattina davanti al punto vendita di Jesi, in Viale Gallodoro, in presenza dei rappresentanti e delegati sindacali della Filcams Cgil (Federazione italiana lavoratori commercio, albergo, mensa e servizi).

Circa una ventina i dipendenti che hanno partecipato alla manifestazione pacifica di protesta, presenti fin dall’apertura per distribuire ai clienti e ai soci che entravano nel centro commerciale, il volantino in cui erano indicate le motivazioni dello sciopero che come si legge nel testo aveva «la finalità di allinearci ai livelli di confronto degli altri punti vendita Coop e tornare al più presto a migliorare i nostri livelli di servizio».

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Le situazioni di malcontento dei lavoratori nel punto vendita jesino avrebbero comportato diversi casi di licenziamento e malattia, disturbi psicofisici legati a condizioni di stress da lavoro per alcuni di essi, come spiegato dal segretario generale della Filcams Cgil di Ancona, Giuseppe Galli.

«Come sindacato abbiamo l’obbligo di richiedere al datore di lavoro un monitoraggio sui dipendenti, qualora riscontrassimo picchi anomali di malattie, assenze, dimissioni, contestazioni disciplinari, eventi sentinella tipici dello stress da lavoro – ha spiegato il sindacaliata -. Nel punto vendita di Jesi ci sono stati picchi di licenziamenti, dimissioni e di malattie che ci hanno portato a riscontrare uno stress da lavoro superiore rispetto ad altri punti vendita della catena, quindi abbiamo segnalato il problema all’azienda già dall’aprile scorso».

«Siamo in contatto con la direzione già da un anno. Ad aprile scorso avevamo chiesto all’azienda di fare un’indagine generalizzata su tutti i dipendenti somministrando un questionario anonimo per la valutazione dello stress da lavoro, che fa parte del sistema di monitoraggio della valutazione del rischio che ogni datore deve fare. Ma ancora non è stato somministrato, lo chiederemo nuovamente nel prossimo incontro, per capire se il fenomeno è così diffuso, o più diffuso, della percezione che ne abbiamo».

«Oggi siamo in sciopero perché c’è una discussione in atto con la direzione aziendale che va portata agli occhi della dirigenza di Coop Alleanza, vogliamo portare l’attenzione sulle problematiche irrisolte relative al lavoro e alla qualità del servizio a un livello più alto di quello locale».

Il problema della turnazione che spesso crea disagi ai dipendenti è un tema diffuso nel mondo della grande distribuzione dove i lavoratori spesso sono chiamati a seguire orari che non rispettano il work life balance, cioè il bilanciamento dei tempi di lavoro con le esigenze di vita personale e familiare, che può essere raggiunta solo con una corretta organizzazione del lavoro all’interno delle aziende, da qui le richieste sindacali affinché non ci siano disparità nelle turnazioni e che ci siano contratti più bilanciati.

«Spesso nella grande distribuzione si ha la percezione di essere sotto organico quindi di abbassare il livello del servizio e questo va a discapito della qualità del lavoro dei dipendenti e del servizio alla clientela. Ci battiamo non solo per avere più assunzioni ma anche tipologie di contratto diverse, ci sono tanti part time e non tutti hanno salari dignitosi, vorremmo un’organizzazione diversa e non disparità di turni», ha spiegato Giuseppe Galli.

«Va detto che Coop Alleanza, se paragonata ad altre catene, gestisce in modo diverso le festività, più rispettoso nei confronti dei lavoratori, e anche a livello retributivo ha una contrattazione integrativa di secondo livello che altre catene della grande distribuzione non hanno, vero è che per ottenere la retribuzione aggiuntiva i lavoratori devono raggiungere risultati che ancora stanno perseguendo e, se ci sono fattori che li ostacolano, il rischio è di non ottenere la premialità. Da qui la necessità di promuovere la qualità del lavoro, anche garantendo una distribuzione dei carichi e una rotazione dei turni».

Lo sciopero dei lavoratori del punto vendita jesino, il primo avvenuto finora, si colloca nella campagna nazionale promossa dal Filcams CgilBed work not future“, che prevede la presenza di una piattaforma on line a cui i lavoratori possono accedere e segnalare attraverso una form le problematiche lavorative. Tra i link della pagina c’è anche Somatizzo, rivolto proprio a coloro che a causa dello stress da lavoro denunciano sofferenze della salute psico fisica.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

La giornata di sciopero è stata l’occasione anche da parte di alcuni clienti e soci di esprimere un certo malcontento rispetto al servizio e alla qualità riscontrati sembrerebbe in questo ultimo anno.

La voce dei clienti

di Cristiana Loccioni

«Telefono spesso al numero verde della Coop non mi risponde mai nessuno, sono una cliente e una socia, ho provato a parlare con la responsabile, mi hanno fatto aspettare e me ne sono andata. Ho riscontrato che alle 9.40 non c’era il pane. Siccome sono socia non ho intenzione di ridare la tessera proprio perchè a me piace venire a far spesa qui ma da un anno a questa parte manca qualcosa. Io mi sono trovata sempre bene, è per questo che non restituisco la tessera, perchè c’è gente che lavora qui da trent’anni e hanno dimostrato di avere un’alta professionalità, ma qualcosa è cambiato».

«Secondo me hanno anche aspettato troppo a fare lo sciopero, questo malcontento è nell’aria da tempo, almeno da un anno abbiamo questa percezione, c’è un non so che di cambiato – afferma un cliente all’uscita -, noi veniamo per loro, per i prodotti, abbiamo un rapporto con i dipendenti, facciamo quattro chiacchiere ci scambiamo le ricette, le persone fanno la differenza, molte aziende non capiscono che il valore sono le persone e in questa Coop ultimamente questo punto sfugge, il prodotto è buono, di qualità, ma sono le persone, come ripeto, che fanno la differenza. Fino a qualche anno fa il direttore era noto e si faceva vedere e girava, ed era un riferimento con cui parlare, oggi non sappiamo chi sia, ecco perchè quando li abbiamo visti qui fuori abbiamo detto fermiamoci a parlare con le ragazze per capire bene cosa stia succedendo».

«Ovviamente cerco di venire sempre alla Coop anche per un aspetto ideologico – afferma un affezionato cliente, Ero Giulidori professore -, non mi intrometto nei problemi che riguardano l’azienda ma se i lavoratori hanno deciso di scioperare evidentemente un motivo c’è e io sono dalla parte dei lavoratori, perchè disagio o sfruttamento possono esistere sia nelle cooperative che non, e se mancano consenso e collaborazione evidentemente qualcosa non va e quindi bisogna cercare una soluzione. E questo vale per tutti».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link