Cosenza. Usb: “No alla privatizzazione dell’Amaco: dubbi e sospetti sulla procedura”


Fernando Caldiero


COMUNICATO STAMPA – USB Lavoro Privato Cosenza

Non tutti lo ricorderanno, ma fu il sindaco Mancini a risollevare le sorti dell’Amaco istituendo a Cosenza le strisce blu e affidandone la gestione proprio all’azienda. Una scelta epocale, che segnò un punto di svolta sia per la città sia per l’Amaco, basata sull’idea di finanziare il trasporto pubblico attraverso l’utilizzo del mezzo privato.

Anche oggi, a livello nazionale, si continua a finanziare il trasporto pubblico locale tramite le accise (sì, proprio quelle che il ministro dei Trasporti Salvini aveva promesso di eliminare). Un paradosso evidente: più si utilizza il mezzo privato, più si finanzia il trasporto pubblico, il quale, però, dovrebbe servire proprio a scoraggiare l’uso dell’auto privata. Un ossimoro.

È innegabile, tuttavia, che un trasporto pubblico, per essere appetibile all’utenza, debba rispettare necessariamente almeno tre condizioni: essere poco costoso, essere veloce, essere comodo. Queste condizioni rappresentano i pilastri su cui qualsiasi azienda di trasporto pubblico deve fondare il rapporto costi/ricavi.

Il costo è un problema significativo per un settore che rappresenta un bene pubblico e quindi di massa. Non si possono imporre biglietti con costi elevati poiché interviene un finanziamento pubblico. Su cosa si fonda, dunque, la sostenibilità di un’impresa privata quando il mercato ha tariffe blindate?

La risposta è semplice: sul costo del lavoro, ovvero sui dipendenti. A causa di un CCNL che dagli anni ’90 si basa su due livelli retributivi, dove il primo livello è volutamente mantenuto basso, basta eliminare il contratto di secondo livello o il livello aziendale (opzionale) per abbattere i costi.

È questo quello che avranno pensato all’Amaco quando hanno ritenuto “logico” – per il bene dei creditori e dei dipendenti creditori – togliere il contratto di secondo livello. Un altro ossimoro.

Probabilmente è la stessa logica che ha spinto il Consorzio Autolinee a partecipare alla gara per il fitto del ramo d’azienda Amaco, anticipando ai sindacati che eventuali miglioramenti contrattuali sarebbero possibili solo in presenza di significativi aumenti di introiti da titoli di viaggio.

Lascia perplessi il comportamento del curatore giudiziale (Fernando Caldiero, ndr), che ha evitato la convocazione della Regione Calabria, sottraendosi al confronto. È vero che potrebbero esserci state, a suo dire, giustificazioni plausibili, ma è altrettanto vero che la sua assenza ha dimostrato scarsa disponibilità verso tutte le parti coinvolte e un debole impegno morale.

Come riportato, il curatore sarebbe arrivato in ritardo per poi andar via prima dell’arrivo dell’assessore ai trasporti, non partecipando di fatto alla riunione, cruciale per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori di Amaco. Forse perché aveva già deciso tutto?

Da quella riunione, sempre secondo le informazioni raccolte, sarebbe emerso che Cometra avrebbe dovuto pagare 75.000 euro ad Amaco per il fitto annuale del deposito: esattamente la stessa cifra con cui il Consorzio Autolinee avrebbe poi vinto la gara, peraltro in solitaria.

Una situazione che solleva dubbi e sospetti sulla trasparenza della procedura.

Perché il giudice ha indetto così tante gare di appalto, apparentemente eccessive? Potrebbe essere un chiaro tentativo di favorire un’azienda specifica?

I fatti indicano che il curatore giudiziale potrebbe aver predisposto un bando su misura, favorendo un solo partecipante e compromettendo la trasparenza dell’intero processo.

Se tale ipotesi fosse confermata, si tratterebbe di un grave colpo alla fiducia pubblica nelle istituzioni e nel sistema giudiziario.

USB Lavoro Privato denuncia con forza le decisioni del giudice giudiziale di mettere a gara il servizio di trasporto pubblico locale di Cosenza, una scelta che consideriamo profondamente sbagliata e dannosa per i lavoratori e per i cittadini.

Una soluzione che ignora il ruolo del consorzio Cometra Scarl, una struttura che avrebbe potuto garantire una gestione efficiente e trasparente. Invece, Cometra dovrà confrontarsi con un concorrente interno che agisce già da destabilizzatore, considerando che il Consorzio Autolinee TPL è parte integrante del Consorzio Autolinee Due, il cui percorso ha avuto inizio proprio con la scissione del Consorzio Autolinee TPL da Cometra.

USB Lavoro Privato invita lavoratori, cittadini e associazioni a unirsi nella difesa del trasporto pubblico locale, che deve restare un bene comune e non diventare terreno di speculazione, specie se questa ricade sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori.

Per quanto sopra esposto, ribadiamo il nostro impegno a contrastare questa operazione che appare costruita su interessi particolari, a scapito del bene collettivo.

Proseguiremo con ogni azione possibile, sia sindacale che legale, per fermare questo scempio e difendere i diritti di lavoratori e cittadini.

Cosenza, 7 gennaio 2025.

USB Lavoro Privato – Cosenza



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