Hera in realtà aumentata, nel vostro salotto – MEDIA INAF

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Immaginate di rientrare in casa e di vedere, sopra il tavolo del soggiorno, una copia della sonda Hera dell’Esa – attualmente in viaggio verso l’asteroide Dimorphos – in tutta la sua interezza e complessità. Potete girarci attorno, smontarla e rimontarla senza il rischio di danneggiarla, e toccarla con mano. Una mano virtuale, per la verità, quella garantita dal vostro Apple Vision Pro o da un paio di cuffie Meta Quest 3 o 3S Vr. Come fare? Vi basterà scaricare un’applicazione gratuita per iOs lanciata lo scorso 20 dicembre sull’App Store, “Guardians of Earth”, sviluppata dalla startup italiana Dive in collaborazione con il team della missione Hera dell’Esa.

«La collaborazione con l’Esa è un viaggio che ci sta molto a cuore, come gli astronauti che si avventurano verso l’ignoto» dice Michelangelo Mochi, Ceo di Dive. «Siamo orgogliosi di lavorare al fianco di un’organizzazione che condivide la nostra visione e il nostro impegno per l’esplorazione».

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Ricostruzione in realtà aumentata della sonda Hera come si potrebbe vedere utilizzando la nuova App “guardian of Earth”, sviluppata dalla startup italiana Dive in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea. Crediti: Esa/Terra Mater

Un’anteprima di quello che potreste vedere la trovate nell’immagine qui sopra. Lanciata lo scorso 7 ottobre 2024, Hera è la prima missione di difesa planetaria dell’Esa, in viaggio per visitare il primo asteroide la cui orbita è stata modificata dall’azione umana. Raccoglierà dati avvicinandosi al sistema binario 65803 Didymos (di cui Dimorphos è, appunto, il membro più piccolo), colpito dalla sonda Dart della Nasa nel 2022, per scoprire quali conseguenze ha avuto su di esso la tecnica di deviazione sperimentata dalla Nasa, con l’idea di renderla ripetibile in caso di minaccia reale per la Terra. La prossima tappa di Hera sarà uno “swingby” di Marte la prossima primavera che la porterà sulla rotta verso Dimorphos. Una manovra che, grazie alla realtà aumentata sviluppata dall’italiana Dive, potrete seguire come foste in volo accanto alla sonda. Non solo, potrete sbirciare all’interno di una navicella virtuale, assemblarne gli elementi pezzo per pezzo, scoprire la sua strumentazione avanzata, sperimentare le principali tecnologie di viaggio nello spazio e seguirne il viaggio nello spazio fino all’asteroide di destinazione.

Grazie al coinvolgimento nel progetto dello studio di videogiochi 34BigThings, infatti, l’app offre un’esperienza immersiva a 360 gradi, proiettando gli utenti nel cosmo con Hera e portandoli faccia a faccia con i corpi celesti incontrati lungo il percorso. E se ci fosse qualche curiosità che proprio non trova soddisfazione, potreste provate a chiedere direttamente alla missione, attraverso Hera Space Companion, un assistente interattivo dotato di intelligenza artificiale che fornisce informazioni sulla missione e dati in tempo reale dallo spazio. È stato sviluppato da Terra Mater Studios, Impact AI e Microsoft Austria in collaborazione con l’Esa.

«Le tecnologie della realtà virtuale (Vr) e della realtà aumentata (Ar) stanno rivoluzionando il modo in cui i ricercatori affrontano lo studio dell’astrofisica», dice a Media Inaf Laura Leonardi dell’Inaf di Palermo, che si occupa dello studio e dello sviluppo di prodotti multimediali con applicazioni in realtà virtuale, realtà aumentata e computer grafica per la diffusione della cultura scientifica. «Queste soluzioni immersive, infatti, permettono di esplorare dinamiche e strutture dell’universo con un livello di dettaglio che supera significativamente le capacità dei metodi tradizionali, aprendo nuove prospettive per la ricerca scientifica. Nello specifico, la Vr consente agli scienziati di immergersi in ambienti simulati e di osservare complesse strutture cosmiche, altrimenti difficili da individuare e osservare. L’Ar, d’altra parte, “aumenta” il proprio spazio fisico, aggiungendo informazioni alla nostra realtà. Sono due tecnologie complementari, spesso confuse tra loro».

Nel caso dell’app “Guardians of Earth” e della missione Hera, l’utilizzo di visori Quest 3 permette di integrare Vr e Ar in quella che viene definita mixed reality. Per rendere ancora più coinvolgente l’esperienza dell’applicazione, la narrazione è affidata al leggendario chitarrista, cantautore e compositore britannico dell’iconica band Queen, Brian May. Inoltre, la colonna sonora è stata composta da Matteo Ruperto, con la partecipazione di musicisti dell’orchestra di Ennio Morricone, che fonde la qualità cinematografica con un senso di stupore e meraviglia.

«È interessante notare come sempre più enti di ricerca investano e si affidino a queste tecnologie per le proprie analisi scientifiche e non solo poiché sono strumenti che hanno un impatto enorme anche nella comunicazione scientifica», continua Leonardi. «Permettono di avvicinare il grande pubblico e le nuove generazioni a concetti scientifici complessi, offrendo esperienze dirette come il viaggio attraverso l’esplosione di una stella, offerta ad esempio dall’app Inaf Starblast, o la costruzione di un telescopio, come l’esperienza che è possibile fare utilizzando l’app in realtà virtuale dedicata al Cherenkov Telescope Array Observatory (Ctao), sempre dell’Inaf e di prossima pubblicazione».

 

 

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