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E’ stata inaugurata ai primi di gennaio una nuova ‘Casa Speranza’, gestita dalla Caritas romana e dalla Comunità Don Orione, per combattere l’emergenza freddo. Situata in via Edmondo De Amicis, a ridosso del Foro Italico, la struttura potrà ospitare quattordici persone senza fissa dimora che nei prossimi giorni saranno individuate tramite i centri di ascolto diocesani di via Marsala e via delle Zoccolette. La Casa rimarrà aperta fino agli ultimi giorni di aprile ed è dotata di tre stanze con letti a castello e bagni.
Dalle parrocchie della XXXV prefettura proverranno i volontari mentre gli operatori verranno forniti dal Don Orione. Presenti all’inaugurazione Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana, e Monsignor Baldo Reina, cardinale vicario della diocesi di Roma.
Molto probabilmente la decisione di aprire un nuovo punto di ricovero – anche se temporaneo – è scaturita dai due episodi che hanno segnato le recenti festività natalizie: la morte per congelamento di un uomo di 54 anni, Tiziano Cicerone, ad Ostia la sera di Natale e quella di un’anziana donna, non ancora identificata, la sera della Vigilia a due passi da SanPietro, trovata esanime sui gradini di una palazzina di via della Conciliazione.
«E’ intollerabile e disumano che si muoia per strada perchè sprovvisti di un tetto dignitoso» ha dichiarato Trincia: «prosegue quella strage silenziosa di cui si conosce il numero, 415 poveri senza fissa dimora morti in tutta Italia nel 2023 (399 nel 2022), ma raramente si conoscono i nomi, i volti, le storie».
Nella sola Capitale, nel 2023, vi furono 44 persone senzatetto morte in strada. «Di Tiziano sappiamo il nome perché frequentava la mensa sociale diocesana Caritas della parrocchia di Santa Maria Pacis» ha detto ancora Trincia. Eventi tragici che hanno segnato l’inizio dell’attuale Giubileo – “della Speranza”, come enunciato da Papa Francesco – , a pochi giorni dalle aperture delle quattro Porte Sante (ultima quella della Basilica di San Paolo, il 5 gennaio) e a poche ore dall’istituzione di ‘zone rosse’ a Termini e all’Esquilino. Una città “indifferente”, come precisato nell’ultimo rapporto 2024 Caritas dedicato alla Capitale, dove proliferano le disuguaglianze, con un «rafforza¬mento della polarizzazione tra coloro che possono molto e quanti posso¬no poco o nulla» e la «presenza di più città nella città che tra loro non si conoscono, non parlano e camminano su strade parallele». Stretta tra il boom dell’iperturismo e degli “affitti brevi” – «non ho il potere per regolamentarli», ha detto il sindaco Gualtieri in una recente intervista televisiva – Roma (e provincia) vive lo «scandalo di circa 200.000 ap¬partamenti vuoti, non occupati da nessuno, mentre i canoni di affitto continuano ad aumentare, con decine di migliaia di famiglie all’affannosa ricerca di un’abitazione dignitosa», continua il rapporto. E dove oramai la povertà abitativa «non può essere più chiamata ‘emergenza’ perché non è collegata ad eventi improvvisi, ma è frutto di ritardi strutturali accumu-latisi negli ultimi decenni».
Azzerati, sia a Roma che nei comuni dell’area metropolitana i contributi agli affitti, aumentano gli sfratti e gli sgomberi: 3.528 ordinanze nel solo 2023 di cui 2058 eseguite, con una incidenza di “morosità incolpevole” pari all’85%. Una situazione che fa scrivere agli estensori del rapporto Caritas che la «povertà abitativa equivale alla rinuncia a quel sistema di relazioni, di affetti, di intimità, di sicurezze, di cura e di protezione di sé e dei propri cari che solo un’abitazione, per quanto sobria, può assicurare».
E la soluzione non può «limitarsi a misure di ordine pubblico e sicurezza», come ricordato dal direttore della Caritas romana: occorre – secondo Trincia – «blocca¬re, sospendere almeno nell’anno del Giubileo, gli sfratti, partendo proprio da quelli per morosità incolpevole. Non si può essere ligi nel fare uscire le persone dalle case e non aiutarle a trovare un’alternativa dignitosa e accettabile». Per Caritas è urgente quindi un rifinanziamento dei Fondi nazionali per il sostegno all’affitto e la morosità incol¬pevole, un Piano pluriennale di investimenti in nuova Edilizia Residenziale Pubblica con obblighi applicativi per le Regioni, e – per la regione Lazio – una nuova legge sull’edilizia residenziale pubblica regionale e sul sistema di gestione delle Ater che, oltre alla lettura e alla gestione del patrimonio, «abbia una nuova lettura qualitativa della propria missione, cioè le politiche di Edilizia residenziale pubblica come sistema integrato in cui al centro non c’è solo la casa, ma le persone e le famiglie, in cui le soluzioni siano multiple e integrate».
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